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SETTE INAUGURAZIONI - SATURA Palazzo Stella


SETTE INAUGURAZIONI
SATURA Palazzo Stella
Sabato 9 novembre 2019 ore 17:00


Per il nuovo ciclo di esposizioni dedicato ai protagonisti dell’Arte Ligure prosegue la retrospettiva del maestro Aurelio Caminati (1924 - 2012) “Omaggio a Caminati” a cura di Mario Napoli.

Si inaugurano le mostre personali di Stefano Borroni “Noi siamo della stessa materia di cui son fatti i sogni” a cura di Mario Napoli, Francesco Dammicco “Prototipi per fonderia” a cura di Andrea Rossetti, Massimo Gilardi “Volti o maschere?” a cura di Flavia Motolese, Fiorella Manzini “Movimenti” a cura di Andrea Rossetti, Francesco Martera “Frammenti” a cura di Flavia Motolese e la mostra collettiva internazionale “Cibarie Leonardesche Edizione Zero Tre” a cura di Beth Vermeer con eventi collaterali e performance interdisciplinari. Saranno esposte le opere di Carlo Accerboni, Laura Accerboni, Stefania Alba, Silvia Bibbo, Salvio Capuano, Valter Luca De Bartolomeis, Uri De Beer, Maurizio Elettrico, Marilena Faraci, Agostino Faravelli, Laura Fonsa, Francesco Geronazzo, Fabrizio Gori, Yana Karamandshukova, Andrea Mancini, Andreas Mares, Françoise Morin, Enzo Navarra, Silvia Noferi, Antonello Paladino, Gloria Pastore, Mario Pepe, Farzaneh Rostami, Claire Jeanine Satin, Roberto Tondi, Marisa Tumicelli.

Sarà, inoltre, visitabile il nuovo spazio “La Galleria”, tappa obbligata per tutti i critici e collezionisti che vogliano apprezzare opere esclusive di: Alexander Calder, Lynn Chadwick, Piergiorgio Colombara, Claudio Costa, Walter Di Giusto, Paul Flora, Stefano Grondona, Jean Marie Haessle, Keith Haring, Alex Katz, Attilio Mangini, Carlo Merello, Plinio Mesciulam, Riri Negri, Peter Nussbaum, Donald Saff, Emilio Scanavino, Kumi Sugai, Antoni Tapies, Victor Vasarely.

Le mostre resteranno aperte fino al 20 novembre 2019

Dal Martedì al Venerdì ore 9:30-13:00 / 15:00-19:00
Sabato ore 15:00-19:00
Piazza Stella 5/1 - 16123 Genova
tel. 010 2468284 / cell. 338 2916243 / E-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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La musica che valore ha realmente nella vita

002 - Antonio ChimientiRock Targato Italia

La musica che valore ha realmente nella vita

Premetto che con questo titolo torneremo spesso ed aprire argomenti o tessere nuove prospettive perché è chiaro che non è possibile esaurire in poche righe un titolo così avvolgente.

In effetti più che la musica in senso stretto è il suono ed avere un valore. Ed ancora un pò più in generale l’armonia che esso produce.

 

Ecco è l’armonia ed avere un valore profondo nella nostra esistenza.

L’armonia che ci viene in mente spontaneamente è quella fra le persone, almeno sé ponessimo la questione a persone che non sono musicisti mentre  sé la pongo a voi chiaramente rispondereste riferendovi a quella musicale, quella degli accordi e della composizione in genere. Eh sì , ma cosa risponderebbe un geologo, uno astronomo o uno zoologo quando osserva la sua armonia della natura  tutti i giorni della sua vita?

L’armonia non è un termine della lingua italiana pluri-significato o per scelleratezza dei nostri linguisti servo utile a colmare qualche lacuna o pigrizia nel cercare termini più appropriati… no. E’ l’armonia ed essere talmente universale da essere onnipresente in molti luoghi e contesti della nostra vita. Ora scendiamo nei dettagli

Il suono è energia. Sì verifica allorché qualcosa o più di una cosa interagendo fra loro produrranno un lavoro dunque una energia. la forma di questa energia è un’onda, che noi potremo udire , ma anche non udire. Ma l’onda non dovrà essere per forza acustica, ma per esempio ottica o fluida o di altra natura. Quello che a noi interessa perché oggetto di questo articolo è prendere coscienza che queste energie sono …. anzi non loro , ma noi SIAMO immersi in esse.

