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Gli ascolti di giugno 2022. articolo di Roberto Bonfanti

Gli ascolti di giugno 2022.
articolo di Roberto Bonfanti

Si avvicina l’estate e si inizia a cercare di restare a galla fra l’afa e il sudore, ma la cosa più fastidiosa continua a essere la propaganda becera dei soliti giornalistoni e influencer impegnati a reti unificate a indottrinarci come bambini poco intelligenti su quanto siano buoni i buonissimi di turno, quanto siano cattivi i cattivissimi del momento e quanto dobbiamo sempre rendere grazie ai nostri grandi leader, al loro irreprensibile operato e alle loro sante guerre. Forse l’unica soluzione, oltre a cercare fonti d’informazione più serie scavando oltre il mainsteam, è coprire queste voci con un po’ di buona musica. Ecco allora i consigli musicali per questo giugno inafferrabile.

Approccio smaccatamente pop e un'ironia intelligente che sa intrecciarsi con una vena sottilmente malinconica: sono questi i capisaldi attorno a cui si muovono i parmensi Il Peggio È Passato con il loro album d'esordio intitolato “Bugie d'autore”. Nove canzoni immediate, fresche e ben scritte che riescono a incarnare un’idea intrigante e personale di pop contemporaneo nascondendo una visione agrodolce delle questioni umane dietro un velo di piacevole e giocosa leggerezza.

Conosciamo da tempo la sensibilità di Alia, il suo gusto melodico raffinato e la sua scrittura intrisa di una poesia garbata e sincera. “Io so come sei riuscito a sopravvivere senza gli altri”, nuovo album del cantautore, è un'ottima conferma del talento dell'artista che si concretizza in una manciata di canzoni pop intime che scorrono su un'elettronica dilatata dall’approccio internazionale. Un lavoro che colpisce per la delicatezza che riesce a esprimere irradiando una dolce malinconia senza rinunciare alla modernità.

La seconda prova discografica dei Leda suona come salto indietro nel tempo. “Marocco speed” è infatti un album rock dall’anima marcatamente anni ’90 che all’epoca non avrebbe sfigurato nel catalogo del Consorzio Produttori Indipendenti. Un disco irrequieto, spigoloso e intransigente tanto nei suoni quanto nei contenuti, incentrato su atmosfere cupe e a tratti claustrofobiche all’interno delle quali la voce di Serena Abrami naviga spesso come una lucina in una notte buia creando un affascinante gioco di chiaroscuri.

“Privilegio raro” di Tutti Fenomeni è un disco che ama provocare l’ascoltatore e mischiare continuamente le carte sfuggendo a qualunque catalogazione. Tredici brani inquieti e spigolosi che si districano fra filastrocche rock, deliri elettronici, momenti trascinanti e canzoni dall’andamento imprevedibile che si trasformano in un tourbillon di citazioni e giochi di parole pungenti. Un progetto molto particolare in cui riferimenti alti e bassi sanno mischiarsi creando un effetto straniante.

È un senso di inquietudine strisciante e quasi indolente, la sensazione che domina nelle canzoni degli Aliante, duo salernitano che con “Strada blu” presenta un album che scivola su un filo intimo e abrasivo che unisce il rock alternativo più malinconico con la canzone d’autore più riflessiva. Otto canzoni amare, dalle atmosfere spesso in bilico fra il metropolitano e il desertico, che prendono per mano l’ascoltatore e lo accompagnano in un viaggio a passo lento fra paesaggi di periferia e senso di sconfitta.

Quanto ci si trova ad ascoltare un nuovo album dei Diaframma la prima reazione è inevitabilmente un superficiale: “ok, è il classico disco dei Diaframma”. Poi già al terzo ascolto ci si inizia a rendere conto che molte canzoni finiscono fin da subito col diventare dei piccoli nuovi classici e che di quel mondo c’è ancora bisogno. “Ora”, il nuovo album della storica band fiorentina, è esattamente così: in tutto e per tutto un disco dei Diaframma, con quelle sonorità asciutte dal gusto rock e soprattutto con quella poetica decadente che è da sempre il segno distintivo di Federico Fiumani, fra malinconie irrisolte, storie di sesso e riflessioni poetiche. Ed è giusto così, perché un disco dei Diaframma deve essere un disco dei Diaframma e la scrittura di Fiumani è qualcosa che è sempre bello riassaporare.

