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Il nuovo singolo di Detto Ferrante Anguissola

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“CHISSA’”

Il nuovo singolo di Detto Ferrante Anguissola

 Pubblicato dall’etichetta: Terzo Millennio Records

Gli occhi del cantautore, straordinario novantenne, hanno visto le macerie, la morte, il dolore, la fame, l’orrore della guerra.

“CHISSÀ” è il suo grido d’amore universale per la vita e per la pace.

“CHISSÀ” è una canzone che parla apertamente di speranza in un periodo tristemente incerto, fragile, post pandemico, di forte crisi energetica, economica e di  una nuova guerra che bussa alla porta.

Cosa mi dirai tu quando ti abbraccerò

E nessuno riuscirà a parlare

Ma solo i nostri palpiti.

Parleranno solo le nostre emozioni

E la parola non servirà.

Erede della grande scena cantautorale europea, Detto Ferrante Anguissola è un personaggio tutto da scoprire.  La sua vita potrebbe ispirare un romanzo.

Ha vissuto la guerra, ha visto le città distrutte e le loro ricostruzioni. Ha visto cambiare le usanze, le abitudini, le modalità , il linguaggio e lo straordinario  sviluppo tecnologico.

Nel 1951 circa a soli 19 anni, cinque anni dopo la fine  della II guerra mondiale, parte  in autostop con la sua chitarra  nei tre anni durante le vacanze  per conoscere l’Europa e gli europei  intrattenendo ogni sera  con il suo repertorio di canzoni tanti giovani europei negli Ostelli della gioventù nei quali si ferma a riposare.

Quando detto Ferrante racconta delle  esperienze della sua vita si rimane incantati.

 Ha vissuto a Londra intristita dalle vicende belliche, dalle carte annonarie e dallo smog cantando e suonando nei ristoranti italiani e nei pub londinesi.

Dopo 5 anni, si laurea in chimica industriale pronto a dare una mano al padre nella sua azienda chimica in difficoltà (in realtà avrebbe voluto continuare a suonare e cantare e diventare ingegnere elettronico). Purtroppo pochi anni dopo l’azienda chiude per un grave dissesto costringendolo  a affrontare i problemi relativi  soprattutto alla propria piccola  famiglia nata nel frattempo. Anni dopo dovrà  anche accantonare il sogno di seguire le orme di altri cantautori che pur avendo un bel  mestiere hanno scelto la musica come l’avvocato Paolo Conte.

Infatti sceglie di  assicurare ai suoi la sicurezza di un mestiere, pur rimanendo sempre legato alla chitarra ed al pianoforte sia per se stesso che per gli altri, ma senza arrivare ad esibirsi pubblicamente.

Curioso e viaggiatore, velista e istruttore di vela alla famosa scuola di Caprera, è un pioniere della comunicazione, del suono e delle telecomunicazioni grazie a Exhibo Spa, la società che fonda a soli 26 anni con due amici fiorentini. 

Entra come socio di minoranza, ma poi come Presidente e AD  guida l’azienda per oltre 50 anni. Con Exhibo Spa cerca  nel mondo e diffonde prodotti elettronici innovativi e sconosciuti in Italia come i  famosi microfoni e i sorprendenti radiomicrofoni prodotti  fin dal 1958 da Sennheiser  Elettronick GMbH  che rappresenta in Italia e con i quali conquista la RAI ,  le antenne Kathrein  per le stazioni base della Radio mobile GSM, per polizia, taxi, servizi etc, e i rivoluzionari cavi coassiali Kabelmetal per i potenti trasmettitori TV e per le giovani radio libere.

Per il Festival di Sanremo  si impegna  personalmente  su richiesta della Direzione della  RAI alla migliore installazione dei microfoni  Sennheiser sul palco, in armonia  con i  tecnici della Rai di Torino, per i cantanti che sarebbero diventati famosi!

Infine riesce con successo a collegare la Torre di Controllo del nuovo Aeroporto Milanese di Linate sul grattacielo Pirelli con i piloti degli aerei in arrivo, risolvendo un grave problema di comunicazione, irrisolto fino a quel momento.

