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In radio e in tutti i webstore POS? Il nuovo singolo di IL PESCE PARLA

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POS?
Il nuovo singolo di
IL PESCE PARLA


Debutto discografico per IL PESCE PARLA, vincitori della 31^ edizione di Rock Targato Italia. Il premio ha dato la possibilità alla band di registrare il singolo “POS?” negli studi della Sony Music Italia RCA Recording Studios, avvalendosi della prestigiosa produzione di Alberto Riva.


Il singolo pubblicato dall’etichetta TERZO MILLENNIO RECORDS è ora disponibile in tutti i digital store e in rotazione radiofonica.


Il Pesce Parla ha voluto affrontare con un brano ironico e divertente il tema della condizione lavorativa giovanile.
“…Si tratta di due vite contrapposte. Da un lato Giampy, giovane giustizialista rampante, paladino della fattura elettronica, ma ironicamente sfruttato dal padre, che pretende di pagarlo solo tramite POS. Dall’altra parte Danilo che ha ereditato il banco frutta di famiglia e lavora tutto il giorno. Fare un po’ di “nero” è l’unico modo per sopravvivere. Una cosa però li accomuna: entrambi, da piccoli, amavano l’incanto del circo. Ora se lo possono sognare…”

IL PESCE PARLA è una band pavese formata da Andrea Ettore di Giovanni (voce), Marina Borlini (chitarra e tastiere), Mattia Camussi (basso), Francesco Boggio Sola (batteria).
Nel 2019 vincono la 31esima edizione di ROCK TARGATO ITALIA.
A causa delle differenze di influenze musicali personali, i brani de Il Pesce Parla non hanno un genere definito, ma vi è sempre la costante ironica nei testi.

NEL WEB:
Sito: https://bit.ly/2UjGMJk
Facebook: https://www.facebook.com/pg/ilpesceparla/about/?ref=page_internal
Instagram: https://www.instagram.com/ilpesceparla/?hl=it

ANDREA FERRARA
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DIECI RAGAZZE (PER ME)…

DIECI RAGAZZE (PER ME)…

Scusate se mi permetto di parafrasare una delle più note canzoni italiane scritta da Mogol (il testo) ed interpretata da Lucio Battisti. Ma così … quando le luminarie non ancora rimosse dalle città sono scheletri spenti, quando dopo le libagioni rimani prosaicamente con un senso di pesantezza che nemmeno il bicarbonato di sodio può lenire, quando la sbronza ti passa, quando hai appena finito di comprare i regali su Amazon e sei in coda all’antica lungo i corsi per accaparrarti il pantalone in saldo (che sarà esaurito ma tu lo scoprirai solo dopo essere stato al gelo sul marciapiede per sei ore coltivando una bronchite monumentale) … dicevo, in quel momento anche la fantasia ti abbandona e ti lascia con un vago disorientamento.

Questo ti pone di fronte ad un bivio: cominciare ad auto-medicarsi con sostanze psicotrope oppure seguire le inesorabili vicende legate al Festival di Sanremo! Anche quest’anno, ho scelto Sanremo!

Ok, un po’ me lo avete chiesto ma ne avrei fatto a meno? Siamo alla Settantesima Edizione ed il Festival non ne vuole sapere di andare in pensione, anzi… Ringalluzzito dagli ascolti che riceve (negli ultimi anni) anche grazie all’aiutino di una contro-programmazione inesistente, giusto per non urtare la sensibilità di inserzionisti big spender che poi i soldi li danno a tutti, il Festival impazza per i consueti sei mesi: da dicembre a maggio non si parla d’altro.

Incredibilmente, sono uscite delle indiscrezioni … Nello stupore generale, qualcuno ha fatto notare che è da trent’anni che è così imprevedibile che escano delle indiscrezioni tutte le volte!

La prima indiscrezione riguarda i cantanti in gara. Un grandissimo parterre per una manifestazione canora del solito livello: altissimo. Il conduttore attuale ha dichiarato (novità assoluta) che la manifestazione che arriverà nella casa di tutti gli italiani, privilegerà la musica. Cazzo! Ci speravo proprio che lo dicesse anche lui. Mai abbiamo sentito una dichiarazione più disattesa, tutti gli anni.

Comunque, passiamo ai grandi e ai grandissimi nomi: Rita Pavone, Michele Zarrillo, Elodie, Anastasio, Paolo Jannacci, Irene Grandi, Le Vibrazioni, Piero PelùPinguini Tattici Nucleari (nome perfetto per fare il botto), Marco Masini, Levante, Rancore (oh mio Dio!), Junior Cally (un altro rapper), Giordana Angi (un’altra fuoriuscita da talents show), Elettra Lamborghini, Francesco Gabbani (va bene con tutto… Gabbani is the new black), Enrico Nigiotti, Diodato, Bugo e Morgan, Alberto Urso, Riki, Tosca, Raphael Gualazzi ed Achille Lauro.

