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Gli ascolti di ottobre 2022.

articolo di Roberto Bonfanti

Ottobre. La Terra continua a girare attorno al proprio asse, qualcuno si ricorda improvvisamente di avere una voce e sbraita scomposto giusto per tre secondi prima di tornare nel silenzio, qualcun altro promette battaglia alla propria ombra, i populisti abbracciano forte i banchieri e, mentre ai piani alti si continua a ridere smargiassi alle nostre spalle, fra i comuni mortali molti iniziano già a cadere nel trabocchetto di battersi il petto sentendosi in colpa per avere consumato due cerini anziché uno solo o di puntare il dito contro il vicino che ne ha usati addirittura tre. Il mondo, visto da fuori, continua a sembrare un teatrino surreale. E ancora si deve iniziare a ballare. Ma aspettando l’orchestra continuiamo a parlare di musica più terrena.

S’intitola “Macerie” il nuovo EP dei piemontesi Mattia Martinengo E Gli Psiconauti: un titolo evocativo e azzeccato per un progetto che si muove in modo affascinante fra rock d’autore ed echi new-wave portando in scena un immaginario intriso di una poesia decadente e sana disillusione. Quattro canzoni che ci presentano una band da scoprire e tenere d’occhio.

Ascoltare “I catari di Monforte a Milano”, nuovo lavoro discografico dell’ex La Crus Cesare Malfatti, significa immergersi in un autentico distillato di eleganza. Dodici canzoni in cui un mix perfettamente calibrato di sonorità acustiche, elettronica minimale e atmosfere ombrose accompagna una scrittura più che mai meditativa e profonda in cui si intrecciano richiami storici, umane inquietudini e ricerca spirituale.

Torna sulle scene il Banco Del Mutuo Soccorso con un progetto ambiziosissimo: un concept album intitolato “Orlando: le forme dell’amore” che prova a raccontare il presente attraverso l’”Orlando furioso” di Ariosto. Un progetto coraggioso e pienamente riuscito in cui la storica band cancella il tempo e ridà vita allo spirito dei propri anni migliori creando un filo che lega il 1516 con il 2022 passando attraverso il 1973.

Non è sempre facile stare dietro alla scrittura di Edda e al suo giocare a nascondersi dietro apparenti nonsense per poi rivelarsi con slanci poetici dolorosamente spiazzanti. Non è facile ma è bello farlo, specie quando pubblica un album come “Illlusion” (prodotto da Gianni Maroccolo): un lavoro che, fra acidi minimalismi rock e momenti di sognante psichedelia, condensa tutta l’essenza spigolosa e fragile dell’ex voce dei Ritmo Tribale.

È un pop ballabile che non rinuncia però alle giuste dosi di eleganza e intelligenza, quello proposto da Lo Straniero con il loro nuovo album. Dieci canzoni ipnotiche pervase da una forte vena electro ma anche da un certo retrogusto cantautoriale dal sapore anni ’80. Fra chiaroscuri, ritornelli ossessivi, beat intriganti, momenti riflessivi e sprazzi di ironia, “Falli a pezzi!” si rivela un album pop moderno e per nulla scontato.

Roberto Bonfanti
[scrittore]

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Gli ascolti di settembre 2022.

articolo di Roberto Bonfanti

Arrivo con qualche giorno di ritardo rispetto al consueto ma ogni tanto è giusto anche prendersi un po’ di respiro. E per una volta salto anche i preamboli, tanto di cose da dire ce ne saranno probabilmente fin troppe nel futuro più prossimo. Così, semplicemente, mentre questa placida estate scivola verso la sua naturale conclusione, parliamo di qualche bella uscita discografica. Il fatto che siano quatto dischi in cui le parole hanno un valore cruciale è (forse) solo una coincidenza.

Conosce il peso dei pensieri, il veneto Lo Strano Frutto, e non si fa remore a usali per scavare tanto nell’anima quanto nel mondo esterno alla ricerca di nervi scoperti. "Complicità e interventi illegali", nuovo lavoro del cantautore, è un album in cui un minimalismo sonoro in cui si sposano il folk più cupo e un approccio punk intimista accompagna una scrittura dolente e per nulla consolatoria.

