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"Fragile": intervista a Eliseo Chiarelli

Dopo il suo album Un po' d'amore un po' di rivoluzione, il cantautore crotonese Eliseo Chiarelli torna sulla scena con un nuovo singolo. Fragile è un invito al sentirsi liberi di rivelare i punti deboli, le nostre fragilità, togliendosi quella maschera che ci fa apparire forti e invincibili e che ci fa sentire sempre sotto pressione.
Per quanto possiamo sembrare e sentirci forti, non lo siamo, siamo come elastici, continuamente sotto pressione e rischiamo di spezzarci. Nel momento in cui io, sto per spezzarmi, mi accorgo che non sono l’unico in questa situazione, allora resisto un po' di più. Fragile nasce per non sentirmi solo, per non sentirvi soli.
Abbiamo intervistato l'artista per scoprire qualcosa in più sul suo progetto:
Quando e come ti sei avvicinato al mondo della musica?
Tutto nasce all’età di 6 anni quando i miei genitori mi iscrivono a scuola di musica, da quel giorno la musica mi accompagna quotidianamente, e da hobby è diventata una necessità, lo strumento per superare i momenti difficili ed andare avanti.
Com’è nato il tuo progetto musicale? Quali sono i tuoi artisti di riferimento?
Se il mio amore per la musica si colloca già nell’infanzia, ho scoperto il piacere della scrittura dei miei pensieri più tardi, all’età di 17 anni circa. Se devo essere sincero, è sempre l’amore a far scoprire certe cose, e infatti la mia prima canzone penso proprio sia stata una canzone d’amore. La differenza è che prima scrivevo di amori felici, adesso invece solo di amori tristi, ma questa è un’altra storia.
Per quanto riguarda i miei modelli di riferimento, non mi è mai piaciuto parlare di artisti ispiratori, ho sempre ascoltato i grandi cantautori italiani, da Dalla a De Gregori, passando per Rino Gaetano, però, non mi piace l’idea di avere dei precisi modelli di riferimento, sono più dell’idea che è bello navigare in tutta la musica ed in tutti i generi, senza avere dei chiari modelli di riferimento.
Qual è il processo creativo che ti porta alla stesura di un brano? Da cosa prendi ispirazione?
I temi che affronto più spesso nelle mie canzoni sono due, l’amore in tutte le sue sfaccettature e le questioni sociali, i due temi che poi hanno dato il nome proprio al mio ultimo disco. Seppur possa sembrare che le mie canzoni parlino di esperienze personali, alla fine non sempre è così, molto spesso cerco di immedesimarmi in situazioni non mie per cercare di capire cosa si potrebbe provare ad essere in una determinata situazione, ed allora poi tramuto in musica e parole la risposta a questo mio interrogativo.
Dopo aver fatto uscire il tuo album “Un po’ d’amore un po’ di rivoluzione” e qualche altro singolo ti sei “rinchiuso in letargo in attesa che qualcosa di nuovo nasca”: ti senti cambiato? Hai cambiato le tue prospettive?
Il letargo nel quale – nonostante il singolo – ancora sono, più che cambiare me, sta cambiando il mio modo di vedere il mondo della musica. La musica, scrivere musica per me ormai è una necessità, non credo che riuscirei a vivere senza scrivere, però, mi sto rendendo conto sempre di più che per arrivare a più orecchie e cuori possibili c’è bisogno di fare qualcosa di grande. Quindi, questi singoli pubblicati dal 2018 ad oggi sono “esperimenti” che mi servano per capire bene in che direzione sto andando ed eventualmente correggermi, questo, ovviamente, nell’ottica di qualcosa di bello, di qualcosa di grande.
Il tuo ultimo singolo, in uscita per il 26 marzo, è Fragile: com’è nato questo pezzo?
Questo brano nasce dalla voglia di spronare alla consapevolezza delle fragilità che ognuno di noi ha e dalla possibilità di rendere meno pesanti queste fragilità guardandosi attorno e stringendosi alle altre persone che alla fine sono fragili come noi.
Nel testo ti poni in un modo – sfortunatamente – insolito rispetto alla maggior parte dei cantautori, che raramente fanno trasparire le loro fragilità. Secondo te ci vuole coraggio per rivelare questa parte di sé?
Non credo sia una questione di coraggio, credo sia più una questione di consapevolezza. Essere consapevoli di avere certe debolezze è il primo passo per affrontare quelle stesse debolezze, non ci vuole coraggio, ci vuole senso critico e di osservazione nei confronti della propria persona. Poi, nelle mie canzoni parlo sempre in prima persona, ma lo faccio cercando anche di mettermi nei panni di chi poi, magari, ascolterà la mia canzone, quindi nelle mie canzoni non ci sono solo io, ma ci sono un po' tutti, o almeno le mie intenzioni sono quelle di dare voce a determinate situazioni nelle quali tutti noi potremmo ritrovarci.
Come vedi il tuo futuro? Hai alti pezzi in uscita?
Non ho una visione chiara del mio futuro, ho una visione di come vorrei che fosse, ma questa non ve la svelo. Però, aldilà di tutto, ho una serie di pezzi che attendono solo il momento giusto e gli strumenti giusti per essere incisi su di un disco. Quindi spero presto che possiate ascoltare qualcosa di più che un semplice singolo. Ma tempo al tempo, non ho alcuna fretta.
BIOGRAFIA
Eliseo, crotonese classe 98’ studia musica sin da piccolo, approcciandosi al pianoforte come primo strumento, per poi esplorare il mondo della batteria ed ultimamente della chitarra. Dopo diverse esperienze in varie band, prima come tastierista e poi come batterista, è insieme alla chitarra che da qualche anno scrive quello che gli passa per la testa e per il cuore. Nel 2017 pubblica il suo primo EP da solista dal titolo “EP senza nome” completamente autoprodotto e nel 2018 il suo primo disco dal titolo “Un po' d’amore un po' di rivoluzione”, un album in tutto e per tutto indipendente in cui si alternano nostalgie di amori persi a riflessioni sulla società contemporanea. Dopo aver presentato il disco in giro nei club della città e dintorni e dopo aver pubblicato alcuni singoli, si rinchiude in letargo in attesa che qualcosa di nuovo nasca. Nel frattempo, ride, vive, piange e scrive.
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Di: Nadia Mistri
Blog: Rocktargatoitalia.eu