- Pubblicato in Arte e Video
- Commenta per primo!
- Letto: 859 volte
Recensione film Whiplash
Ho imparato a leggere prima di iniziare le scuole elementari. Ho uno dei ricordi più belli associati a mio padre che appartiene a quel periodo: lui che pazientemente mi aiuta a ritagliare macchinine, gonne, occhiali, cravatte ed ogni altro tipo di immagine presa dalle riviste già sfogliate. Avevamo un quaderno tutto per noi, un album per quel momento di creatività domenicale che rendeva entrambi felici, una ad incollare i pezzetti colorati, l’altro a scriverne sotto il nome e ad insegnare.
Arte, amore, dedizione e attesa, gli ingredienti che mi hanno portato a sviluppare una vera e propria passione per la scrittura e tutto il mondo letterario.
Quando però inizia a fare capolino lo zampino dell’ordine, dell’imposizione dall’alto, quando la scelta personale non è più la forza che move il sole e l’altre stelle, si può facilmente cadere preda di una paralisi creativa, di una dialettica d’amore-odio verso la disciplina prima tanto osannata e si rischia di metterla in disparte per qualche periodo. Il momento di straniamento a me capitò a causa di una maestra che, per tenermi allenata, mi costrinse a tenere giornalmente un diario, in cui annotare pensieri quotidiani, pena scrittura di pagine e pagine consecutive delle parole sbagliate cerchiate in rosso fuoco.
Cambiate oggetto, la musica e l’amore per la batteria, e soggetti, un adolescente determinato che studia al conservatorio e un insegnante al limite tra lo spingere al massimo le capacità degli alunni e il trattarli come il Sergente Maggiore Hartman in Full Metal Jacket, e avrete Whiplash.
Il film, vincitore di tre premi oscar, ha visto finora numerosi premi assegnati a J.K.Simmons, attore che interpreta Terence Fletcher, il dittatoriale educatore della migliore orchestra del conservatorio di Manahattan. Fletcher è il tipico maniaco del controllo, che gioca con le debolezze dei suoi “discepoli”, terrorizzati anche solamente a guardarlo dritto negli occhi. Un solo ragazzo incrocia volontariamente il suo sguardo, catturandolo per sempre: Andrew Neiman.
Andrew, spinto solo dalla sua grinta e dall’amore profondo per i grandi batteristi del passato, tra sudore, dita insanguinate, ritmo frenetico e massima velocità, si rifugia nell’unico mondo capace di comprendere a fondo la sua anima e il suo spirito ribelle che anela a dimostrare le proprie capacità, a diventare uno dei migliori batteristi jazz del presente. La maturità e il talento del ragazzo lo portano a farsi strada dapprima nella classe di Fletcher, di cui diventa membro titolare nonostante la sua giovane età, per poi arrivare ad ottenere anche le prime esibizioni sul palcoscenico, suonando alla perfezione il difficile brano Whiplash.
Lontano da un padre che sembra non appoggiare a fondo i suoi sogni, soffocando sul nascere possibili relazioni amorose che potrebbero distrarlo, Andrew continua imperterrito per la sua strada, che si rivela però troppo in salita a causa dello stesso insegnante che vorrebbe solamente aiutarlo a mettere in gioco il suo potenziale. Come ammette lo stesso Fletcher: “Ero lì per spingere le persone oltre le loro aspettative. Era quella la mia assoluta necessità”.
Andrew rimarrà sepolto da questa carica di lavoro fisico e mentale o riuscirà a emergere e a dimostrare, soprattutto a se stesso, che tutti i suoi sforzi sono valsi la pena?
Il mio intimo e profondo amore per la lettura e scrittura non è scomparso dopo quell’episodio avvenuto tempo addietro. Ci sono pause che ricaricano per più tenaci riprese, regalando una forza inaspettata. Le belle sorprese, se legate a qualcosa che amiamo con tutto il nostro cuore, non finiscono mai: perché siamo noi stessi che ce le creiamo, indipendentemente da chi ci sostiene o mette in difficoltà.
Titolo originale: Whiplash
Regia e sceneggiatura: Damien Chazelle
Paese di produzione: Stati Uniti
Lingua originale: inglese
Anno: 2014
Durata: 105 minuti
Colore: colore
Audio: sonoro
Genere: drammatico