Menu

L’INESORABILE LEGGEREZZA DEL NAZIONAL POPOLARE

articolo di Paolo Pelizza

   - Anche quest’anno ci siamo! O meglio, è da febbraio dell’anno passato che se ne parla con commenti, anticipazioni, polemiche, sorprese (?) e la solita esclusione dei Jalisse (che ci riproveranno!).

Il Festival di Sanremo del super conduttore ipertrofico di aggettivi e superlativi più o meno assoluti è tornato. E’ tornato con la burla tra lui e il suo amico storico Fiorello che fa ridere solo loro due.

E’ tornato con reunion formidabili come quelle degli Articolo 31 e quella di Paola e Chiara che si ripresenteranno insieme. E’ tornato con la co-conduttrice che più garanzia di lei per gli ascolti ad aprire e chiudere la kermesse non si può.

Torna con Giorgia che, superato un po’ di snobbismo, ha detto che è un modo per arrivare più velocemente al pubblico. Torna con i big di una volta come Anna Oxa.

Torna con le consuete riesumazioni come quella dei Cugini Di Campagna, ai quali è bastato polemizzare con i Maneskin per farsi catapultare sul palco dell’Ariston. Redivivo anche Gianluca Grignani (su cui punto molto per ravvivare il Festival!). Torna con il Gassman di terza generazione, ormai ex giovane in gara.

 Torna con la melassa di Mengoni che ci vengono le carie solo a pensarci. Torna con la raffinata spensieratezza di Colapesce e Di Martino.

Arrivano, dopo il fallito tentavo solista di Kekko di qualche anno fa, anche i Modà: d’altra parte non avevano di meglio da fare. Torna Ultimo, accreditato pupillo del governo di destra che attualmente dirige il Paese.

Tornano anche Elodie e Madame, le due paladine del gender fluid, che grande modernità. Peccato che, nella scorsa edizione, Drusilla Foil che ha fatto sull’argomento uno speech molto bello e ispirato (oltre a cantare meglio di molti in gara) è andata alle due del mattino. La RAI è moderna e coraggiosa ma con grande cautela. Madame, in particolare, è al centro di una tempesta mediatica perché accusata di essersi fatta vaccinare contro il Covid 19 per finta. Amadeus è garantista come noi e ne sono felice. Bisognerebbe però chiedere al suo compagnuccio di merende (Fiorello, N.d.R.) cosa ne pensa, visto che all’inizio del Festival asettico e sottovuoto spinto durante la pandemia non si è risparmiato un’intemerata molto veemente contro chi questi vaccini non li voleva fare. Chissà oggi dopo scandali, processi e ricerche scientifiche cosa ne pensa …

Arriva anche la giovanissima Ariete, artista nata ad X Factor, con il brano Mare Di Guai, mai un titolo così filologicamente corretto. Dal talent show di Sky arriva anche Gianmaria. Tornano Levante e Mara Sattei.

Da Sanremo Giovani arrivano i Colla Zio, un’altra simpatica ensemble di hippoppari di casa nostra di cui si sentiva una certa mancanza.

Ritorna anche l’eterno ragazzo, Gianni Morandi. Senza alcun brano di Jovanotti, affiancherà il presentatore dello “straordinario” “eccezionale” “meraviglioso” per tutte e cinque le serate. Almeno non canterà? Non ci conterei.

Sanremo è, come al solito, inesorabile. Talmente leggero da essere pesantissimo e da riuscire ad essere un inutile dinosauro che si stupisce tutti gli anni di non essersi estinto con gli altri. Tuttavia raccoglie ancora audience e fa parlare di sé per un anno intero per poi ricominciare con un loop oramai fossilizzato tra polemichine inutili, stronzate, scarsa qualità musicale (per la maggior parte) e livello culturale infimo. Chissà se per merito suo o perché tenuto in vita artificialmente … In ogni caso, trattasi di accanimento terapeutico.

D’altra parte, la leggerezza è importante per un popolo che non ha grande memoria come il nostro. La leggerezza è importante in mezzo alle disgrazie che passano sopra la nostra testa senza soluzione di continuità. La leggerezza è importante in mezzo alle pandemie. La leggerezza è fondamentale in mezzo all’economia di guerra. La leggerezza è un valore in mezzo alle tempeste che ci agitano e quelle che ci agiteranno.

Qualcuno ha spiegato che nei paesi dove esistono regimi totalitari, il popolo non si ribella perché quei regimi lo domina con la paura (anche se prima o poi …). Questi popoli sottoposti a dittatura, però sono consapevoli che la privazione della libertà e dei diritti che viene perpretata a loro danno è ingiusta e criminale. Noi no. A noi basta farci vedere uno spauracchio e chiediamo che i nostri diritti e le nostre libertà vengano riformate o sospese o, peggio, abrogate.

