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TOMMASO LA NOTTE: nuovo singolo

“BALLANO LE LUCCIOLE” È IL NUOVO SINGOLO DI TOMMASO LA NOTTE

Dal 10 dicembre l’album d’esordio “Pop Notturno”
disponibile in esclusiva negli stores fisici per Goodfellas


“Suonano chitarre elettriche // sotto i ponti ballano le lucciole // nei tuoi mari pieni di pirati // sui colori dei supermercati”

ASCOLTA IL BRANO.

Fuori il 10 dicembre per Auand Records Ballano le lucciole, il nuovo singolo del songwriter pugliese classe 2001 Tommaso La Notte distribuito da Pirames International. Il brano è estratto dall’album “Pop Notturno” che esce in contemporanea negli stores fisici per Auand/Goodfellas e che anticipa l’uscita in tutti gli stores digitali prevista nel 2022.

“Ballano le lucciole è una geografia decadente della solitudine. È il senso di costante fluire interiore che si prova quando si convive con la sensazione di mancanza. In questa canzone si prospetta da un lato il proprio senso di mancanza, dall’altro la percezione che l’altra persona sia ormai andata avanti, che non si crogioli o soffra nel ricordo di quel che ormai non esiste più di noi. In questa geografia poetica non rimangono fuori i grandi centri commerciali in cui all’improvviso come fulmini esplodevano nel petto i ricordi dell’altra persona, i ponti, il corpo dell’altra persona, le ciglia, la lingua, la pelle. Tutto finisce nella richiesta di raccontarsi. Il protagonista chiede alla persona che non sente più da tempo di raccontargli piccolezze quotidiane, che rappresentano il fulcro della nostalgia del protagonista: quali creme mette sulla pelle, quali viaggi non può mancare, quali libri sta leggendo o per quali esami sta studiando. Nel caso in cui ciò non fosse più possibile, al protagonista interessa che l’altra persona racconti di quello che erano stati con la stessa poeticità malinconica di un film di Tornatore. Ma forse anche questo è impossibile”. - Tommaso La Notte.

CREDITS BRANO
Testo e musica: Tommaso La Notte
Studio di registrazione: Four Walls Studio
Produzione, mix e mastering: Alessandro Grasso, co-produttore Molla
Produzione esecutiva: Marco Valente

Tommaso La Notte nasce a Bisceglie, in provincia di Bari, il 5 giugno del 2001. Intorno al 2016 compone le prime bozze cantautorali, delle quali quattro vengono registrate presso il Four Walls studio di Alessandro Grasso e pubblicate ad ottobre del 2019 in modo indipendente nel primo EP: “Nostalgia”. Negli anni presenta il progetto in tour, aprendo i concerti di Diodato, Giorgio Poi, Clementino, Bianco, I Ministri, Giò Sada e Dente. Nei primi mesi del 2020 inizia a registrare il suo primo album, sempre presso il Four Walls Studio, composto l'anno precedente e costituito esclusivamente da inediti. Il progetto chiamato "Pop Notturno" verte intorno a storie immaginarie ambientate di notte, con testi ricchi di suggestioni indefinite e sensazioni malinconiche. Nell'estate 2021 presenta live in anteprima "Pop notturno". Il suo stile ricorda da un lato il cantautorato italiano, dall'altro è ricco di sonorità più pop e indie. Nei suoi testi emergono principalmente immagini anche apparentemente disconnesse e un citazionismo che richiama il mondo dell'arte, della letteratura e del cinema. Nell’agosto 2021 esce “Shampoo alla Camomilla”, primo di una serie di singoli in uscita per la nota etichetta pugliese Auand Records raccolti nell’album di esordio “Pop Notturno” che vede la co-produzione di Molla, in uscita negli stores fisici il 10 dicembre 2021 e nelle piattaforme digitali nel 2022.
Nel settembre 2021 vince il concorso “Facce Nuove” indetto da Italia Music Lab, il nuovo hub, nato da un’idea di SIAE, per fornire supporto ai giovani music creator italiani.