Grazie alla conoscenza di inglese, francese e il tedesco visita annualmente le mostre internazionali di elettronica più importanti come a Hannover, Hong Kong, Las Vegas, Tokyo, Seoul, Berlino per cercare i nuovi prodotti che i suoi clienti gli chiedevano di reperire (a chi legge ricordiamo che senza il prezioso aiuto di internet sconosciuto e apparso solo alla fine degli anni ottanta, era quello un  lavoro di relazioni  molto impegnativo fino a quel momento)

Negli anni ’70  appaiono le prime radio libere, e Detto Ferrante organizza a Venezia nel 1979 sotto l’egida di Unesco  AUDIO79 una scuola di tecnica del suono frequentata da alcune centinaia di musicisti e operatori delle neonate Radio Libere. Solo la sensibilità di un cantante e musicista come lui poteva avere la capacità di capire l’importanza del suono, ossia la qualità della voce che deve viaggiare fino a chi l’ascolta inebbriato.

Nel 1978 pubblica il suo primo LP: Poligrafici, Pensionati, Trombai e Santi. Le canzoni mostrano uno spietato e ironico sguardo alla società e ai problemi sociali dell’epoca, alcuni tutt’ora presenti.

Detto Ferrante Anguissola nasce a Cremona da una storica famiglia di Piacenza che annovera tra i suoi antenati Sofonisba Anguissola pittrice italiana cinquecentesca , la prima artista a diventare famosa in Europa come prima pittrice al mondo. Si impegna da 35 anni con successo alla ricerca dei suoi dipinti dispersi, non firmati o attribuiti a importanti pittori.

Il nonno materno e la madre gli trasmettono l’amore per la musica fin da piccolo. Scrive il primo brano a 17 anni “I Fiumi di Lombardia” al quale segue “I pioppi” un omaggio a quegli alberi molto cari al cantautore e ambedue i brani sono contenuti nell’ultimo album “E la voce va”.

Continua a  suonare e a cantare, invitato e ripetutamente richiesto a intrattenere  nelle feste

con un repertorio ricco, gli ospiti delle famiglie delle città nelle quali ha risieduto Cremona, Piacenza, Firenze, Bologna, Porto San Giorgio, Milano e tante all’estero, in campagna e al mare.

Finalmente dopo oltre 50 anni di impegnativo e duro  lavoro  alla guida di Exhibo si ritira per dedicarsi alla musica. Dopo qualche anno pubblica l’album “A Occhi Aperti” incentrato su tematiche ecologiche e sociali.

Oggi arrivato a 90 anni, Detto Ferrante Anguissola ha potuto dedicarsi interamente alla sua passione: essere cantautore e dimostrare che l’età non è un ostacolo, anzi al contrario, pubblicando il secondo CD E la voce va con l’etichetta Terzo Millennio Records.

Il disco è disponibile in fisico presso Terzo Millennio Record, Milano tel 348….. e in digitale su Spotify, Youtube e simili   e raccoglie le poesie cantate che raccontano la bellezza della vita, la grande cultura del nostro Mediterraneo che ci unisce, ma anche i drammi che esso nasconde come nel drammatico brano “Requiem per un marinaio ombra” sul Cargo Seagul mandato a fondo nel Canale di Sicilia nel 1974.

FRANCO SAININI

Divinazione Milano S.r.l. 

Ufficio Stampa, Radio, Tv, Web & Social Network 

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Tel. 02 5831 0655  mob. 3925970778

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APNEA “Il giorno di ieri” per Rock Targato Italia - INTERVISTA

 

Chi sono i protagonisti della compilation

ROCK TARGATO ITALIA #28 ?

Ascolta su Spotify: https://spoti.fi/3JzWx5h

 

APNEA “Il giorno di ieri”

 

Il rock d’autore più introspettivo che non rinuncia però all’immediatezza e a una vena di incrollabile romanticismo. Una canzone liberatoria da cantare insieme (Roberto Bonfanti)

INTERVISTA:

Partiamo con una piccola presentazione: come ha origine il vostro percorso musicale e come si è sviluppato fino a oggi?

Gli Apnea essendo cinque personalità diverse hanno avuto, negli anni, ascolti ed influenze altrettanto differenti. di fondo però è il rock che ci accomuna, dal più alternativo al più popolare. È in questo ampio ventaglio che oggi le nostre canzoni prendono forma.