Benvenga Sanremo e il suo consueto circo nazional popolare desueto e impolverato, allora.  Siamo sicuri, però, che non sia  leggerezza ma più vacuità?

di Paolo Pelizza

© 2023 Rock targato Italia

Leggi tutto...

IL RITORNO DEL/I VISIONARIO/I.

 

Come sempre devo chiedere scusa della mia ennesima assenza. Questa volta più lunga, forse la più sofferta ma ora sono tornato. A mio parziale discarico, dobbiamo dire che tutto è rimasto uguale a prima. Abbiamo una guerra in Europa che rischia ogni giorno di più di dare vita ad un’escalation terrificante (la guerra lo è già, comunque), abbiamo in Italia un nuovo governo che sta facendo la Finanziaria come l’avrebbe fatta l’opposizione che per anni è stata al governo senza aver preso i voti, il riscaldamento globale preoccupa talmente tanto che siamo pronti a ripartire con il carbone, ci stiamo preparando per un’altra emergenza pandemica nel caso che il rischio di guerra termonucleare globale non basti a farcela fare sotto, in Afghanistan il regime opprime le donne (che strano! Non avevano giurato a Trump che avrebbero fatto i bravi? Vabbè, in Iran pure … mal comune…), stanno riesplodendo le tensioni etniche in Kosovo. Praticamente siamo nel 1991 … Altro che secolo breve il Novecento!

Insomma, niente di nuovo. Oddio, ripartendo due piccole novità le abbiamo. Dopo Ordinary Man, un paio di infezioni, il Parkinson, una frattura e il Covid è tornato il Principe delle Tenebre. Ozzy Osbourne (probabilmente) ispirandosi alle sue vicende sanitarie è uscito con un nuovo album: Patient Number 9. Il Nostro è pieno di coraggio, potrebbe aver pensato qualcuno in attesa del tonfo definitivo. Invece, Ozzy non crolla. L’album è dritto e impreziosito da collaborazioni pregiate. Semmai, si può dire che non sia proprio un album standard per lui. Più pop che hard o heavy, anche se vicino alla produzione più “sinfonica” e teatrale di altri suoi lavori negli anni Ottanta. Il suo produttore è Andrew Watt, un vero e proprio genio della popular music. Vero è che le chitarre ci sono e che chitarre. Le collaborazioni sarebbero incredibili se non fossero vere. Andiamo dall’ex socio storico Toni Iommi, a Jeff Beck, a Eric Clapton, a Zakk Wilde. Tutto certificato! Ma per suonare con l’Autentico Principe delle Tenebre c’è discreta fila. Così si alternano Duff McKagan, Robert Trujillo, Chad Smith, Josh Homme, Chris Chaney ed altri che probabilmente sto dimenticando. Non dimentico però che a battere sulle pelli c’è il compianto Taylor Hawkins. Qualcuno mi ha suggerito che dei roboanti chitarroni non bastino a fare un disco rock. Ha qualche ragione. Tuttavia, Ozzy è Ozzy. Non devi perdonarlo. E’ imperdonabile. Sembra morto? Finito? Eccolo sul palco dei Birmingham Games con Iommi al suo fianco a suonare Paranoid. Mister Osbourne è immortale perché è immortale la Storia che lui incarna. Spero che i “demoni” che lo proteggono, lo aiutino ad esaudire il suo ultimo (in termini cronologici, intendiamoci) desiderio: uscire di casa per un tour mondiale e non tornare mai più. A proposito di Visionari ….

Sempre a proposito di Visionari con la V maiuscola, qualche tempo fa, la nostra amica Graziella Ventrone di Rock My Life, mi manda una cartella stampa. Mi devo scusare con lei per averci messo così tanto. Mi chiede di leggere e ascoltare un album. Si tratta dell’ultimo lavoro da solista di Lester Greenowski. Il disco è un concept ispirato dalla filmografia del maestro del brivido John Carpenter. Carpenter’s Cult consta di tredici brani ispirati ad altrettanti capolavori del cineasta. L’album è uscito il 9 dicembre scorso per Rocketman Records. Il gruppo è così composto: Matteo Bassoli dei Me And That Man al basso, chitarre e synth, Davide Furlani alle batterie, SJ Aschieris ex Bad Bones alle chitarre. Greenowski oltre ad essere autore di musiche e testi, si adopera al basso, ai synth, al piano ed ovviamente alla voce. I tredici brani hanno tessiture sonore e songwriting abbastanza eterogenei. C’è una forte radice comune però: il punk rock dei club di New York dove Ramones, Heartbreakers, Dictators e New York Dolls hanno sfrattato gli hippies. Molte le escursioni e le ibridazioni con altri generi come goth, hard e heavy. Lester ha uno straordinario talento a evocare le pellicole di Carpenter mettendole in musica (quella che io ho trovato più interessante è Christine ed è uno dei film del regista che mi sono piaciuti meno). Complimenti a Greenowski che troverà spazio nella mia libreria e a Graziella per aver intercettato questo lavoro davvero suggestivo. Se lo ascoltaste, conoscendo la filmografia di Cerpenter farete sicuramente un’esperienza che non voglio spoilerare! Credetemi.

