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Il terzo e conclusivo incontro del mese sarà con Maurizio Marsico, nome di battaglia Mr. Monofonic Orchestra

REWIND/RECOUNT
Maurizio Marsico/Monofonic Orchestra

19 luglio 2022, ore 19.00
#Agorà

REwind/REcount è una serie di incontri per ascoltare e rivivere storie di musicisti e personaggi fondamentali della scena musicale italiana e non solo, filtrati dallo sguardo e dall’orecchio dei protagonisti.

Il terzo e conclusivo incontro del mese sarà con Maurizio Marsico, nome di battaglia Mr. Monofonic Orchestra, anche se gli alias dietro i quali si è nascosto sono innumerevoli. Dagli anni Ottanta è un inarrestabile agitatore mutante della musica italiana e non solo. La sua discografia è variegata, caleidoscopica e imprevedibile, tra elettronica, dance/italo disco, wave e avanguardia. Attraversando quarant’anni di carriera, dalle tante perle del passato fino alle produzioni degli ultimi anni, ci immergeremo tra ascolti e storie raccontate sotto la fedele guida di Demented Burrocacao.

 

L’incontro si svolgerà presso la Galleria Vetrata.

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MonofonicOrchestra "Carnival"

Ci sono dei legami che durano nel tempo. Questa potrebbe essere la sintesi di questo album. Tanti anni fa, nei famigerati anni ’80 milanesi, quando Maurizio Marsico era il produttore più irregolare della scena, in avventuroso bilico tra avanguardia e dance, e Mauro Tondini, metà Tipinifini, surfava le onde dell’italo-disco, Roger Stanza, che era un fan della loro musica, era come una sorta di Mr. Wolf per i due spericolati amici. Non che lui vivesse lontano dai guai, ma rispetto a M & M poteva apparire persona sobria, e, di fatto, risolveva problemi. Diciamo che riuscì a sbloccare alcune situazioni piuttosto complicate. Da allora i tre non si sono mai persi di vista, anche se la vita, si sa, ha i suoi percorsi che tendono a prendere strane direzioni, più o meno parallele. Così Maurizio e Mauro, dopo anni di distanza ravvicinata, sempre attivi a Milano, si sono ritrovati e hanno deciso per la prima volta di collaborare, iniziando a lavorare a uno strano progetto. Un album: “Carnival”.

Carnival come quello di Rio o di Schumann, il Carnival degli animali di Saint-Saens e quello in Bourbon Street, il Carnival dei Festival e delle poltrone, il Carnival della politica e della geopolitica, il Carnival social che sterilizza qualsiasi realtà e quello infodemico che amplifica e confonde ogni emergenza. Insomma, il Carnival tragicomico della vita, che appena ti diverti è già Quaresima”.

 

Sessions fruttifere, che però a un certo punto i due ritenevano necessitassero di un terzo intervento, o meglio di un intervento terzo, qualcuno che dal di fuori risolvesse problemi. E qui torna in ballo Roger Stanza. Italo-americano, Roger ha lasciato Milano a fine di quegli anni ’80, trasferendosi a Brighton, dove seguì prima il faro dell’acid-house, DJ con il nome di *+§’ìf7 allo Zap e animatore di molti leggendari party segreti, e dove continua a vivere oggi dirigendo, fuori dal contesto musicale, gli uffici di Geography Enterprises, sulla scia delle sue specializzazioni in geografia comparata, campo in cui è un luminare a livello mondiale. Maurizio e Mauro si ricordavano delle strane produzioni che Roger gli aveva fatto sentire, e sono riusciti a convincerlo a salire a bordo mandandogli il materiale registrato – dove nel frattempo si erano aggiunte collaborazioni come quelle di Stefano Di Trapani, gli ODRZ, Francesco Zago e Massimo Mariani - e formulandogli una domanda precisa: “Che disco stiamo cercando di fare?”. “State cercando di fare un disco psichedelico, non ho dubbi”, la risposta. Alla quale i due controbatterono: “Ti va di metterci mano? Hai carta bianca”. “Ok Roger”, rispose Roger dalla torre di controllo, dove si chiuse per un weekend intero. Ne uscì con in mano delle bobine fumanti, che Maurizio e Mauro accolsero con entusiasmo, scambiandole per pizze capricciose. “Eccolo! È lui l’album!”. A uscirne un disco effettivamente multigusto dove ci sono pomodoro e mozzarella ma poi tante altre strane creature, da una Satellite Of Love che sembra una zombie jam tra Lou Reed, Phil Spector e Lee “Scratch” Perry, un inquietante messaggio telefonico ai Kraftwerk di Trans Europa Express, mutanti quadretti di piano solo, lastre noise, Moroder in oppiacei, una versione di Hoola Hoola, la hit bubblegum dei Can, che sembra uscire dalla mitologia afro-cosmic di Daniele Baldelli, scimmiesche arance meccaniche, fughe di coyote, sigle funk. La colonna sonora di un cartone animato? La simpatia malmostosa di un bad trip? Un carnevale di freaks? Il primo album della Monofonic Orchestra in line-up allargata? Senz’altro, e molto, molto di più… E tutto in un disco in vinile che è uno shock cromatico, il cui artwork “glue, scissors & colors” è stato realizzato da Roberto Giannotti intervenendo con infinite variazioni degli elementi costitutivi, ogni copia diversa dall’altra così come ogni ascolto di “Carnival” vi condurrà ogni volta in un trip differente.

https://recordu.lnk.to/carnival

https://plasticamarella.bandcamp.com/album/carnival-the-roger-stanza-sessions

www.plasticamarella.com  

blog www.rocktargatoitalia,it

    

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L’URLO DI MAURIZIO

L’URLO DI MAURIZIO

ARROTA OFFICIAL VIDEO:

https://youtu.be/Vl9dG0mF-_c

Il singolo è tratto dall’album “THE GREATEST NOTS" di MARSICODITRAPANI  ovvero MAURIZIO (Monofonic Orchestra) MARSICO e STEFANO (Demented Burrocacao) DI TRAPANI.