 

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Carthago: nuovo singolo

"NUOTARE NELLA CENERE", il nuovo singolo

Un principe che crede ma senza fiducia // E in fondo è consapevole che il mondo è così fragile, leggero come ali di libellule...

Nuotare nella cenere conclude un ciclo, è insieme la fine di una parte del viaggio e l'inizio di una nuova.
Talvolta è difficile andare avanti, rialzarsi e reagire di fronte alle storture del mondo, o si è troppo stanchi per farlo. L'energia che ci animava fino a un attimo prima scompare, la fiamma perde calore e lascia il suo posto solo a una foschia di cenere, che ci trascina a fondo e non lascia scampo.

Musicalmente il brano presenta un mood meditativo e malinconico, sempre segnato dagli elementi che contraddistinguono lo stile della band, un crossover sempre in movimento tra sonorità rock, trap, hardcore ed elettroniche. 

Ascolta il singolo.

Chi sono i CARTHAGO

I Carthago nascono a Torino. Completano la formazione nel 2018 e da marzo 2019 entrano nell’etichetta di Pan Music.
Negli ultimi due anni hanno rilasciato con regolarità singoli diversi, che mescolano le loro influenze musicali e descrivono con cinismo, toni disincantati e un pizzico di ingenua speranza la realtà che li circonda.

Rilasciano a dicembre l'ultimo singolo dell'anno, che introduce IVI, l'EP che concluderà un ciclo e conterrà tutti i brani usciti dal 2018 ad oggi.

 

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CRLN: "MAGONE" il nuovo singolo

Fuori oggi il video ufficiale di “Magone”, il nuovo singolo di CRLN!

Da oggi disponibile il video ufficiale di “Magone”, realizzato da Giovani Elettrici Film (Andrea Speca & Chiara Gualterio). Il singolo segna il ritorno di CRLN sulla scena dopo 3 anni dall’ultimo album.

Il video vede CRLN nella sua cameretta in un susseguirsi di ricordi e luoghi indefiniti raggiunti solo con la mente. Mentre la stanza come il grembo di una madre la protegge e la trattiene, i suoi tentativi di fuga con l'immaginazione somigliano a prove di volo per prepararsi ad uscire davvero.

A più di tre anni dall’uscita del suo ultimo album, CRLN torna con un singolo che è il manifesto di un periodo di evoluzione e maturazione tanto personale, quanto stilistica: “Magone” rappresenta infatti un nuovo inizio, la prima tappa di un percorso che scandirà il 2022 della giovane artista.

La vita non è una poesia // Questa camera è la mia? // Sembra tutta una bugia // Vorrei scomparire, magia 

Il singolo vede per la prima volta CRLN lavorare direttamente alla produzione, insieme a gheesa e Macro Marco. Il risultato è un brano che abbraccia a pieno le atmosfere sognanti e incalzanti del pop alternativo, con elementi elettronici che rendono ancor più dinamica la produzione. La penna di CRLN sfrutta il tappeto sonoro per raccontarsi e raccontare tanto di questi ultimi tre anni, per ribadire la direzione di questo nuovo viaggio.

“Magone”, finalizzato negli studi Macro Beats di Milano, è stato mixato e masterizzato da Mirko "Kiave" Filice.

BIOGRAFIA CRLN:

CRLN è una cantautrice classe '93 originaria di San Benedetto del Tronto, un'artista dal sound internazionale in bilico tra indie pop ed elettronica. Si avvicina alla musica a dodici anni, quando abbandona la danza classica per dedicarsi agli studi di canto e chitarra classica. Dopo alcune esperienze al fianco di piccole band della sua città, decide di mettersi in proprio cominciando a scrivere pezzi originali. Riesce a farsi conoscere in rete grazie ai social su cui pubblica video di cover eseguite con l’ukulele: viene così notata dall’etichetta Macro Beats con cui produce il primo EP "CAROLINE" (2016). Un buon inizio che porta CRLN all’attenzione della stampa specializzata in veste di nuova promessa dell'alternative pop. Anticipato dai singoli "Blu", "In un mare di niente" e "Da Capo" (con Dutch Nazari), il debutto sulla lunga distanza arriva, invece, nel 2018 con l'Album "PRECIPITAZIONI", a cui fa seguito un lungo tour sui palchi di tutt’Italia. Dopo un periodo di silenzio discografico, interrotto solo da collaborazioni su progetti di alcuni colleghi, “Magone” è il singolo che segna un nuovo inizio nel percorso solista di CRLN.