Ne approfitto per farvi i miei migliori auguri, sperando che l’anno prossimo si possa mettere la parola fine alle emergenze liberticide esogene, alle violenze e quel maledetto secolo scorso che non vuole finire mai.

di Paolo Pelizza

© 2022 Rock Targato Italia

blog www.rocktargatoitalia.it

 

Leggi tutto...

LA FINE DEL REGNO. IL NOSTRO.

Elisabetta II ci ha lasciato. La prima cosa che ci viene in mente è che questo è il momento del cordoglio, della vicinanza con la sua famiglia e i suoi amici. Poi ci viene in mente che siamo sempre stati abbastanza tiepidi con i nobili, le teste coronate, i loro amori, i loro figli, i pettegolezzi e tutto il circo che viene generato da tabloid e riviste di gossip e dagli idioti che seguono queste cose. Tuttavia, non possiamo dimenticare che da quando siamo nati Betty è sempre stata con noi. Abbiamo perso papi, sovrani (altri), capi di stato, tiranni, celebrità, talenti ma lei ci è sempre sembrata solida e invulnerabile.

Elisabetta c’è sempre stata, dicevo. E’ passata attraverso due secoli e due millenni. Ha visto guerre, miserie e scandali. Ha visto dissolversi l’Impero e assurgere al ruolo di grande potenza l’America, sua ex colonia. Li ha visti provare a governare il mondo in modo molto più maldestro di quanto avevano fatto i Britannici. Li ha visti giocare come bambini al Grande Gioco, gonfiandosi il petto come gli orango ma senza quel distacco, quel pragmatismo. Ha visto il suo Paese diventare alleato degli U.S.A., il primo e più fedele alleato. Ha visto la Partizione tra India e Pakistan che dopo la fine del colonialismo inglese, ha condannato i due paesi a guerra e odio  permanenti. Ha dovuto subire la freddezza dei francesi quando il Regno Unito (nel 1956) aveva dovuto incassare il veto che gli impediva di entrare nell’allora Comunità Economica Europea, nonostante il debito impagabile che questi avevano con gli inglesi per il loro sacrificio in guerra. Ha visto poi il suo popolo decidere di sfilarsi dall’Unione Europea, che non l’ha presa bene. Chi la fa, l’aspetti, no? Ha regnato sul popolo che ha inventato la finanza e che ha la piazza finanziaria più importante del mondo. Lilibeth ha sempre saputo che la democrazia, i parlamenti di cui tanto si gloriano altri, sono un’invenzione britannica e che, la monarchia li ha prima permessi e poi sostenuti. Considerati i diritti di cui godono i sudditi della Corona, c’è da chiedersi se non si sia più sudditi noi che dovremmo essere tecnicamente cittadini.

Ha visto accadere la più grande tragedia nella storia dell’umanità. Ha visto il suo popolo sacrificarsi e resistere per rivendicare il proprio diritto a esistere e, anche, per salvare l’Europa. Li ha visti cadere e rialzarsi. Ha visto dissolversi l’Impero e lo status di grande potenza, eppure ricostruire la nazione e un nuovo modo di vivere. Ha visto la leggerezza della Swinging London. Ha visto tre donne assurgere alla più alta carica dello Stato.

Elisabetta ha vissuto i primi fenomeni della musica popular. La grande isola senza musica diventa la più grande fucina di fenomeni, sperimentazione e artisti. Negli anni Settanta è il posto dove nascono le tendenze che ancora condizionano l’unica arte universale. Elisabetta ha visto ritirare da parte di beceri ben pensanti Never Mind The Bollocks dai negozi di dischi e poi l’ha visto tornarci per via di una sentenza di un giudice che, pur disprezzando i Sex Pistols, rivendicava il loro diritto ad esprimersi. Li ha anche sentiti suonare da una chiatta sul Tamigi mentre festeggiava il suo Giubileo e loro provocatoriamente eseguivano il loro personale inno “God Save the Queen”. Elisabetta ha cominciato ad assegnare onorificenze e parie agli artisti del Regno Unito. Ha anche chiesto a Clapton da quanto tempo suonasse la chitarra, non avendo idea di chi fosse.