Queste “onde” sulla terra non hanno una vita infinita, decadono, ma le interazioni fra esse sono continue e pur avendo un Ordine preciso a noi ( generalmente parlando) sfugge qualsiasi loro periodicità o sincronismo. Di cosa sto parlando? Della spettacolare sincronia e perfezione delle onde prodotte da un sasso lasciato cadere nell’acqua. E’ il più banale degli esempi, ma basta ed accorgersi di cosa sto parlando. Bene, ma meraviglia delle meraviglie anche due persone o più che sì incontrano in quanto corpi con una massa producono l’energia responsabile della produzione di onde e dunque, a tutti gli effetti, diventando generatori di armonia.

 

La musica…..l’onda prodotta dalle nostre canzoni, dalla nostra voce, dalle semplici mani applaudite impattano contro i nostri corpi e di coloro che ci sono davanti ed interagiscono con essi producendo a loro volta una armonia ( un insieme di onde) che ci pervaderà con degli effetti che a seconda della tipologia del nostro corpo e del loro avranno un ventaglio di possibilità dal massimo armonioso alla più disturbante inarmonicità.

Come è possibile tutto questo? Faccio sempre un esempio a questo punto che mi trascino dietro dai tempi delle scuole medie: l’esempio del Diapason. Sé sì prendono due Diapason di peso e misure simili e lì sì pone uno di fronte all’altro, basterà percuoterne uno per produrre un SUONO e subito dopo anche l’altro comincerà ed emettere lo stesso suono, senza però averlo mai sfiorato. Questo  a dimostrazione che per effetto della SIMPATIA ( ora forse comincerete a capire cosa vuol dire quando due persone sì trovano simpatiche) le molecole del secondo Diapason cominceranno ed eccitarsi provocando appunto la genesi del SUONO.

Vediamo ora qualche applicazione pratica dopo aver acquisito queste riflessioni sull’argomento.

Un conto è suonare il proprio strumento da soli in una stanza o al massimo con qualcuno che già sì conosce e pertanto ora sappiamo essere già in armonia con noi, altra cosa è fare lo stesso con persone che non conosciamo come per esempio nuovi musicisti , un critico e peggio il pubblico.Tralasciamo il pubblico che nella misura del numero di persone di cui è composto ci indica quale sia il grado raggiunto della nostra Armonia i cui effetti benefici attraggono appunto codeste persone e concentriamoci su cosa dobbiamo fare per aumentarne il numero o rendere la nostra Capacità Armonia sufficiente a soddisfare il critico o ed interagire con successo con i nuovi amici musicisti.

 

Quello che dobbiamo fare sono due cose: la prima è ovvia fare esercizio, la seconda mettere in pratica al meglio l'oggetto dei nostri esercizi e cioé: riconoscere nelle nostre note ( composizioni, assoli di strumento, scritture di testi ecc ecc ogni qualsiasi piccola cosa che ci disturba.

 

Non disturberà solo noi , ma anche il nostro pubblico , gli amici musicisti , il critico,,,tutti.

 

Come fare a capirlo? Dobbiamo esercitarci a volerci bene, Dobbiamo desiderare di allontanare da noi ogni visibile impedimento al nostro successo. La pigrizia a rimuovere qualcosa di sbagliato è per esempio un classico. Quante volte capita di incidere una traccia  bellina e per questo non abbiamo il coraggio di cancellarla. Ma quello che per noi narcisisticamente appare carino per gli altri che non ne sono padri fa schifo! Dobbiamo per esempio alzare il livello di autocritica senza scivolare nell’autodistruzione. Possiamo eleggere un nostro collega a giudice e farci assistere. Di solito nelle carriere avviate sì ricorre ed un produttore Artistico per svolgere questo ruolo.

 

Un’altra cosa che possiamo fare per convincerci ed abituarci a questa sana e buona attività di auto presidio...è quella di prenderci una pausa lunga prima di emettere un verdetto sulle nostre scelte. Di solito queste pause sono odiose e considerate assurde, ma gli effetti positivi sono assoluti, poi i tempi sì ridurranno con l'acquisizione di maggiore autocritica. Capirete al volo ciò che è disturbante e non avrete bisogno di molto tempo. L’abitudine al bello presto vi farà apparire molto armonioso tutte le cose circostanti e riuscirete a portare miglioramenti anche a coloro che non hanno ancora raggiunto il vostro livello. Questa è la sensazione che ricevete quando vi trovate al cospetto di una persona che etichettate come esperta, o umile o meravigliosa. In realtà è armoniosa con sé stessa più di quanto sia la media delle persone che frequentate.