 

 

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Il silenzio di settembre 2021.

   Articolo di Roberto Bonfanti

  -  Passeggiavo per il centro di una cittadina ligure. Nei carrugi, appesi ai muri, c’erano targhe con frasi di De André. “Non si risenta la gente perbene se non mi adatto a portar le catene”, diceva una. “L’inferno esiste solo per chi ne ha paura”, recitava un’altra. A poche centinaia di metri da lì una cover band suonava in una piazzetta circondata da recinzioni alte più di due metri con controlli digitali all’ingresso mentre, un paio di giorni dopo, un’orchestra di liscio si sarebbe esibita in una piazza vicina con il divieto per il pubblico di ballare (che immagino sia un po’ come proiettare un film porno con il divieto di masturbarsi).

In quel momento mi è venuto spontaneo pensare al 1992, quando proprio De André, per non tradire i propri principi, rifiutò l’invito a esibirsi in quello che sarebbe stato il più monumentale spettacolo dal vivo della sua carriera (il concerto-evento insieme a Bob Dylan all’interno delle celebrazioni per i 500 anni della scoperta dell’America a cui De André, per rispetto verso le popolazioni native americane, si rifiutò di partecipare in veste di rappresentante della città d’origine di Cristoforo Colombo, ndr). Poi ho guardato il cellulare e mi ha travolto il silenzio assordante degli artisti di oggi verso la deriva sempre più asfissiante imboccata in questi ultimi mesi dal nostro Paese. Gente che ha costruito intere carriere sull’esaltare chi è “morto per la libertà” oggi considera serenamente rinunciabile ogni forma di libertà individuale. Artisti che si sono riempiti per anni la bocca di “restiamo umani” oggi chiudono gli occhi davanti a un sistema che ci spinge a guardare ogni individuo come un potenziale pericolo anziché, appunto, come un essere umano. Ex ribelli sbraitano contro chi “non rispetta le regole”. Paladini dei diritti hanno improvvisamente dimenticato anche i propri slogan più classici, da “il corpo è mio” in giù. Vecchi poeti si dimostrano capaci di azzardare qualche timida lamentela solo quando si tocca il loro orticello improvvisando discorsi da ragionieri sulla “filiera”.

Sia chiaro: non è una situazione facile. È ovvio che per molti si tratta di decidere se lavorare o meno o quanto meno di scegliere se inimicarsi o meno gli ingranaggi di quel sistema che gli permette di lavorare molto di più, ma purtroppo questo è un dilemma che nei prossimi mesi toccherà sempre più persone in modo sempre più violento e, anche per questo motivo, da determinati personaggi ci si aspetta quel pizzico di lucidità, integrità e coraggio (o almeno, se vogliamo accontentarci del minimo sindacale, inventiva nel trovare modi alternativi per esprimersi e stimolare la riflessione senza prostrarsi a ogni minimo diktat di regime) che dovrebbe valere loro la definizione di “artisti”. Per questo l’unica musica che ho sentito quest’estate e che mi sento di recensire alla vigilia di un periodo che si preannuncia ancora più drammatico è stata il silenzio assordante di un’intera classe di musicisti su tutto ciò che sta stravolgendo i pilastri del nostro vivere civile e il concetto stesso di essere umano.

Proprio De André, in un’intervista di diversi anni fa, disse testualmente: “l'artista è un anticorpo che la società si crea contro il potere. Se si integrano gli artisti, ce l'abbiamo nel culo”. E in effetti…

Roberto Bonfanti
[scrittore e artista]

www.robertobonfanti.com

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