Qualcuno ha detto che con lei finisce il Novecento. Io non credo. Credo che il Novecento stia proseguendo. Ancora (in Italia ne abbiamo un grande esempio: in questa campagna elettorale, nessuno contrasta gli avversari spiegando come cercherà di mitigare gli effetti della tempesta finanziaria/energetica che si prepara ma lo fa discutendo di quanto questi siano comunisti o fascisti con grande soddisfazione  di quelli che stanno affilando i coltelli pronti a fare un’altra bella operazione di macelleria sociale e, con noi, nella parte dei bovini) imperano le grandi vecchie chimere ideologiche, ancora ci si ammazza su logiche geopolitiche risalenti al XIX Secolo e, infine, ancora non abbiamo capito che per salvarci dobbiamo fare una pausa. Quello che nel Novecento è successo continua a succedere. Tutto quello che nel Novecento è stato pensato, lo pensiamo ancora o, quantomeno, fa parte di categorie che vengono percepite come attuali anche se chiaramente inutili.

Elizabeth II è stato un personaggio centrale della nostra storia. Non c’è alcun dubbio. Ma la storia continuerà a succedere finché non ci impegneremo tutti insieme per il progresso quello vero. Quello sociale, umano e artistico. Quello che attiene a rivoluzionare radicalmente il mondo: basta con l’obsolescenza programmata dei prodotti e dell’usa e getta, basta con questa orgia tecnologica, basta con la logica che dobbiamo vivere mille anni e performare per far prosperare le case farmaceutiche e per essere produttivi come bestiame, basta con le logiche da giocatori stupidi di Risiko di governanti che dovrebbero farsi curare e non governare i popoli, basta con gli affari con chi ha le mani lorde del sangue della gente (spesso la sua gente) e basta con questo modello di sviluppo non sostenibile, non più a nessun livello.

Riposa in pace, Betty. Noi staremo qui ancora un po’ ricordando una bella frase di Neil Campbell: “… Presente e Futuro non esistono. Esiste solo un Passato che continua ad accadere.”

Di Paolo Pelizza

© 2022 Rock targato Italia

blog www.rocktargatoitalia.eu

 

Leggi tutto...

APOCALYPSE NOW

 

Qualche settimana fa, mi mandano un link ad un video. Lo apro e quello che vedo è un gruppo di soldati sul terreno in un bosco che vengono individuati da un drone e bombardati. Questi ragazzi vengono fatti a pezzi dall’esplosione e, nonostante la ripresa video notturna con una camera ad infrarossi (montata sul drone) che non permette una perfetta visione, l’effetto è davvero impressionante. I soldati erano russi. Forse, chi ha diffuso quel video non si è reso conto della barbarie, della bassissima operazione di macelleria che stava attuando. Forse ha pensato che l’odore di ragazzi russi (ma di che parte siano è irrilevante) fatti a pezzi la mattina sapesse di vittoria. O forse, ha voluta documentare la barbarie della guerra. Il film reale di povere persone massacrate da una parte e dall’altra. Voglio pensare bene.

Neanche il tempo di cancellare quelle immagini e la CIA con un altro drone uccide il capo di Al Qaeda (era lui non bin Laden che, au contrair, era il finanziatore e il frontman). I due missili che gli lanciano contro non esplodono, sono dotati di lame rotanti atte a dilaniare il bersaglio per evitare danni collaterali. A parte la straordinaria e spettacolare crudeltà del device, c’era bisogno di uccidere un vecchietto? Un capo bastone in pensione? Non si poteva andare a prenderlo e, magari, processarlo come vorrebbe lo stato di diritto e concedergli il diritto ad essere messo di fronte ai propri accusatori? Per carità, in USA ci sono tra pochissimo le elezioni di mid term. Un missilino e magari un punticino sui repubblicani lo riguadagni.

Nel frattempo, rischiano di riesplodere le ostilità tra Serbia e Kosovo. Una questione aleatoria di targhe automobilistiche, sembra. Ovviamente, la NATO si butta a pesce da una parte e la Russia dall’altra. Sembra che una bella resa dei conti non sia così remota. Figo, no?

A complicare le cose ci si mette la visita della speaker della Camera dei Rappresentanti Nancy Pelosi a Taiwan che fa infuriare Pechino. La Cina allora, per rispondere, organizza muscolosissime esercitazioni militari con armi vere intorno all’isola. Alla faccia, dell’evitare pericolose escalation.