Amarezza tanta tristezza, un mondo importante una filiera ricca di storia addio. Provo delusione e rabbia. La musica italiana al limite della sua estinzione. E' questo lo stato d'animo che mi ritrovo dopo aver letto la lettera di Maurizio Marsico della Monofonic Orchestra autore (insieme a Stefano - Demented Burrocacao - Di Trapani) dell’album "THE GREATEST NOTS" che trovo provocatorio, ironico, interessante, ipnotico, delizioso. Lontano dal mainstream ma vicino molto vicino alla dimensione umana delle passioni della sperimentazione e ricerca, delle narrazioni che tra i brani del cd scorrono veloci e intriganti, generando, curiosità, interessi, stupore, viaggi e amori.  Un amore, un piacere immenso.

Ascoltare un artista, un creativo che crede fortemente nel suo impegno è come vedere un artigiano soddisfatto del proprio lavoro ... un mondo che sta scomparendo, ucciso.

E' ora di (ri)comiciare a denunciare con Immaginazione il Quartier Generale dell'Imbecillità!

Francesco Caprini

L’URLO DI MAURIZIO

abbiamo potuto permettere che l'ecosistema Musica in Italia giungesse al limite della sua estinzione?

Perché è stata deliberatamente e indiscriminatamente minata la vitalità, l'eterogeneità e la specificità degli organismi musicali autoctoni, compromettendo al tempo stesso gli ambienti in cui la musica, Arte tra le Arti, avrebbe potuto continuare a vivere ed esser creata (e interpretata) serenamente e liberamente come in altri luoghi, con assai meno Cultura, meno Storia e con assai minor talento naturale in crescita spontanea a disposizione?

Quando è accaduto che d'un tratto il rock di casa nostra, come destato da un brutto sogno, si scoprisse democristianamente ecumenico fino al midollo?

Come possiamo ancora chiamare Musica (senza vergognarci) quella roba lì che gira intorno a dieci cantanti superstar, tre talent show e un Festival sempre più parodia di se stesso e talvolta anche a qualche musicista "outsider" ma, mi raccomando, soltanto in modica quantità e al patto che incarni le fattezze dell'artista tormentato da cartolina o le stimmate del pianista alla Shine o dello scherzo della natura che però signora mia è tanto tanto bravo?

Come se il musicista in quanto tale, dovesse essere compianto di default. Appena in fasce, già postumo.

Un paio d'idee ce le avrei, ad esempio tutto lo scempio compiuto dagli adepti della religione del consenso, il cui motto è lo stesso da almeno trent'anni: diamo alla gente ciò che la gente vuole. Che in italiano significa: diamo visibilità a chi ha già visibilità. Diamo notorietà a chi ha già notorietà. Diamo spazio a chi ha già spazio.

Capite che con questi presupposti non ci vuole un genio dei modelli matematici per capire con quale considerazione e quale rispetto la musica sia tenuta in conto da noi, e quanto sia prossima alla data di scadenza e quale ne siano le vere cause.

A ciò possiamo comodamente aggiungere le programmazioni blindate dei network radiofonici che per anni hanno promosso senza vergogna produzioni realizzate nei propri "scantinati" insieme ai compagnucci di merenda per poi scoprire che alla fine i comici avevano più ascolti della dance: veri Einstein del marketing. Scienziati puri della più inarrivabile statistica.

Dopo le risate, la figa, la tv del dolore, il trash, l'infogossip, i politici rockstar e compagnia briscola. E la musica ?

Pochi pochi pochi numeri, c'è la crisi. Aaaaaaggggh !!!

Colpa vostra, ma proprio solo vostra. Guardatevi allo specchio e sputatevi in faccia, invece di rinfacciarci spudoratamente gli errori che continuate a fare. Che coraggio. Qualcuno direbbe: cornuto e mazziato.

Quasi un ritratto del musicista italiano contemporaneo.

Questo è lo sconfortante scenario in cui è uscito The Greatest Nots, un disco sorprendentemente apprezzato dalla totalità delle testate musicali (che con nobile spirito di servizio/sacrificio, resistono, resistono, resistono). Un disco felicemente alternativo a tutto, persino all'alternative, che si è spinto oltre i margini del suo terreno di caccia naturale fino a lambire i confini della cosiddetta civiltà discografica.

Un disco realizzato da una vecchia tigre come il sottoscritto e da una più giovane (Stefano Di Trapani), in quei rari spazi fisici e mentali in cui l'immaginazione riesce ancora a sopravvivere. Le tigri si sa, sono pericolose ma servono. Se si estinguono si compromette l'intero sistema. Uccidi la tigre e muoiono anche le api. Le costringi alla fame, raggiungono il centro abitato e te se magnano.

Okkio !

Maurizio Marsico

 

https://www.facebook.com/demented.burrocacao

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https://www.facebook.com/mauriziomarsicofunclub/

 

FRANCESCO CAPRINI – FRANCO SAININI

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