Come nasce un vostro brano? Che importanza hanno le parole all'interno della vostra musica? E di cosa parlano le vostre canzoni?

I nostri brani vengono scritti fuori dalle mura della sala prove, sarebbe impensabile o estremamente difficile pensare di scrivere un brano tutti insieme. In sala prove arriva una traccia di chitarra completa, accompagnata dal testo.

Le parole sono al centro delle nostre canzoni, quello che scriviamo sono estratti di vita personali piuttosto che immaginazioni ed osservazioni su quello che ci circonda. Ognuno di noi poi musicalmente cerca di interpretare al meglio il contesto sonoro su cui far fluttuare quelle parole.

Quali sono gli artisti che più stimate nella scena italiana contemporanea?

Citare dei gruppi o singoli artisti che attirano oggi la nostra attenzione, non è facile, avendo come detto prima ascolti differenti, ma di certo apprezziamo chi oggi riesce a far musica credibile. Si riesce subito a cogliere, soprattutto nelle parole, la sincerità, il non aver timore di spogliarsi nel raccontare qualcosa di vero.

Questo a noi piace molto!

Raccontateci un aneddoto particolarmente significativo sul vostro percorso musicale.

Dopo anni passati lontani dal comporre musica, è stato indescrivibile incontrare   delle persone con cui non avresti mai immaginato di condividere tutto questo. La nascita di una nuova amicizia, la condivisione delle nostre vite, il raccontarci nelle nostre canzoni i nostri momenti più belli, ma anche quelli che ci hanno segnato profondamente, le risate quelle belle e le lacrime, che tante volte dopo aver riletto uno dei nostri testi abbiamo sfogato senza vergogna. Tutto questo per noi è straordinario e lo si può riassumere con il nostro nome, APNEA.

Guardandovi attorno, al di là della musica, qual è la vostra visione dell'Italia di oggi?

“È una domenica d'autunno e sono quasi già le sei, io che non dormo non mi sveglio, che non sto bene quasi mai, e tu ridi, che pena mi fai… e nei miei sogni ad occhi aperti vedo il palazzo del potere tremare sotto i nostri passi e aver paura di cadere, e non ridi più, che pena mi fai“. COLLETTI BIANCHI, un nostro brano, è la risposta perfetta a questa domanda.

Sogni, ambizioni o progetti per il vostro futuro?

Partendo dai progetti, stiamo terminando gli arrangiamenti di nuovi brani e presto entreremo in studio per inciderli. Vorremmo farli uscire in un EP nella prossima primavera. L’ambizione più grande probabilmente è far arrivare la nostra musica più lontano possibile a più persone possibili. I sogni… beh di sogni, o desideri, ne abbiamo tanti… ma come si dice, se poi ne si parla non si avverano… quindi...

 

FRANCO SAININI

 

Divinazione Milano S.r.l. 

 

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Le motivazioni di ALBERTO FORTIS, TONY CICCO impegnati con la band dei DESHEDUS

In gara con “SONO UN UOMO

Finalissima del Festival  UNA VOCE PER SAN MARINO

SABATO 19 FEBBRAIO 2022  Repubblica di San Marino

Le dichiarazioni degli artisti, ALBERTO FORTIS, TONY CICCO impegnati con la band dei DESHEDUS (la rock band, prodotta da Mauro Paoluzzi), sul palco del Teatro Nuovo a Dogana, in relazione alla loro partecipazione al festival "Una voce per Sanmarino" 