 

Anche lo strumento deve facilitarvi in questo. Deve essere un bello strumento, io personalmente quando comprai il mio Pianoforte a mezza coda impiegai mesi per trovare quello giusto. D’accordo era motivato dalla spesa, ma comunque sapevo che uno strumento armonioso( PER ME) non poteva essere frutto di uno standard , ma bensì di una persona simile a me, qualcuno di simile a me che aveva costruito il mio futuro Pianoforte. Lo amo quando lo suono. Quindi altro consiglio non procuratevi il primo mixer/ chitarra/ amplificatore

 

 batteria ecc ecc che capita perché non sapete quello che vi state perdendo. Stessa cosa vale per il vostro manager/Autore/ tour manager.

 

Abbiate il coraggio di difendere la vostra visione, ma solo dopo averla difesa anche da voi stessi.

 

Non partite da preconcetti che non vi appartengono, non utilizzate pensieri di altri, non abbiate vergogna di urlare i vostri, ma tenete sempre aggiornata la conta di ore che avete dedicato alla cancellazione degli errori dalla vostra armonia. Sé avete un conto consistente alzate pure la voce altrimenti è probabile che siate solo molto pieni di aria.

 

Ovviamente ci sono molte altre cose che il musicista professionista fa nell’aumentare la sua capacità Armonica come per esempio farsi coadiuvare da strumenti specifici per questo scopo, ma anche qui ci sono coloro che delegano per esempio ad uno strumento di mastering per aggiungere piacevolezza ( che in realtà risulterà stancante all’ascolto) e coloro che avendo seguito questi o altri precettii useranno quegli strumenti solo come controllo perché ed aver provveduto al raggiungimento dell’equilibrio e della piacevolezza saranno state altre scelte migliori di sicuro. Ho citato dei software musicali come plugin vst o programmi per ottenere miglioramenti della vostra musica perché voglio precisare che nel secondo millennio ci deve anche essere spazio alla tecnologia , ma sempre come strumento coadiuvante alla sensibilità ed intelligenza umana e mai nella indecente convinzione che la si possa sostituire.

La musica è intorno a noi? 

Ma forse ora potreste anche permettervi di dire qualcosa di più altisonante nei confronti di questo argomento. L’armonia è qualcosa che organizza i suoni e di riflesso obbliga a capire la natura di un suono, nonché la comprensione di ciò che è padre del suono, poiché ogni suono ( ogni onda di energia) ha genitori diversi da tutti gli altri e come al solito nei miei scritti, potenziare il proprio suono sarà possibile solo a partire dalla conoscenza più profonda di sé stessi.

Nei miei seminari potrai sapere:

 

- cosa sono le onde Pure e Spurie

 

- la genesi delle onde

 

- cosa rappresenta lo spettro armonico

 

- le oscillazioni spontanee

 

- le onde infinite

 

- le onde inudibili

 

- le onde terapeutiche

 

- l’ingombro delle frequenza all’interno di un mix, le tecniche per fare spazio

 

- la psicoacustica

 

- le prime riflessioni

 

- l'ascolto da un’altra stanza

 

- il suono anni 80 perché non stanca mai l’udito.

 

- Outboard analogico vs digitale

 

- l’errore umano è un errore?

 

 e tanti altri temi

 

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FLUXUS LE PERFORMANCE DEI POETI STORIA FOTOGRAFICA DELL'AVANGUARDIA CONTEMPORANEA

FLUXUS LE PERFORMANCE DEI POETI STORIA FOTOGRAFICA DELL'AVANGUARDIA CONTEMPORANEA

FOTOGRAFIE di FABRIZIO GARGHETTIFABIO EMILIO SIMION

FABBRICA DEL VAPORE via Procaccini 4, Milano A cura di Famiglia Margini.

Mostra dal 31 10 2019 al 06 11 2019.


Inaugurazione​ giovedì 31 Ottobre 2019 Ore 18.00 Live Performance: di Michelangelo Jr Gandini “Fuori Tempo” Ore 18.30 di Zanotto e Camera “Una storia d’Amore qualsiasi” Ore 20.00


Info e press : ​Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.​ - 3287141308


- Ma chi di meglio di un fotografo poteva fissare e sottolineare queste performance? Anzi: cosa resterebbe delle stesse senza la ripresa fotografica? - Gillo Dorfles

Di tanta arte in movimento non rimarrebbe traccia, se non ci fosse testimonianza. Di un happening di poesia visiva o sonora, di una performance resta la documentazione fotografica, il segno del genio, il valore del documento.

