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Gli ascolti di agosto 2022.

Gli ascolti di agosto 2022.
articolo di Roberto Bonfanti

Le dinamiche del mondo della musica spesso possono insegnare molto. Abbiamo visto spesso personaggi esplosi ostentando la propria non appartenenza al mainstream finiti alla prima occasione a confezionare tormentoni radiofonici. Abbiamo visto artisti ribelli passare in un soffio dall’invocare nomi e verità scomode al fare da megafono a qualunque pensiero accomodante. E c’è stato anche qualche signore che urlava di voler andare in certi salotti solo “per combattere il sistema dall’interno” diventato poi proprio uno dei simboli di quello stesso sistema. Purtroppo è così che vanno le cose nel nostro Paese, tanto nella musica quanto in contesti più importanti. E credo che oggi sia importante ricordarlo.

Al di là di tutto, comunque, archiviate le due splendide giornate dello scorso weekend al Legend, torniamo a consigliare qualche bel disco uscito di recente.

È un progetto particolare, quello pubblicato da Francesco Pelosi in questa calda estate: “Cantata per Guido Picelli” è infatti un EP nato per accompagnare l’uscita di “Guido Picelli – un antifascista sulle barricate”, un romanzo a fumetti realizzato insieme all’illustratore Rise che racconta la storia sindacalista combattente protagonista delle barricate parmensi del 1922. Sei canzoni dall’indole folk in cui si alternano inediti e riletture di storici brani di lotta andando a comporre un percorso musicale suggestivo e orgogliosamente fuori da ogni moda.

Ci sono rabbia e impulsività in abbondanza, fra le pieghe del nuovo progetto di Pierpaolo Capovilla intitolato "Pierpaolo Capovilla e i Cattivi Maestri”: un album rock sanguigno, sporco, polemico, decadente e abrasivo che non deluderà quanti hanno amato Il Teatro Degli Orrori. Un lavoro in cui le chitarre stridono e la sezione ritmica martella a dovere, mentre la voce aspra di Capovilla snocciola storie, pensieri e anatemi con l’irruenza e il desiderio di esporsi che lo ha sempre contraddistinto.

Sono sempre vivi, gli Assalti Frontali, e sembrano desiderosi più che mai di uscire di raccontare la loro verità. “Courage” è infatti un album che ricalca in pieno lo stile della storica band romana, con un rap colmo di sonorità che richiamano gli albori dell’hip-hop italiano anni ’90, ma si distingue per contenuti che affondano le radici nel desiderio di reagire ai drammi sociali dell’ultimo biennio. Un disco immediato ma segnato dall’urgenza di non mettersi i paraocchi di fronte a un’epoca tanto complessa.

Si muovono con grande naturalezza fra pop, rock e venature cantautoriali, gli emiliani Nancy, e il loro lavoro d’esordio intitolato semplicemente “Nancy EP” è un piacevole insieme di canzoni capaci di spaziare fra quadretti narrativi venati di malinconia e momenti chitarristici più acidi senza mai trascurare la giusta dose di immediatezza. Un primo passo incoraggiante per una band dal sound ricco di sfumature.

Roberto Bonfanti
[scrittore e artista]

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Gli ascolti di luglio 2022.


articolo di Roberto Bonfanti

Forse è un problema mio, ma personalmente conosco molte più persone che hanno avuto il “coso innominabile che ha fermato il mondo” in questi ultimi due mesi rispetto a quante ne ho viste dall’inizio del caos. E, a dire il vero, non mi era nemmeno mai capitato in tutta la mia vita di vedere così tanta gente influenzata in estate. Ma ormai i bollettini quotidiani sono passati di moda per cui non importa. Dopotutto dicono che questa sia “l’estate della rinascita”: un’estate in pieno stile anni ‘80 in cui, fra venti bellici, ricatti sociali messi provvisoriamente in pausa, presagi di crisi profonde e ombre ancora in via di definizione all’orizzonte, si lasciano sfavillare i lustrini e si balla senza porsi domande in attesa di un inverno poco rassicurante. Dunque, procediamo anche noi con la consueta carrellata su qualche interessante uscita discografica.