Non serve essere un raffinato storiografo per capire che siamo sull’orlo di una crisi mondiale. La profezia dell’autorevole Financial Times faceva presagire una crisi economico-finanziaria (otto mesi fa!) da far impallidire quella tra la fine e l’inizio degli Anni Dieci del Duemila. Quella risolta con le misure devastanti della troika (Germania, Francia e Fondo Monetario Internazionale) sulla Grecia e con quelle draconiane di Monti e la Fornero in Italia. Tra l’altro quello sarà il primo governo votato da nessuno e l’inizio di una tradizione che, qui, perdura da allora. Certo, il 25 di settembre prossimo venturo qui si voterà. E’ anche abbastanza inutile, credo. Si sa già chi vince e quanto durerà. Dopo l’autunno caldo dei mancati rinnovi dei contratti di lavoro, dell’inflazione al 12%, delle materie prima che costano il doppio (leggevo che una tonnellata di anidride carbonica per gasare l’acqua costava duemila euro alla tonnellata e adesso è a ventimila … passerò alla naturale), dello spread a 500 punti il governo di chi ha vinto le elezioni si sgretolerà grazie alla defezione del partito di turno e via ad un’altra ammucchiata delle larghe intese. Magari chiedendo in ginocchio al banchiere superstar di tornare, giurandogli fedeltà eterna e che mai nessuno si permetterà di contraddirlo o di disobbedire fino alla fine della legislatura. Capite che con quattro anni e mezzo da fare …

E’, tra l’altro, incredibile che del cambiamento climatico non si parli più. Una blasonata casa automobilistica tedesca presenta la nuova motorizzazione a gasolio di uno dei suoi modelli di punta. Scusate ma nel 2035 non si potranno più produrre auto con motori endotermici e adesso usciamo col diesel? Non era meglio anticipare, intanto, la sparizione di questo? Magari, poi, qualcuno ci dirà con cosa produrremo tutta quell’elettricità per le auto ad emissioni zero. Già adesso una conversione completa alle fonti rinnovabili riuscirebbe a coprire solo poco più del venti per cento del fabbisogno, immaginate con quell’aumento. Certo, ci sarebbe l’idrogeno ma non se ne parla più e la case automobilistiche, vista la direzione presa dai governi (chissà perché i petrolieri non si lamentano?), stanno abbandonando per la maggior parte questa tecnica.

Tanto insieme all’autunno caldo, tornerà il Covid con una nuova simpatica variante ma, stavolta porta gli amici! Sarà insieme al virus del Nilo, al vaiolo delle scimmie, ai batteri super-resistenti agli antibiotici e (un po’ ovunque) localizzati focolai di credulità un po’ stucchevole della gente. A quel punto però avremo già votato!

Tranquilli, non avremo il tempo di goderci il nuovo corso di casa nostra che sarà scoppiata una guerretta semi-mondiale o mondiale che vivrà e gioirà dell’inutilità di interessi geopolitici che erano desueti nel XX Secolo. Ma questo è il tempo delle terre rare e dei semiconduttori. Chi vi ha accesso tiene per le palle un mondo di sottosviluppati mentali che si sono sottoposti ad essere governati dalla tecnologia senza nessuna critica o coscienza e che, senza di questa, non riescono più nemmeno ad andare in bagno.

Chi ha qualche memoria degli studi superiori, ricorderà in che situazione si era appena prima dello scoppio della Prima Grande Guerra. Certamente, troverà delle analogie con la situazione odierna. Certamente, troverà anche delle differenze. Forse la più importante è che ai tempi, qualcuno aveva più ragione di altri.

Ora non si capisce chi ha più ragione (e smettiamola con questa balla della democrazia nel mondo occidentale governato dalla finanza e dai colossi della tecnologia che esercitano e determinano il potere che dovrebbe essere del popolo) e, soprattutto, chi sono i buoni. A occhio e croce, non siamo noi.

di Paolo Pelizza

© 2022 Rock targato Italia

PS: mancherò in questo spazio per due o tre settimane. Come sempre faccio d’estate, prendo una pausa per ricaricare la penna e riflettere. Vi auguro che le mie pre-visioni siano le più sbagliate della storia.

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS

Contatti

ROCK TARGATO ITALIA
c/o Divinazione Milano Srl
Via Palladio 16 20135 Milano
tel. 02.58310655
info(at)rocktargatoitalia.it

Log In or Sign Up

Password dimenticata? / Nome utente dimenticato?