Nel periodo di fermento dagli anni ‘70 ad oggi, sulla scena internazionale, nascono movimenti d’avanguardia, gruppi, festival, spazi deputati e situazionismi anticonvenzionali – Milano Poesia, il Living Theatre, Domus Jani, Out Off, il Fluxus – Fabrizio Garghetti e Fabio Emilio Simion sono tra i pochi fotografi italiani puntualmente presenti ad immortalare tutta quest’ansia di libertà e di rivoluzione artistica. Le documentazioni fotografiche vibrano di autentica tensione morale e immortalano il desiderio di catturare l’attimo di poesia assoluta, il fotografo e, con lui lo spettatore, entrano nel flusso e nel senso dell’esistenza.

Spesso fianco a fianco, con le loro macchine fotografiche, Emilio Fabio Simion con un aplomb da architetto delle forme e Fabrizio Garghetti impertinente ed intuitivo, azionista della fotografia che irrompe fin sulla scena per testimoniare. Altre volte l’Archivio di uno è complementare all’altro, in ogni caso, la documentazione fotografica di queste performance, tanto rara quanto unica, riveste oggi un valore inestimabile. Un incontro dialettico tra due dei più celebri Archivi milanesi è la scintilla che dà luce alla mostra “FLUXUS: Le Performance dei poeti”, una jam session che coinvolge gli artisti ritratti nelle loro migliori performance, da Yoko Ono a John Cage, Giuseppe Chiari, Nam June Paik, Julien Blaine, Dick Higgins, Daniel Spoerri, Joe Jones, Ben Vautier, Emmett Williams, Walter Marchetti, Gian Emilio Simonetti, Esther Ferrer, Sarenco, Takako Saito...

I due fotografi Fabrizio Garghetti ed Emilio Fabio Simion hanno scelto di esporre gli scatti riuniti in “Strisciate”, foto-sequenze di straordinaria intensità che racchiudono il senso di azione e pensiero della performance. Le “Strisciate” sono un’invenzione originale che permette di cogliere nella sintesi visiva lo sviluppo dell’esecuzione artistica in un colpo d’occhio. Un progetto fotografico che funge da paradigma e suggello di tanta arte in movimento, documentata ed archiviata, ora finalmente visibile grazie alla collaborazione di Francesco Martines che sta compiendo un attento lavoro di digitalizzazione, restauro e composizione. Mostra a cura di Famiglia Margini alla FABBRICA DEL VAPORE dal 31 Ottobre al 6 Novembre 2019.

Fabrizio Garghetti​, nato a Salsomaggiore, nel 1939, si è dedicato fin da piccolo alla fotografia. Cresce nel negozio di ottica del padre, a Milano.
Lo racconta ​Gillo Dorfles ​ : Se, tra i tanti che hanno ripreso le azioni di questi e degli altri artisti del corpo, c'è un fotografo che li ha seguiti passo passo -con amore e straordinaria fedeltà, ma anche con humor e con abilità tecnica- questi è appunto Fabrizio Garghetti. Garghetti ha fissato -attraverso la sua 'camera eye'- molte delle vicende artistiche, in particolar modo quelle che riguardano la poesia visiva nel senso più lato del termine: dalla parola scritta e declamata a quella "pittorizzata", a quella ripresa da settimanali illustrati e poi modificata, a quella accompagnata da azioni, da oggetti, da mimiche, etc. Amico intimo di molti di questi artisti, da Isidore Isou a Giuseppe Chiari, da Ben Vautier a Jean Francois Bory, da Sarenco a Dick Higgins, da Julien Blaine a Emmett Williams, da Adriano Spatola a Ugo Carrega, Garghetti ha tenuto in serbo fino ad oggi, anzi gelosamente 'occultato', un prezioso materiale iconografico che finalmente trova un suo ambito editoriale ed espositivo. La documentazione che ce ne rimane è sempre di straordinaria vivacità e soprattutto tempestività, nel senso che è stato fissato il momento cruciale di ogni azione con quella "puntualità percettiva" di cui Garghetti è ampiamente dotato. Rimangono così, per i contemporanei e per i posteri, alcune documentazioni irripetibili nella loro efficacia, -che più meglio di ogni cronaca scritta- possono offrirci la testimonianza di una delle più fertili stagioni dell'ultimo cinquantennio.

Fabio Emilio Simion​, nato a Fiera di Primiero, in Trentino, nel 1940, si occupa di fotografia dal 1970, attraversando le più diverse esperienze creative in ambito commerciale, industriale, sperimentale e di ricerca.

Autore di oltre trenta libri fotografici, ha collaborato con le principali testate italiane, tra cui “Domus”, “La Gola”, “Alfabeta”, “Ottagono”, nel campo del design, del food, dell’arredamento e dell’arte, e ha realizzato copertine discografiche e manifesti per musicisti italiani e internazionali, tra cui gli Area, Demetrio Stratos, Franco Battiato, Alberto Camerini, Eugenio Finardi, la PFM, e molti altri.

