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Recensione de “Il nodo”, romanzo di Pieralberto Valli. articolo di Roberto Bonfanti

Pieralberto Valli si conferma sempre più una mente preziosa nel panorama contemporaneo. Lo abbiamo scoperto come musicista ormai una quindicina d’anni fa come leader dei Santo Barbaro, poi ci siamo lasciati affascinare dalla ricerca sonora e poetica sempre personalissima e fortemente visionaria dei suoi lavori da solista (“Atlas” del 2017 e “Numen” del 2019), e in tempi più recenti abbiamo molto apprezzato anche il suo percorso da scrittore che, dopo “Finché c’è vita” del 2015 e “Trilogia della distanza” del 2020, si arricchisce con “Il nodo” di un nuovo importante tassello.

“Il nodo” è un romanzo che assimila molto bene gli insegnamenti dell’Orwell di “1984” e dell’Huxley de “Il mondo nuovo”, ma anche di alcuni lavori di P.K.Dick o del Bradbury di “Fahrenheit 451”, trasportandoli però in una narrazione ancora più filosofica e introspettiva. Un libro che scorre molto lento, dando un peso enorme a ogni singola sfumatura e scendendo, grazie anche al grande spazio dato alla dimensione onirica, molto in profondità nella mente e dell’animo del protagonista, finendo di riflesso col portare il lettore a guardare attraverso i suoi occhi e le sue paure inconsce le contraddizioni di un futuro distopico in cui, con un’esasperazione della tecnica che porta a una società fortemente venata di transumanesimo, tutto è studiato per apparire comodo e rassicurante.

Se con “Trilogia della distanza” Pieralberto Valli ci aveva regalato una serie di riflessioni profonde sul tema dell’allontanamento e dell’isolamento, rispecchiando l’aria che molti di noi respiravano in quel 2020 in cui il libro uscì, con “Il nodo” l’artista romagnolo compie il passo successivo, scontrandosi con un mondo in cui la tecnica ha ormai vinto sulla carne e confrontandosi con il bisogno di umanità di una fetta della popolazione ma anche con i relativi rischi. Un lavoro scritto in modo magistrale in cui non c’è nessuno spazio per la banalità o per le risposte consolatorie, ma soprattutto un libro profondamente pensato e destinato a mettere in modo riflessioni quasi mai facili da affrontare che vanno a toccare temi spinosi come il significato del dolore, il concetto di società e la natura stessa dell’essere umano.

Roberto Bonfanti
www.robertobonfanti.com

blog www.rocktargatoitalia.eu

 

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ATLANTE: Nuovo album "paure/verita'"

GLI ATLANTE TORNANO
CON UN NUOVO ALBUM, "PAURE/VERITÀ"

Chi sono gli ATLANTE

Gli Atlante sono un trio di stampo alternative rock nato a Torino nel 2016. Il singolo Atlas, contenuto nel loro primo disco Un’entropia di immagini e pensieri (2019, Pan Music) gli permette di essere scelti come artisti del mese su MTV New Generation ed entrare in rotazione sul canale MTV Music. A novembre 2019 esce il singolo Lamiera, con il quale gli Atlante decidono di unire alla loro matrice rock elementi appartenenti al mondo della musica elettronica. Durante la quarantena tra marzo e maggio 2020, nonostante la distanza, gli Atlante producono Crociate, pubblicata il 29 maggio 2020. Nel corso degli anni hanno suonato nei club di tutta Italia e partecipato a importanti festival come Apolide, Balla Coi Cinghiali, _resetfestival, Memorabilia, Meeting del Mare, Artfall festival e molti altri. Con l’uscita del secondo disco "Paure / Verità" gli Atlante proseguono il percorso di sintesi tra il rock e l’elettronica intrapreso con l’uscita di Lamiera e Crociate. 

"PAURE / VERITÀ", il nuovo album
Paure/Verità è un album che nasce dall’intento di unire due mondi sonori spesso distanti tra loro: il Rock inteso in senso lato per la presenza di strumenti a tratti molto distorti, e l’Elettronica caratterizzata da una cura al dettaglio del suono, più pulita, ordinata e composta. L'obiettivo è stato sin da subito trovare il connubio adatto per far coesistere synth, samples e vocoder mantenendo il più naturale possibile strumenti acustici come la batteria, il basso e la chitarra.

Le tematiche principali del disco sono l’Amore e il Tempo: due elementi che nella vita si intersecano costantemente, tanto che scinderli è impossibile. L’intensità di un amore è strettamente correlata al tempo dedicato per coltivarlo, e la ripresa da un dolore avviene solo dopo un periodo di immersione necessario per metabolizzarlo. È il Tempo che determina l’alternanza sinusoidale di momenti pieni di gioia con periodi più bui, fatti di incertezze e paure, spesso caratterizzati da una simile intensità ma diametralmente opposti.

Ecco da cosa deriva il nome dell’album: le nostre Paure, che in fondo sono le Verità più nascoste, sono lì pronte a travolgerci. Le stesse che se affrontate e vissute con intensità diventano punti di forza. 

ASCOLTA L'ALBUM

 

 

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