A parte che mi stanno già mancando Ultimo e Loredana Berté: il primo perché ho trovato la rissa con la Sala Stampa dell’anno passato il momento di televisione più alto dell’ultima decade e la seconda perché è (ormai) l’unico personaggio genuino della musica italiana.

Imperdibili i temi delle canzoni. Giordana Angi canterà una canzone sulle madri o meglio su sua madre, Rancore rapper romano canterà un pezzo su Siria-Iraq-Biancaneve-etc. etc., Elettra Lamborghini parlerà di niente in un brano dal sapore sudamericano ballabile, i Pinguini Tattici Nucleari presentano un pezzo intitolato Ringo Starr (sarà un omeggio?), Achille Lauro canta “Me Ne Frego” con sonorità non proprio contemporanee, Bugo e Morgan si dedicano ad un duetto, Rita Pavone canta “Niente” (e magari!)…

Ma il tocco di nazional popolare che non può mancare è stato dato dalle polemiche che già si sono infuocate senza preliminari. La prima riguarda le idee politiche di alcuni cantanti in gara. Qualcuno ha definito la partecipazione di questi come il festival dei “fascistelli”. Ora, io credo che sia sbagliato discriminare qualcuno per le sue idee politiche, il genere, il colore della pelle, la religione e/o l’orientamento sessuale. Come credo che sia sbagliato, agendo al contrario, farlo vincere.

Meno male che il bravo conduttore ha già calmierato la querelle dichiarando che sono solo canzoni.

Ma Amadeus per tenere calda l’attesa ha anche fatto di più. Niente più co-conduttrici fisse. Così invita alcune personalità femminili. Una decina…

Di due sue colleghe dirà che le ha chiamate perché sue amiche e non perché ottime professioniste della televisione.

Una la vuole perché è capace di stare con un grande uomo, stando due passi indietro e fanculo a decenni di lotte femministe, di parità di diritti. Che ce frega! Sanremo, ancora una volta è Sanremo.

Poi c’è la vicenda della giornalista. La voleva perché poi si poteva non volere più. Ma per poi volerla ancora per parlare della donna e di una condizione che ancora oggi non ha avuto l’evoluzione dovuta, soprattutto ad altre latitudini, costringendola all’argomento, nel senso che non può parlare di altro. Per lei un solo passo indietro! Che grande modernità. Oltre alla questione della parità di genere, qui si ravvisa anche un leggero odore di censura, di violazione alla più inviolabile delle norme: la libertà di espressione. Suvvia, esagero!

Pensate che ha anche invitato un gay dichiarato a cantare tra gli ospiti!

Nel pregare per una beatificazione in vita di Amadeus, mi trovo obbligato a citare un altro grande cantante italiano.

Sono solo canzonette … Non metteteci alle strette.

di Paolo Pelizza

© 2020 Rock targato Italia

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“ANIME” REMIX brano di MAK & TONY DALLARA

In radio e nei digital store

“ANIME” REMIX

brano di MAK & TONY DALLARA

Remix di Maury J

 

 Dal 24 novembre 2019 è disponibile la versione remix del brano “Anime”, brano del rapper palermitano Mak realizzato e cantato in collaborazione con il celebre cantautore Tony Dallara.

 Il remix di “Anime” è stato realizzato da Maury J, DJ Producer & Remixer siciliano. All’anagrafe Mauro Puglisi, Maury J, è produttore di numerosi brani, tra i quali "S'inzuppa il biscottino" di Matranga e Minafò che vanta oltre tre milioni di visualizzazioni su Youtube. Si è imposto al grande pubblico grazie ai suoi remix e Bootleg costituiti da un suono molto potente e dance.

Il remix del brano ANIME è l'esempio di come una canzone intensa e profonda possa essere ascoltata e ballata anche nelle discoteche di tutta Italia.

Biografia – MAK

Mak, pseudonimo di Alessandro Macaluso nato a Palermo il 27 settembre 1992, è un rapper italiano. Sviluppa sin da adolescente un interesse particolare per la musica e lo spettacolo, frequenta corsi di ballo hip hop e all’età di 12 anni diventa inviato per Radio Azzurra (Sicilia) e successivamente vocalist per gli eventi più esclusivi della movida palermitana. Il primo inedito, “Bam Bam Bam” viene pubblicato il 26 Maggio 2017, su un beat di Highlander Dj. Il 20 Aprile 2018 esce il secondo inedito, “La mafia è cosa vostra”, un brano di denuncia contro la mafia e la violenza, realizzato con il patrocinio dei comuni di Villabate e Monreale che hanno messo a disposizione le piazze centrali, per dare luogo a due manifestazioni che sono servite alla realizzazione del videoclip. Il comune di San Giuseppe Jato ha concesso l'autorizzazione per girare le scene del video all'interno del bunker dove il piccolo Giuseppe Di Matteo è stato segregato. Nel giugno 2019 scrive e gira il video del singolo “Balliamo così” pubblicato su YouTube.

Biografia - TONY DALLARA

Antonio Lardera, questo il vero nome del cantante Tony Dallara. È il più anziano cantante vivente ad aver vinto il Festival di Sanremo nell’edizione 1960. Nasce a Campobasso il 30 giugno 1936.

