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Gli ascolti di luglio 2022.

Gli ascolti di luglio 2022.


articolo di Roberto Bonfanti

Forse è un problema mio, ma personalmente conosco molte più persone che hanno avuto il “coso innominabile che ha fermato il mondo” in questi ultimi due mesi rispetto a quante ne ho viste dall’inizio del caos. E, a dire il vero, non mi era nemmeno mai capitato in tutta la mia vita di vedere così tanta gente influenzata in estate. Ma ormai i bollettini quotidiani sono passati di moda per cui non importa. Dopotutto dicono che questa sia “l’estate della rinascita”: un’estate in pieno stile anni ‘80 in cui, fra venti bellici, ricatti sociali messi provvisoriamente in pausa, presagi di crisi profonde e ombre ancora in via di definizione all’orizzonte, si lasciano sfavillare i lustrini e si balla senza porsi domande in attesa di un inverno poco rassicurante. Dunque, procediamo anche noi con la consueta carrellata su qualche interessante uscita discografica.

Se vogliamo cercare un filo rosso che lega le canzoni de L’Ultima Fila lo possiamo trovare nel senso di malinconia che gli fa da sfondo. Una vena malinconica sottile e penetrante che fa da collante fra una scrittura riflessiva, un’indole pop cantautoriale e un sound sfaccettato in cui si mischiano synth-pop, indie e folk intimista. Nasce da questo mix “Un mare alla volta”: un album che si districa senza alcuna fretta fra tinte tenui e storie al passato lasciandosi accarezzare da un’atmosfera decadente da fine estate.

Suona come un viaggio in treno su una ferrovia circondata dalla nebbia, l’ascolto di “Merçe” di Lukasz Mrozinski. Un album quasi cinematografico in cui la canzone d’autore più intimista sposa un rumorismo soffuso e un’elegante vena sperimentale creando paesaggi sonori estremamente dilatati che hanno il sapore dell’alba di una mattina d’inverno e canzoni che vagano fra paure, distanze, senso d’isolamento e primi bagliori di nuovi inizi.

A volte c’è bisogno anche di leggerezza. Gli Zio Pecos si presentano come tre simpatici cazzoni dediti a un pop-rock decisamente brillante, a tratti travolgente, pieno di ironia e di voglia di sorridere. Nasce così “Chiaroscuro”, un album suonato con una formazione tipicamente rock ma con un piglio smaccatamente pop, stracolmo di ritornelli immediati, ritmiche accattivanti e un approccio estremamente giocoso, solare e soprattutto divertito prima ancora che divertente.

C’è un bel senso di purezza e leggerezza nella musica di Emanuele Colandrea e “Belli dritti sulla schiena”, nuovo lavoro dell’artista laziale che qualcuno ricorderà anche come leader dei Cappello A Cilindro, è un album da cantautore puro: di quelli che sanno imbracciare la chitarra acustica e snocciolare con una naturalezza disarmante riflessioni, storie e malinconie. Un lavoro che riesce a essere intimo e riflessivo ma al tempo stesso leggero e piacevole come un temporale estivo nel pieno di una giornata afosa.

Devono essere cresciuti abbeverandosi alla fonte degli ultimi quarant’anni di rock alternativo italiano in ogni sua forma più caustica, gli Audio Chaos, poi hanno messo tutto nel frullatore, hanno attualizzato alcune sonorità, hanno inserito la loro visione del tempo presente, e hanno partorito il loro sound. Ecco così “Uroboro”: un album rock dal suono compatto e potente, ricco di citazioni e di sfumature che rende omaggio allo sguardo corrosivo dei CCCP e all’approccio sonoro dei Massimo Volume.

Roberto Bonfanti
[scrittore e artista]

www.robertobonfanti.com

blog www.rocktargatoitalia.eu

 

 

 

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