Ha insegnato fotografia all’Accademia delle Belle Arti di Brera. Ha fotografato importanti collezioni d’arte antica, contemporanea e di etnografia, su committenza sia pubblica che privata. Negli anni Settanta, ha fotografato a Parigi l’intera collezione del Vecchio Louvre.

Montanaro assai civile ed acculturato, a lungo Simion ha fotografato in studio i prodotti della vita materiale e di quella industriale, secondo lo stile e le regole del più raffinato still life. Peculiarità della produzione di Simion è la conversazione tra oggetti e significati da decifrare in un opportuno gioco di rimandi, un approccio di relazioni maturato e stimolato nel rapporto di lavoro col grande art director Gianni Sassi.
FLUXUS - LE PERFORMANCE DEI POETI FOTOGRAFIE DI FABRIZIO GARGHETTI E FABIO EMILIO SIMION A cura di Famiglia Margini, in collaborazione con Fondazione Berardelli.

FABBRICA DEL VAPORE via Procaccini 4, Milano Inaugurazione giovedì 31 Ottobre 2019 Ore 18.00 Mostra dal 31 10 2019 al 06 11 2019. Orari d’apertura dalle 14.00 alle 18.00 E su appuntamento. Info e press : ​Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.​ - 3287141308
www.archiviogarghetti.com www.archiviosimion.com

 

 

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Mobile +39 348 7019688
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Una volta la musica allietava. Si realizzava e svaniva.

Antonio Chimienti - Rock Targato Italia

milano 19/10/2019

Una volta la musica allietava. Si realizzava e svaniva. nel senso che non essendoci registrazioni, poteva solo essere ascoltata ed un attimo dopo non esisteva più. L'esperienza era di tipo istantaneo. Era perciò , fortunatamente priva di ogni condizionamento legato al giudizio postumo derivante da confronti, meriti dei singoli ecc.ecc. esclusivamente emozionante ed evocativa.

Non c'era lo stress derivante dall'accostamento oggettivo, come oggi accade all'ennesima potenza nel senso che allora al massimo era soggettivo ( legato magari all'ascolto che si era fatto in precedenza di qualcosa di simile , suonato da qualcun altro in un qualche altro posto non lontanissimo da lì,  di due o più esecuzioni aventi in comune un genere che li accomunasse.

Negli anni passati questo fenomeno del confronto aveva cominciato ad essere presente , ma ancora circoscritto alla possibilità di confrontare una registrazione , ad esempio Americana con una Francese, ma insomma il confronto era estremamente elitario e sempre caratterizzato da una grandissima qualità oggettiva, poichè a poter registrare ed imprimere della musica su un disco erano solo realmente persone che prima di registrare erano state riconosciute nella propria città o paese o nazione come in assoluto i più grandi talenti in circolazione. La gavetta era crudele e i principi di selezione erano assolutamente meritocratici. Chi produceva ci metteva la propria faccia e di conseguenza non poteva arrischiarsi a mettercela troppo spesso.

Oggi il confronto è diventato iper-spietato. Il 90 percento dei talenti del 1700 che hanno trascorso la loro vita suonando oggi non lo potrebbero fare.

Si perchè se ieri. in Germania tu facevi 100 spettacoli in teatro con la tua musica ed  eri un genio in quel paese, ed un altro collega faceva lo stesso spettacolo in Messico con una musica simile... entrambi potevano farlo. Ma oggi uno dei due perderebbe il proprio pubblico a favore dell'altro, anzi che dico…. 99 artisti perdono il loro pubblico a favore di uno solo.

E sì oggi quando fai ascoltare un tuo pezzo il confronto non è mica fatto con quelli della tua città.... no no è fatto con il “Michael Jackson” della situazione, lo fai anche tu , involontariamente.

E' giusto? E' sbagliato? Poco importa perchè questa comunque è la realtà. 

Come dovremmo ragionare noi in quanto Gruppo/Artista/altro considerando quindi tutto questo?

lo vedremo nel prossimo Articolo

Scoprirai nei miei seminari:

- la musica che valore ha realmente nella vita?

- l’ego , una parolaccia?

- perchè lui e non io?

- la musica è davvero quello che voglio fare?

- la musica come ambiente in cui non è detto che io debba per forza solo suonarci

- la musica : una dimensione collettiva

- la musica esiste da sempre ...perchè?

- business e media uccidono l'arte?

- non suono come suonavo e non mi vesto come mi vestivo

 

e molti altri punti che potrai svelare presto seguendo il mio prossimo seminario.

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