Nel 1957 gli viene suggerito il nome d’arte “Dallara”, in quanto Lardera è considerato un cognome poco musicale: incide su 45 giri uno dei cavalli di battaglia della sua discografia, “Come prima”. In breve tempo raggiunge il primo posto delle classifiche, rimanendovi per molte settimane. Venderà oltre 300.000 copie (record di vendita per quei tempi) e diventando di fatto uno dei pezzi simbolo della musica italiana degli anni ’50.

Partecipa al Festival di Sanremo in coppia con Renato Rascel nel 1960, vincendo con la canzone "Romantica".

Si ritira dal mondo della musica durante gli anni ’70 per dedicarsi a una sua altra grande passione, la pittura: espone i suoi quadri in diverse gallerie e conquista la stima e l’amicizia di Renato Guttuso.

In tutta la sua carriera ha cantato in molte lingue tra cui giapponese, spagnolo, tedesco, greco, francese e turco, vincendo premi in centinaia di paesi stranieri.

Link Social:

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ASIA BORSANI

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Bruno Venturini: lo scugnizzu che ha conquistato il mondo

L’Italia è sempre stata la terra del bel canto, il luogo dove un tipo di musica specifico, di melodia e sonorità si è evoluto ed è diventato famoso in tutto il mondo: la musica partenopea.

Conosciuta e apprezzata in praticamente ogni angolo del pianeta, ritenuta la madre di svariati generi musicali di cui ha influenzato la nascita e l’evoluzione, la canzone tipica napoletana ha visto nomi illustri come portatori della propria effige. Da Caruso a Gigli, da Ranieri a Bruni, i nomi citati non sono casuali, perché sono tutti parte viva della vita del tenore che oggi vogliamo omaggiare, uno dei primi a portare la canzone napoletana in tour nel mondo, a cantare in Cina, in Russia, in America e non soltanto in Europa: Bruno Venturini.

Al secolo Bonaventura Esposito, nacque a Pagani e fu il talento, unito a una serie di coincidenze, a farlo divenire uno dei più grandi tenori che il mondo può vantare. Dopo un iniziale trasferimento a Salerno, a causa di una malattia del padre, si trasferì con la famiglia a Roma per poterlo curare e fu lì che, cantando a Porta Portese per promuovere insieme al fratello un banco del mercato, incontrò Mario Lanza nel mezzo delle riprese di “Arrivederci Roma”. Un Mario Lanza che gli consegnò dieci dollari autografati per la sua bravura. Ma la fortuna della capitale non si concluse lì, perché grazie all’intercessione dei padroni della pensione dove alloggiava riuscì a farsi ascoltare anche da Beniamino Gigli, che riconobbe il suo talento. Cosa che fece anche la signora Fanale, ex soprano al San Carlo di Napoli, che sentendolo cantare dentro le mura domestiche gli procurò un’audizione al Liceo Musicale di Porta Nova, con Franz Carella e Alfredo Giorleo.

E fu così che, a soli 15 anni, si presentò all’audizione per il Festival Voci Nuove che si teneva a Napoli. La sua esibizione stupì così tanto Felice Genta che egli convinse don Raffele Russo a inserire non nei dilettanti il giovane tenore ma nei professionisti, in lizza con nomi come Claudio Villa, Sergio Bruni e Gino Latilla. Fu proprio quest’ultimo ad aprire il concorso con una performance talmente unica e impressionante che quando Corrado, chiamato a presentare, chiese chi fosse l’artista successivo, nessuno dei presenti provò a proporsi, troppo spaventati dal confronto. Tutti, meno Bruno. Salì sul palco, con quei suoi avventati anni e guadagnò una standing ovation, un bis e un contratto discografico con Phonotype.

E fu così che nacque una stella, un uomo che ha potuto portare la canzone napoletana nel mondo, capace di stregare e far innamorare della propria voce personaggi illustri di tutto il mondo, da Jacqueline Kennedy a Gorbaciov, da Grace Kelly a Papa Giovanni Paolo II. È stato il secondo, dopo Gigli, a cantare dall’altare maggiore di Piazza San Pietro, il primo ad esibirsi in Alaska, nella sede NATO per i soldati americani, ed è anche l’unico a cui in Cina è stato dedicato il nome di una pizza (pensare che l’altro alimento italiano sono gli spaghetti, definiti “Marco Polo”).  

La musica partenopea e il ricordo di Caruso sono stati esportati e resi ancora più celebri e amati nel mondo grazie a Venturini, che ha donato la sua intera discografia, composta da 650 incisioni, all’Archivio Sonoro della Canzone Napoletana, cosa mai fatta prima.

Un ricordo orgoglioso quindi, di una pietra miliare del bel canto, della canzone napoletana e non solo. A un Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e Cavaliere dell’Ordine di Malta.

Rock Targato Italia celebra Bruno Venturini e condivide con i propri lettori una delle sue più belle esibizioni.

 

O' Sole Mio - Bruno Venturini

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