Parte dal rap, ITDJ, ma tiene lo sguardo aperto e finisce con l’andare, sia dal punto di vista musicale che concettuale, ben oltre i cliché del genere esplorando il mondo electro e contaminazioni dark. “De mon demon”, album d’esordio del progetto, è un condensato di beat elettronici, sperimentazioni distorte e ritornelli stranianti, ma soprattutto pensieri abrasivi impastati di riflessioni disilluse e polemica sociale.

Sono le ansie, i fantasmi e le nevrosi di noi esseri umani contemporanei, la colonna portante del terzo album dei Bluagata. Undici canzoni che si muovono fra rock e new-wave andando a comporre, grazie al riuscito intreccio delle due voci femminili e a un approccio musicale ricco di ombre e momenti di schizofrenia sonora, un lavoro tanto cupo quanto incisivo intitolato “Di stanze e nevrosi”.

C’è un particolare senso di purezza, in “Ho voglia di andare” di Stefano Ricca. Cinque brani in cui la voce recitante dell’autore, accompagnata da musiche sognanti e ben calibrate, ci racconta altrettanti personali viaggi in angoli diversi della nostra bella penisola alla scoperta di esperienze umane, musicali e culturali. Un lavoro sincero e curato pervaso da un intrigante mix di intimismo e semplicità.

 

Roberto Bonfanti
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Gli ascolti di agosto 2022.

Gli ascolti di agosto 2022.
articolo di Roberto Bonfanti

Le dinamiche del mondo della musica spesso possono insegnare molto. Abbiamo visto spesso personaggi esplosi ostentando la propria non appartenenza al mainstream finiti alla prima occasione a confezionare tormentoni radiofonici. Abbiamo visto artisti ribelli passare in un soffio dall’invocare nomi e verità scomode al fare da megafono a qualunque pensiero accomodante. E c’è stato anche qualche signore che urlava di voler andare in certi salotti solo “per combattere il sistema dall’interno” diventato poi proprio uno dei simboli di quello stesso sistema. Purtroppo è così che vanno le cose nel nostro Paese, tanto nella musica quanto in contesti più importanti. E credo che oggi sia importante ricordarlo.

Al di là di tutto, comunque, archiviate le due splendide giornate dello scorso weekend al Legend, torniamo a consigliare qualche bel disco uscito di recente.

È un progetto particolare, quello pubblicato da Francesco Pelosi in questa calda estate: “Cantata per Guido Picelli” è infatti un EP nato per accompagnare l’uscita di “Guido Picelli – un antifascista sulle barricate”, un romanzo a fumetti realizzato insieme all’illustratore Rise che racconta la storia sindacalista combattente protagonista delle barricate parmensi del 1922. Sei canzoni dall’indole folk in cui si alternano inediti e riletture di storici brani di lotta andando a comporre un percorso musicale suggestivo e orgogliosamente fuori da ogni moda.

Ci sono rabbia e impulsività in abbondanza, fra le pieghe del nuovo progetto di Pierpaolo Capovilla intitolato "Pierpaolo Capovilla e i Cattivi Maestri”: un album rock sanguigno, sporco, polemico, decadente e abrasivo che non deluderà quanti hanno amato Il Teatro Degli Orrori. Un lavoro in cui le chitarre stridono e la sezione ritmica martella a dovere, mentre la voce aspra di Capovilla snocciola storie, pensieri e anatemi con l’irruenza e il desiderio di esporsi che lo ha sempre contraddistinto.

Sono sempre vivi, gli Assalti Frontali, e sembrano desiderosi più che mai di uscire di raccontare la loro verità. “Courage” è infatti un album che ricalca in pieno lo stile della storica band romana, con un rap colmo di sonorità che richiamano gli albori dell’hip-hop italiano anni ’90, ma si distingue per contenuti che affondano le radici nel desiderio di reagire ai drammi sociali dell’ultimo biennio. Un disco immediato ma segnato dall’urgenza di non mettersi i paraocchi di fronte a un’epoca tanto complessa.

