- Scritto da Francesco Caprini
- Stampa
- Commenta per primo!
“Non so dei vostri buoni propositi” - Giovanni Lindo Ferretti

“Non so dei vostri buoni propositi” - Giovanni Lindo Ferretti al Live di Trezzo D’Adda.
articolo di Roberto Bonfanti
“Ci sono canzoni che mi ero ripromesso che non avrei mai più cantato perché mi sembrava non avessero più senso. Ogni tanto è bello ammettere di essersi sbagliato: oggi farei un concerto in cui canto solo “Emilia Paranoica” per tutto il tempo”. É probabilmente racchiuso tutto in questa frase pronunciata prima dei conclusivi, il senso del concerto di Giovanni Lindo Ferretti al Live Club di Trezzo d’Adda il 9 maggio 2019. Certo, il tour “A cuor contento” va avanti ormai da otto anni, ma è evidente che nel corso del tempo la scaletta sia cambiata continuamente, dando sempre più spazio al repertorio dei CCCP e facendo sparire del tutto i PGR, e con essa sia cambiato anche l’approccio di Ferretti che solo oggi, dopo essersi riappacificato già qualche anno fa con le proprie radici, sembra avere trovato anche la leggerezza per reinterpretare il proprio passato più punk con sincero divertimento. D’altro canto, per capirlo, basta vedere la naturalezza con cui Ferretti lascia che ad aprire le danze sia una serie di brani storici come “Morire”, “Tu menti”, Tomorrow”, “Mi ami?”, “Oh! Battagliero” e “Valium Tavor Serenase”, tutte interpretate con un piglio decisamente anni ‘80 con chitarra sferragliante e batteria elettronica.
Dopo una prima parte di concerto dedicata a rendere omaggio alle radici dei CCCP, con l’ingresso del violino lo spettacolo, pur mantenendo arrangiamenti scarni e un approccio minimale, si apre anche ad altre sfumature: “Stati di agitazione” diventa una cavalcata ipnotica che toglie il fiato, “Liberame domine” e “Madre” inducono a un momento mistico di intenso raccoglimento, “Intimisto” , “Annarella”, “Irata”, “Brace”, “Guardali negli occhi” e “Inch'Allah - Ça va” si avventurano in territori fortemente psichedelici, “And the radio play” e “Guerra e pace” strizzano l’occhio al pop, “Del mondo”, “Unità di produzione”, “Pons tremolas” e “Barbaro” vengono disidratate e ridotte all’osso della forma canzone, prima che “Per me lo so” chiuda il set principale con un ritorno al punk più grezzo. Il finale, poi, è una vera e propria chiusura del cerchio con una “Emilia paranoica” trascinata in territori più che mai visionari e una tanto divertita quanto devastante “Spara Jurij” introdotta ironicamente da un accenno a “Bang bang” di Dalida.
Un concerto lungo, intenso, pieno di sfumature ma intimamente punk nell’essenza, che ci mostra un Giovanni Lindo Ferretti divertito, in piena forma e perfettamente a proprio agio, grazie al supporto dei due Üstmamò Ezio Bonicelli e Luca Alfonso Rossi, nel confrontarsi con tutte le sfumature della propria storia. Anche se, certo, di questi tempi sarebbe molto bello poter ascoltare il suo pensiero in qualche nuova canzone.
Roberto Bonfanti
[scrittore e artista]
www.robertobonfanti.com
blog www.rocktargatoitalia.eu