Roberto Bonfanti
[scrittore e artista]

www.robertobonfanti.com

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Dal 21 maggio in Radio e in tutti i Digital Stores "AMORE BRUTALE" dei DINAMIKA

“AMORE BRUTALE” è il titolo del nuovo singolo della band DINAMIKA, disponibile a partire dal 21 maggio in Radio e in tutti i Digital Stores.

«È tramontata la luna, anche le Pleiadi; è mezzanotte, il tempo passa; ma io dormo sola»

Sono le parole che scriveva Saffo, poetessa greca del VII secolo a.C., per descrivere come, al calare del sole, si renda conto di essere sola. È questa la riflessione su cui si basa il nuovo brano dei DinamiKa: una sensazione di loneliness”, di solitudine inspiegabile che diventa evidente durante la notte poiché, paradossalmente, “la notte rende tutto più chiaro”.

Amore Brutale è una sorta di catarsi: sottolinea la necessità dell’autore di gridare un dolore, di spiegare una sofferenza che ha tormentato il protagonista del singolo per molto tempo - resa evidente dalla malinconia che scorre dolcemente nelle strofe del singolo della band lombarda - e di far pace con la consapevolezza che l’amore tra lui e l’amata sia ormai svanito.

È una canzone che lascia una sorta di amaro in bocca, una sensazione di afflizione, ma che trasmette anche moltissima forza e grinta grazie alle sonorità rock che si sentono echeggiare in tutta la durata del brano. 

 

DINAMIKA, Biografia

DinamiKa si formano nell’autunno del 2015 nella provincia di Como, in Lombardia.

I membri si ritrovano in sale prove con frequenza, ma soprattutto con voglia, entusiasmo e passione, per comunicare i propri messaggi e le proprie emozioni attraverso la musica; è proprio in questo modo che nasce il progetto DinamiKa.

La band ha all’attivo un album di inediti chiamato ‘’Testa Tra le Mani’’, con influenze Pop, Blues e Rock. I brani si basano su riflessioni personali, fatti accaduti e non, cercando un senso a tutto ciò che accade nella vita quotidiana.

Il brano “Testa Tra Le Mani”, che dà il nome all’album, è una canzone molto attuale, il cui filo conduttore è quello di mettere al riparo gli occhi, le orecchie, la Testa dal “rumore mediatico”, dal “morso del Diavolo”, cercando di trovare noi stessi, il nostro pensiero e la nostra libertà.

Nel 2021 pubblicano il nuovo singolo “Amore Brutale” scritto da Stefano Attuario.

Le influenze musicali sono diverse, spaziano dal rock, al blues, al pop rock internazionale fino al rock italiano con Marlene Kuntz, Afterhours e Verdena.

I componenti della band sono 5: Nicolas Profazio alla voce, Roberto Golfieri alla chitarra solista, alle tastiere e al basso, Gennaro Pisacane alla batteria e alle tastiere, Chiara Cicchirillo al basso e Stefano Attuario alla chitarra ritmica e acustica.

NEL WEB:

Facebook: https://www.facebook.com/DinamiKaOfficial/

Instagram: https://www.instagram.com/dinamikabandofficial/

Sito Ufficiale: http://www.dinamikaband.com/

 

PAULA RUCOI

Divinazione Milano S.r.l. 

Ufficio Stampa, Radio, Tv, Web & Social Network 

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Tel. 02 5831 0655  mob. 3925970778

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"OGGI E' DOMENICA" Il nuovo singolo di ANDREADIECI

In Radio e in tutti i Digital Stores

“Oggi è domenica”

Il nuovo singolo di ANDREADIECI

Pubblicato dall’etichetta: Terzo Millennio Records

Ascolta in streaming: https://frontl.ink/jrznzn0

 “Oggi è domenica” è il titolo del nuovo singolo del cantautore ANDREADIECI, disponibile a partire da oggi 22 aprile in Radio e in tutti i Digital Stores.