Se vogliamo cercare un filo rosso che lega le canzoni de L’Ultima Fila lo possiamo trovare nel senso di malinconia che gli fa da sfondo. Una vena malinconica sottile e penetrante che fa da collante fra una scrittura riflessiva, un’indole pop cantautoriale e un sound sfaccettato in cui si mischiano synth-pop, indie e folk intimista. Nasce da questo mix “Un mare alla volta”: un album che si districa senza alcuna fretta fra tinte tenui e storie al passato lasciandosi accarezzare da un’atmosfera decadente da fine estate.

Suona come un viaggio in treno su una ferrovia circondata dalla nebbia, l’ascolto di “Merçe” di Lukasz Mrozinski. Un album quasi cinematografico in cui la canzone d’autore più intimista sposa un rumorismo soffuso e un’elegante vena sperimentale creando paesaggi sonori estremamente dilatati che hanno il sapore dell’alba di una mattina d’inverno e canzoni che vagano fra paure, distanze, senso d’isolamento e primi bagliori di nuovi inizi.

A volte c’è bisogno anche di leggerezza. Gli Zio Pecos si presentano come tre simpatici cazzoni dediti a un pop-rock decisamente brillante, a tratti travolgente, pieno di ironia e di voglia di sorridere. Nasce così “Chiaroscuro”, un album suonato con una formazione tipicamente rock ma con un piglio smaccatamente pop, stracolmo di ritornelli immediati, ritmiche accattivanti e un approccio estremamente giocoso, solare e soprattutto divertito prima ancora che divertente.

C’è un bel senso di purezza e leggerezza nella musica di Emanuele Colandrea e “Belli dritti sulla schiena”, nuovo lavoro dell’artista laziale che qualcuno ricorderà anche come leader dei Cappello A Cilindro, è un album da cantautore puro: di quelli che sanno imbracciare la chitarra acustica e snocciolare con una naturalezza disarmante riflessioni, storie e malinconie. Un lavoro che riesce a essere intimo e riflessivo ma al tempo stesso leggero e piacevole come un temporale estivo nel pieno di una giornata afosa.

Devono essere cresciuti abbeverandosi alla fonte degli ultimi quarant’anni di rock alternativo italiano in ogni sua forma più caustica, gli Audio Chaos, poi hanno messo tutto nel frullatore, hanno attualizzato alcune sonorità, hanno inserito la loro visione del tempo presente, e hanno partorito il loro sound. Ecco così “Uroboro”: un album rock dal suono compatto e potente, ricco di citazioni e di sfumature che rende omaggio allo sguardo corrosivo dei CCCP e all’approccio sonoro dei Massimo Volume.

Roberto Bonfanti
[scrittore e artista]

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Gli ascolti di marzo 2022. Articolo di Roberto Bonfanti

Gli ascolti di marzo 2022.
articolo di Roberto Bonfanti

Poco meno di 26 miliardi (sottolineo: miliardi, non milioni) di Euro: è questa la cifra (a cui si sommeranno poi anche le erogazioni aggiuntive non preventivate, come i 174 milioni di cui si è da poco deliberato) che, a dispetto di tutte le bandierine multicolore, il nostro Paese ha stanziato anche nel 2022 per le spese militari per continuare a fare parte di un’alleanza anacronistica guidata da nazioni le cui smanie sono da settant’anni quanto meno la concausa profonda della gran parte dei conflitti, incluso quello che oggi è sulla bocca di tutti e altri comunque ancora in atto. Forse occorrerebbe riflettere su questo dato (e sul fatto che questa cifra aumenta ogni anno, a dispetto dei continui tagli a sanità e istruzione), mentre ci prepariamo alle drammatiche ricadute dell’inevitabile aggravamento di quella crisi energetica già da tempo spinta e agognata da chi tiene le redini di un potere che si regge ormai solo sul vessare le fasce deboli delle popolazioni in favore delle élite. Ma, in attesa di vedere come tutto questo si evolverà, anche in questo marzo dal sapore così anni ’80, torniamo a parlare di musica.