Eccomi in questa intrigante Avventura Artistica di San Marino per contribuire con piccoli semi di Visione Sentimentale a ciò che ci aspetta nel Tempo di Generazione in Generazione. In una Società dove economia e politica continuano a inanellare sistematici e prevedibili fallimenti dovuti alle “forma mentis” limitate dei settori che troppo spesso favoriscono la “soluzione guerra”, è imperativo l’Avvento di Fantasia, ImmaGinazione, Visione Umanistica, che sono Elementi genetici e portanti della Pace e dei Settori Artistici: solo la compenetrazione di questi due poli potrà sanare l’aridità endemica del prossimo immediato Futuro. Lo dico anche come Testimonial Nazionale di City ANGELS, di AISM, di Ffc capitanata da Matteo Marzotto e come Membro di Ambasceria UNICEF per i bambini della Popolazione Nativo Americana. Questa è la ragione principale che mi ha mosso ad accettare l’INVito dei Deshedus, unitamente a quello di Franco DonatoMauro Paoluzzi e dare con onore e gioia il mio contributo nella SonG “Sono un Uomo” INVito arricchito anche dalla presenza dell’Artista Tony Cicco. Stilisticamente parlando mi è piaciuto contaminare la SonG, che vive di un linguaggio pop rock, con un respiro Soul Gospel, Genere Musicale da me adorato. Perché ogni Vita, Ognuno di Noi è come un Fiore che cresce sul ciglio della strada, senza chiedere niente a nessuno,ma sempre pronto a farsi cogliere da chi davvero lo sa riconoscere. ”Freedom IS The Power of The New Generation”, con queste Parole ho voluto cominciare la mia  Performance. Lunga Vita a questo Nobile Viaggio e Grazie per avermi voluto a bordo” … Alberto Fortis

Come non dare il mio contributo artistico e musicale a dei giovanissimi musicisti. Sottolineo questo aspetto: il fatto che siano musicisti, perché la mia generazione ha dimostrato che per scrivere canzoni senza tempo bisogna per forza di cose conoscere e sentire la musica. I Deshedus, mi danno la possibilità ancora di sperimentare una autentica contaminazione generazionale. Poi la presenza di Alberto Fortis è significativa di un certo cantautorato aristocratico nel quale mi ci rispecchio da sempre” … Tony Cicco

"Sono un uomo è un urlo generazionale, della nostra precarietà e di come veniamo sfruttati senza possibilità di replica. È un annegamento nella società di cui ci sentiamo prigionieri e limitati nel pensiero. Nella situazione attuale si stanno un po' ripetendo le dinamiche degli anni 70-80 con venti di guerra all'orizzonte. L'idea di cantare insieme ad Alberto Fortis e Tony Cicco nasce anche dal fatto che questo tipo di disagi, riguardano ogni generazione. Siamo tutti coinvolti e attraverso la musica, vogliamo trasmettere questo messaggio universale. SONO UN UOMO...E TU MI DISPREZZI” … Deshedus

Già dal titolo del brano, “Sono un uomo”, è evidente la predominanza della componente umanista all’interno del testo, che si fa così veicolo di un messaggio universale, in grado di trascendere ogni confine, sia esso spaziale o temporale, perché indissolubilmente connesso all’essere umano.

Il titolo diventa così una vera e propria affermazione, una presa di posizione, un tentativo di riaffermare la dignità dell’Uomo, troppo spesso calpestata da altri uomini. «Vorrei vedere Hitler e i tedeschi suoi se quello che fanno non fosse nell’uomo di poterlo fare», scriveva Vittorini in “Uomini e no” nel 1945.

E allora è questo il male che c’è nel mondo a cui fa riferimento la canzone: quello dell’uomo, da sempre ambivalente, oscillante senza tregua tra bene e male. Un rimando e una tematica centrale nel 1945, ma attuale ancora oggi, come dimostrano, se mai ce ne fosse stato bisogno, gli ultimi fatti di cronaca. Da qui si intuisce la profondità del testo, e l’importanza di portare all’attenzione collettiva una tematica di una tale rilevanza, ancora più importante proprio in una società come la nostra, nella quale valori di questo tipo tendono ingiustificatamente a essere dati per scontati. 

DESHEDUS è una rock band formata da quattro musicisti poco più che ventenni: Alessio Mieli (voce, chitarra, piano), Gabriele Foti (chitarra, basso), Federico Randolini, (chitarra conduttrice), https://www.facebook.com/robertovecchioniStefano Tozzi (batteria). Autori del premiatissimo album di debutto “Il Brigante”, la band è prodotta da Mauro Paoluzzi (Vecchioni, Gianna Nannini, Patty Pravo).

ALBERTO FORTIS, raffinatissimo interprete del rinascimento culturale musicale italiano che dagli anni ’80 ad oggi, con le sue straordinarie doti autorali e interpretative ci regala ancora momenti di rara bellezza con produzioni cosmopolite realizzate a Los Angeles, Londra.