Abbandonate le sonorità raccolte e le riflessioni intimiste di “Un secondo”, l’artista propone qualcosa di completamente nuovo: un brano ballabile e spensierato, nel quale il desiderio di trascorrere una notte libera dai problemi fa da contraltare alla delusione d’amore appena vissuta.

Ritrovarsi con gli amici al bar, abbandonarsi allo svago che una notte tutta da bere può garantire, diventa quindi una via di fuga dai problemi di quella quotidianità che, al calar del sole, passa in secondo piano, anche soltanto per qualche ora.

«È ora di ubriacarsi! Per non essere schiavi martirizzati dal Tempo, ubriacatevi, ubriacatevi sempre! Di vino, di poesia o di virtù, come vi pare», scriveva Baudelaire (Ubriacatevi! in Lo Spleen di Parigi); e sfuggire alla schiavitù del Tempo è proprio ciò che l’artista cerca di fare: con il vino, in questa domenica senza pensieri, e con la poesia, mettendo in parole e musica i suoi problemi quotidiani, che si elevano così a una dimensione artistica.

BIOGRAFIA

ANDREADIECI, nome d’arte di Andrea Di Lauro, nasce a Milano il 28 gennaio 1976. Se Andrea è il nome di famiglia, il suo nome d’arte invece nasce da un augurio per il suo futuro, il numero 10 ha molti significati: è il numero che artisticamente meglio si adatta alla sua persona, che riflette la fiducia in sé stessi perché è il numero dei campioni; è anche simbolo di moltitudine perché simboleggia un tratto della sua personalità, quello di saper imitare molte voci.

Fin dal suo approccio alla musica in età adolescenziale, si capisce che Andrea ha il potenziale di un artista poliedrico: all’ascolto di musica rap, soprattutto dei brani dei sottotono e degli Articolo 31, affianca quello di Antonello Venditti, Claudio Baglioni e Alberto Camerini.

Conosce la musica americana durante il liceo, avvicinandosi al blues americano e al gruppo musicale dei Doors e dei Dire Straits, che diventano importanti punti di riferimenti per “I Semplici”, il suo gruppo musicale. Col tempo, il gruppo cambia nome in “I Nativa”, avvicinandosi al mondo dei Nirvana, del rock, feste e concerti.

A vent’anni frequenta il QG Studio, i B-Nario e gli Indako; al tempo stesso affianca al lavoro una sua produzione personale: prende in mano la chitarra e inizia a comporre le sue canzoni. Milano è stata il suo palcoscenico: non solo perché suona in locali quali il “Legend”, il “Tunnel” e le “Scimmie”, ma anche perché gli permette di isolarsi per conoscere meglio sé stesso e al tempo stesso di stare immerso tra la gente.

Tutto ciò permette di intuire la profonda curiosità che lo contraddistingue: gli piace definirsi un autodidatta cresciuto per imitazione, preparato, dinamico, creativo e riflessivo. Innamorato di Morrison e di Gianluca Grignani, Ungaretti e Rimbaud, si fa chiamare “un ragazzo di strada” (citando quelli che lui stesso chiama “i mitici Corvi”).

Ha lavorato per 10 anni con il gruppo musicale dei B-Nario come tecnico, tour manager, occupandosi dell’organizzazione dei concerti e assistendoli in studio. Ha conosciuto Alioscia Arioli, musicista e produttore musicale (che ha collaborato per 7 anni con Gianluca Grignani), con cui ha collaborato per l’arrangiamento del singolo Mary Love, una sorta di favola, metafora dei sentimenti e dei comportamenti umani analizzati attraverso una chiave musicale rock. Nel gennaio 2022 ha già pubblicato il singolo “Un secondo”

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GIUSEPPE MARTINO – PAULA RUCOI

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Gli ascolti di aprile 2022, blog di Rock Targato Italia