Si muovono con grande naturalezza fra pop, rock e venature cantautoriali, gli emiliani Nancy, e il loro lavoro d’esordio intitolato semplicemente “Nancy EP” è un piacevole insieme di canzoni capaci di spaziare fra quadretti narrativi venati di malinconia e momenti chitarristici più acidi senza mai trascurare la giusta dose di immediatezza. Un primo passo incoraggiante per una band dal sound ricco di sfumature.

Roberto Bonfanti
[scrittore e artista]

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Gli ascolti di luglio 2022.


articolo di Roberto Bonfanti

Forse è un problema mio, ma personalmente conosco molte più persone che hanno avuto il “coso innominabile che ha fermato il mondo” in questi ultimi due mesi rispetto a quante ne ho viste dall’inizio del caos. E, a dire il vero, non mi era nemmeno mai capitato in tutta la mia vita di vedere così tanta gente influenzata in estate. Ma ormai i bollettini quotidiani sono passati di moda per cui non importa. Dopotutto dicono che questa sia “l’estate della rinascita”: un’estate in pieno stile anni ‘80 in cui, fra venti bellici, ricatti sociali messi provvisoriamente in pausa, presagi di crisi profonde e ombre ancora in via di definizione all’orizzonte, si lasciano sfavillare i lustrini e si balla senza porsi domande in attesa di un inverno poco rassicurante. Dunque, procediamo anche noi con la consueta carrellata su qualche interessante uscita discografica.

Se vogliamo cercare un filo rosso che lega le canzoni de L’Ultima Fila lo possiamo trovare nel senso di malinconia che gli fa da sfondo. Una vena malinconica sottile e penetrante che fa da collante fra una scrittura riflessiva, un’indole pop cantautoriale e un sound sfaccettato in cui si mischiano synth-pop, indie e folk intimista. Nasce da questo mix “Un mare alla volta”: un album che si districa senza alcuna fretta fra tinte tenui e storie al passato lasciandosi accarezzare da un’atmosfera decadente da fine estate.

Suona come un viaggio in treno su una ferrovia circondata dalla nebbia, l’ascolto di “Merçe” di Lukasz Mrozinski. Un album quasi cinematografico in cui la canzone d’autore più intimista sposa un rumorismo soffuso e un’elegante vena sperimentale creando paesaggi sonori estremamente dilatati che hanno il sapore dell’alba di una mattina d’inverno e canzoni che vagano fra paure, distanze, senso d’isolamento e primi bagliori di nuovi inizi.

A volte c’è bisogno anche di leggerezza. Gli Zio Pecos si presentano come tre simpatici cazzoni dediti a un pop-rock decisamente brillante, a tratti travolgente, pieno di ironia e di voglia di sorridere. Nasce così “Chiaroscuro”, un album suonato con una formazione tipicamente rock ma con un piglio smaccatamente pop, stracolmo di ritornelli immediati, ritmiche accattivanti e un approccio estremamente giocoso, solare e soprattutto divertito prima ancora che divertente.

C’è un bel senso di purezza e leggerezza nella musica di Emanuele Colandrea e “Belli dritti sulla schiena”, nuovo lavoro dell’artista laziale che qualcuno ricorderà anche come leader dei Cappello A Cilindro, è un album da cantautore puro: di quelli che sanno imbracciare la chitarra acustica e snocciolare con una naturalezza disarmante riflessioni, storie e malinconie. Un lavoro che riesce a essere intimo e riflessivo ma al tempo stesso leggero e piacevole come un temporale estivo nel pieno di una giornata afosa.

Devono essere cresciuti abbeverandosi alla fonte degli ultimi quarant’anni di rock alternativo italiano in ogni sua forma più caustica, gli Audio Chaos, poi hanno messo tutto nel frullatore, hanno attualizzato alcune sonorità, hanno inserito la loro visione del tempo presente, e hanno partorito il loro sound. Ecco così “Uroboro”: un album rock dal suono compatto e potente, ricco di citazioni e di sfumature che rende omaggio allo sguardo corrosivo dei CCCP e all’approccio sonoro dei Massimo Volume.

Roberto Bonfanti
[scrittore e artista]

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