TONY CICCO batterista e cantante tra i fondatori del mitico gruppo rock “Formula Tre” band dal sound originale che ci ha regalato successi indimenticabili, tutt’ora degli evergreen intramontabili, considerato tra più qualificati artisti anni ’70 (Lucio Battisti su tutti).

LA FILOSOFIA DEL PROGETTO (il nuovo è frutto della conoscenza della storia).

Tre generazioni a confronto, cinquant’anni di storia della musica italiana, che passo dopo passo, senza distinzione anagrafica ma con grande entusiasmo mette insieme potentemente: professionalità, competenza, qualità, carattere, creatività, emozioni, prestigio e passione.

Un universo da scoprire, un legame di forte stima reciproca, una performance unica capace di sedurre ed entusiasmare i fans, vecchi e nuovi, da seguire il 19 febbraio al Festival UNA VOCE PER SAN MARINO direzione EUROVISION SONG CONTEST.

FRANCESCO CAPRINI

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Gli ascolti di febbraio 2022. articolo di Roberto Bonfanti

"Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi” diceva uno dei personaggi de “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa. Nell’Italia di oggi sembra che si sia arrivati invece a una totale inversione di tendenza: non cambia niente perché tutto possa cambiare in peggio. Ci si trincera dietro a una facciata di immobilismo mentre tutto corre all’impazzata verso il baratro. Ma, come sempre, noi siamo qui solo per parlare di musica, dunque ecco quattro belle novità discografiche da ascoltare in queste settimane.

Fa un piacere enorme, a ormai sette anni dall’ultima prova discografica dei suoi Valentina Dorme, vedere Mario Pigozzo Favero proporsi con un progetto solista. “Mi commuovo, se vuoi” è un album stracolmo di quel fascino decadente e di quell’approccio poetico che chi ha amato la band trevigiana conosce bene. Certo, cambiano le sonorità, si lasciano da parte il fragore e le distorsioni per abbandonarsi a qualcosa di più intimo e sfaccettato, ma il cuore di tutto resta la scrittura tremendamente evocativa e letteraria dell’artista veneto con il suo universo popolato da vite in disfacimento, malinconie alcoliche e cupo romanticismo.

Come si può facilmente intuire dal titolo (“Storie d’amore con pioggia e altri racconti di rovesci e temporali”), è la pioggia il filo conduttore del nuovo album di Murubutu: un disco che suona leggermente meno cupo e più immediato rispetto alle ultime prove dell’artista emiliano ma che s’incastra perfettamente nel suo lungo percorso incentrato sull’unione fra rap e letteratura. Quindici brani in cui la pioggia fa da sfondo ad altrettanti intriganti racconti ambientati in tempi e mondi lontanissimi fra loro, con quella scrittura precisa e cinematografica a cui Murubutu ci ha ormai abituati.

Abbiamo già conosciuto i Circus Punk come vincitori dell’ultima edizione di Rock Targato Italia, ma fa piacere trovare nel loro EP d’esordio una bella conferma di quanto già avevano mostrato nel corso del concorso. Con “Fuori tutto” il duo brianzolo dimostra ancora una volta di essere una rock band nel senso più viscerale del termine, sfoderando cinque canzoni fulminanti in cui si mischiano rock’n’roll, schegge di blues elettrico, sfuriate punk e uno sguardo ironico e tagliente sul mondo.

Hanno una personalità particolare, i Barabba, e il loro EP d’esordio intitolato “Primo tempo” è una di quelle cose che affascinano ma che si fa molta fatica a definire. Un disco che scorre lento, fra atmosfere notturne e sonorità che spaziano fra la new-wave, l’urban e un certo tipo di elettronica dalle tinte ombrose ad accompagnare parole disincantate scandite con uno stile a cavallo fra rap e canto sommesso. Un lavoro moderno che sembra la colonna sonora perfetta per accompagnare un giro notturno fra le strade di una metropoli deserta.

Roberto Bonfanti
[scrittore e artista]

www.robertobonfanti.com

blog www.rocktargatoitalia.eu

 

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