Arriva da un percorso in un talent show, il giovanissimo gIANMARIA, ma nella sua scrittura sembra                                            albergare un’autenticità tutt’altro che televisiva. “Fallirò”, l’album d’esordio del cantautore, è una bella raccolta di storie dolorose raccontate senza morbosità e ferite messe a nudo con grande sensibilità su cui aleggia mai banale senso di sconfitta. Il tutto esposto attraverso un pop d’autore dalle sfumature urban moderno e ben equilibrato. Un esordio molto promettente per un artista che sembra avere saputo sfruttare la popolarità televisiva senza lasciarsene corrompere. Speriamo abbia la forza di continuare così.

Quando c’è bisogno di elettricità, chitarre stridenti e atmosfere claustrofobiche, “Zombie cowboys” dei Gomma è, fra le uscite recenti, una delle risposte più credibili. La terza prova discografica della band campana suona infatti, a partire dal titolo, come un bel pugno dritto in faccia in chiave post-hardcore denso di rabbia e senso di straniamento. Un lavoro catartico da ascoltare ad alto volume lasciandosi travolgere dal fragore delle distorsioni, con quel suono tagliente che riflette bene il caos e la sensazione di isolamento dell’epoca che stiamo vivendo.

Ai primi ascolti “La mia patria attuale” di Massimo Zamboni appare come qualcosa di spiazzante, se non altro perché si tratta di un album con cui il cofondatore dei CCCP si avvicina più che mai a un’idea di canzone d’autore nel senso più classicamente emiliano del termine. Una volta superata la sorpresa iniziale ci si rende conto però che alla base di tutto c’è la sensibilità dello Zamboni che siamo abituati a conoscere da sempre, con le sue inquietudini e il suo bisogno di scavare sempre oltre ciò che ha di fronte. Il risultato è un disco asciutto e spigoloso, che si avvicina molto alla canzone d’autore ma che sa anche mischiare le carte con slanci irrequieti di rock minimale e spoken word riflessivi.

Roberto Bonfanti
[scrittore e artista]

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Le “STELLE” 2021 Miglior Album, Miglior Singolo, Migliore Etichetta 2021

Le “STELLE” 2021

Miglior Album, Miglior Singolo, Migliore Etichetta 2021

BACHI DA PIETRA, I FASTII DISCHI DEL MINOLLO

Le “TARGHE” di ROCK TARGATO ITALIA

I migliori commenti sono quasi sempre degli amici. In questo caso no. Ci siamo fatti dei nemici, come chi non ha mai vinto e aveva maturato delle aspettative. Ci siamo resi simpatici per la particolare forma di approccio non conformista né consolatorio. Ci piace pensare di essere immuni al mercato e succubi delle emozioni. Non abbiamo licenziato Dio: non abbiamo questo potere e non lo vogliamo. Guardiamo con sfiducia il tritacarne dei social fare vittime illustri ed eccellenti sconosciuti farsi avanti per la stessa sorte. Questo è il gioco che piace tanto ai guardoni della classifica e delle nostalgiche playlist di chi ama vincere facile. La nostra curiosità è complicata, viaggia su strade poetiche con musiche personali e panorami illuminati da finestre aperte all’universo intero. Dalla merda all’oro, dai vetri ai diamanti, dall’insulto alla carezza. La musica cambia, la vita cambia sfanculando il mercato, nella visione di UNIVERSI possibili. (Rock Targato Italia 2021)

LE “STELLE” le Targhe anno 2021  i PREMI di Rock Targato Italia sono stati assegnati a:

BACHI DA PIETRA - "Reset"

Un album diretto, amaro, provocatorio e dolente che sa come colpire e lo fa senza remore. Un lavoro caustico costruito su un rock cupo e attuale che non rinuncia però a quella vena di quel blues primordiale che è da sempre nell’anima della band.

I FASTI - "Tutorial"

Il teatro canzone reinventato in chiave postmoderna. Elettronica lo-fi e suoni distorti accompagnano, districandosi fra spoken word e ritornelli travolgenti, una serie di storie surreali che finiscono col mettere a nudo le nevrosi di tutti noi esseri umani contemporanei.

I DISCHI DEL MINOLLO

Una realtà minuscola ma tremendamente agguerrita che da ormai diversi anni scava nell’underground più estremo per dare visibilità a progetti meritevoli e fuori dagli schemi. Un esempio di tenacia e desiderio di andare sempre avanti per la propria strada. (a cura di Roberto Bonfanti, Scrittore e artista)

Francesco Caprini

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