Gli ascolti di aprile 2022.
articolo di Roberto Bonfanti

Ultimamente mi pongo spesso una domanda: c’è differenza fra un artista e una reginetta di bellezza? Per esempio, parlare di pace, di questi tempi, credo sia fondamentale per chiunque. Ma mi aspetto che un artista sappia farlo in modo concreto, con la giusta profondità di pensiero e con il coraggio di puntare con fermezza il dito prima di tutto contro le responsabilità e le scelte scellerate di chi detiene il potere a casa nostra. Da qualche tempo invece vedo solo semplificazioni. Vedo il desiderio di esporsi il meno possibile o di farlo solo in modo innocuo assecondando la narrativa che va per la maggiore, chissà poi se per reale poca voglia di approfondire o se per il timore che contestando qualcosa si finisca con l’essere etichettati come “filo-questo” o “no-quello” e si rischi così di uscire dalla programmazione di qualche evento. Vedo persino artisti che si trasformano in cani da guardia del potere contestando chi lo contesta. E questo mi mette una certa tristezza.

Con un pizzico di nostalgia per i tempi in cui l’artista aveva il preciso dovere di non essere accondiscendente verso il potere, torniamo anche in questo aprile a parlare di musica.

Pier Adduce, che non si può che ammirare per la dedizione con cui da oltre vent’anni porta avanti il suo percorso con i Guignol, ha deciso di regalarsi un doppio esordio: quello come scrittore con il romanzo “Epifania in via Campania” e quello come cantautore con un album da solista intitolato “La bottiglia blu”. Le nove canzoni del disco ci presentano un autore in ottima forma, capace di raccontare in modo incisivo storie introspettive e spesso amare incastonandole fra sonorità asciutte e atmosfere blues notturne che le arricchiscono di ulteriore fascino. Probabilmente uno dei tasselli migliori del suo ormai lungo percorso.

Ci sono certo illustri precedenti, sul fatto che un cantautore possa affidarsi a una band prog per l’arrangiamento dei propri brani, e l’incontro fra Marco Ongaro e i Logos all’interno del nuovo album dell’artista veronese è la conferma di come l’alchimia possa dare esiti positivi. “Solitari” si può infatti considerare un esempio riuscito di moderno pop d’autore intelligente. Canzoni che si prestano a diversi livelli di lettura alternando poesia e ironia senza mai rinunciare a un’immediatezza valorizzata ancora di più dagli arrangiamenti tanto compatti e diretti quanto ricchi di sfumature.

Diego Cignitti lo ricordiamo finalista di Rock Targato Italia già sei anni fa, ma usava un altro nome rispetto al suo attuale progetto musicale e aveva un approccio completamente diverso da oggi. “Morte e pianto rituale”, album d’esordio di questa nuova fase del suo percorso a nome Cigno, appare come un susseguirsi di incubi timburtoniani. Atmosfere irrequiete e arrangiamenti tanto nervosi quanto stratificati rivestono canzoni totalmente destrutturate, caustiche e imprevedibili. Un disco ricco di idee che sfugge a ogni catalogazione.

Arrivano alla seconda prova discografica, i La Rosta, band fondata da Massimo “Ice” Ghiacci (bassista dei Modena City Ramblers, qui impegnato alla voce) e Marco Ambrosi (già chitarrista di diversi progetti, fra cui i Nuju, e fresco anche di esordio letterario con il romanzo “Vincere perdendo”) a cui si è aggiunto Andrea Rovacchi. Visto il background dei fondatori, le coordinate attorno a cui si muove “Hotel Colonial” sono inevitabilmente quelle del folk d’autore, ma la scrittura della band dimostra di sapersi aprire anche a un’immediatezza che quasi strizza l’occhio al pop, a qualche brezza di vento mediterraneo o a qualche sfuriata punk acustica andando a comporre un collage ben strutturato e decisamente piacevole.

Pubblicare un disco nei giorni del proprio novantesimo compleanno: sembra incredibile ma, con “E la voce va”, Detto Ferrante Anguissola è riuscito a farlo. E la cosa sorprendente è che l’album non suona affatto come “il lavoro di un novantenne” ma come l’opera di un artista capace di mettere in fila nove canzoni dalle melodie pulitissime e dalle sonorità prevalentemente acustiche in cui si mischiano sensibilità, ironia, malinconia e voglia di non smettere di raccontare storie e sviscerare riflessioni. Un lavoro da cantautore autentico che sa intrecciare con grande naturalezza parole e melodie.

Roberto Bonfanti
[scrittore e artista]

www.robertobonfanti.com

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