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Knives, l'ultimo grido dei Red Roll

Knives” è il nuovo singolo dei Red Roll in uscita venerdì 18 giugno, un brano registrato a Monza e prodotto da Pietro Foresti.
 

Presente la sensazione di un grande buco nero? Di qualcosa che non puoi controllare? Quel senso di sconfitta?


Kinives è una canzone scritta in un momento personale di grande difficoltà, uno di quei momenti in cui ti domande se il mondo se la sia presa con te e soprattutto se e quando si riuscirà a vedere la luce di nuovo. E così il grido di una chitarra, di una voce e di una batteria cresce in un climax fino alla sua rottura, veloce e inaspettata come quella di un vaso, contenitore di una delicata rosa bianca.  

Le "Knives" sono infatti le lame che senti dentro in un momento difficile, sono il rumore metallico, pungente e stridulo che ti invade e ti riempie in quel momento di solo silenzio. Solo una ragazza, giovane ballerina, riesce a muoversi delicata come quella rosa bianca, sulle corde di questo dolore, per poi cadere lasciandosi rialzare dalla musica. 

I Red Roll sono una band Alternative Rock band della provincia di Bologna, composta da Passo (voce e chitarra), Jhonny (batteria), Leo (chitarra e voce), and Cesi (basso), che emerge nella scena musicale per il suo suono eclettico.

Ispirati da band come Biffy Clyro, Foo Fighters, Muse, Placebo e con tanti anni di musica alle spalle i Red Roll fanno confluire nel progetto le loro personali influenze stilistiche fondendole in un nuovo tutto, difficilmente etichettabile in modo netto all’interno dei confini di un solo genere.

 

Blog: Rock Targato Italia

Giulia Villani

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"TU MI FAI": FUORI IL 16 APRILE IL NUOVO SINGOLO DEI LAMETTE

Prodotto con Simone Sproccati, “Tu mi fai” è il titolo del nuovo singolo dei Lamette. Vasco Cassinelli e Cristian Pinieri tornano sulla scena musicale con un brano teatro di una storia d’amore nata sotto il cielo di un'estate, nelle notti passate in macchina ad appannare i vetri e la storia di una passione stagionale che ti lascia, una volta giunta al capolinea, insieme alla sensazione che nulla di ciò che è stato vissuto sia stato abbastanza, un amaro in gola che solo il tempo sa addolcire. 

Ognuno ha preso la propria strada e ciò che rimane è il rimpianto di non poter tornare indietro a quell’estate”.

 

Un ritornello nato da sé, racconta il giovane duo, e una canzone che sembrava risposare nelle loro teste da sempre e aspettasse solo il momento giusto per prendere vita. È stato così inevitabile creare "Tu mi fai, quando il producer e amico Alessandro Landini ha inviato loro la prima bozza.

Il duo piacentino, che in questa canzone mescola sonorità Indie Pop, Alt-Pop, Lo-fi e Urban Pop e che con precedenti singoli ha totalizzato oltre 200 mila streams, è stato inserito da Spotify e gli altri store digitali tra i nomi caldi delle playlist editoriali (New Music Friday Italia, Scuola Indie, Una vita in università, Released, Rising). Mantenendo il mood elegiaco dei precedenti brani, l'ultimo lavoro dei Lamette, conferma un percorso che ha visto il progetto maturare sia musicalmente che artisticamente raccogliendo consensi tra gli addetti ai lavori e ritagliandosi uno spazio sempre maggiore tra gli artisti emergenti del panorama indipendente.

Lamette è il nome del duo formato da Vasco Cassinelli e Cristian Pinieri, entrambi classe ‘98 e di Piacenza si conoscono alle superiori, da lì iniziano ad approcciarsi al mondo della produzione e scrivono i primi testi insieme. Le influenze musicali di entrambi sono svariate e li hanno portato il duo alla pubblicazione di 4 singoli e 1 featuring, collezionando numerosi traguardi come l’inserimento nelle playlist editoriali di Spotify “New Music Friday Italia” e “Scuola Indie". Tra i loro brani più ascoltati il singolo "Quando ti spogli" con oltre 100.000 streams e 6 mesi di permanenza in editoriale.

Blog: Rock Targato Italia

Giulia Villani

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L’UOMO A PEDALI.

L’UOMO A PEDALI.

In questo periodo folle e disperatissimo, ci sono poche cose che si possono fare per provare a “mettere a terra” una serenità difficile. Certamente, una di queste cose è l’amore. E cosa c’è di meglio che riscoprirlo?

Così il ritorno di Roberto Bonfanti in sella alla sua amata bicicletta coincide (più una prova che un sospetto!) con la “riedizione” di un suo romanzo del 2009. A onor del vero, il romanzo, edito da Edizioni del Faro, è stato riscritto, senza modificarne la storia, con uno stile diverso. Sulla cartella stampa è scritto “più incisivo” ma io non ho letto la versione precedente, quindi ve la consegno così come me l’hanno venduta. Detto questo, siccome non sono qui a smaltare le unghie alle tigri, una recensioncina quasi quasi ve la faccio.

Sergio è stato alle prese con una chimera giovanile, riuscire nello sport che ama di più: il ciclismo. Ma succede qualcosa. Tra i suoi sogni da ragazzo e la realtà si mette di mezzo un brutto incidente. Ginocchio KO. Sergio tornerà in bici e ripercorrerà su quella sella, su quei pendii, su quelle pianure i suoi ricordi, le sue aspettative deluse, i sogni da archiviare. Il romanzo comincia con l’ultima salita, con il ginocchio che fa male e quel dolore che è il ricordo del sapore del sangue e dell’asfalto. Ma è anche l’inizio del racconto di una vita consumata tra passione e ordinarietà. Sono i frammenti delle passioni, dei treni persi, di un mondo mutato, di amici cambiati e di amori finiti. Frammenti dolorosi per un’anima inquieta come quella di Sergio.

Così tra i capitoli, che hanno i titoli mutuati dal gergo ciclistico, il lettore ripercorre la vicenda di Sergio fino al suo epilogo attraverso i ricordi della sua esistenza ma anche il fluire delle sue emozioni.

Il romanzo ha più il formato di pamphlet, breve e denso che si legge in pochissimo tempo (purtroppo).

Bonfanti, da par suo, racconta la vicenda con sobrietà e bello stile: un sarto inesorabile.  Quando si va in profondità, au contrair, diventa uno dei migliori palombari, un grande esploratore dell’abisso di pulsioni, sensazioni, gioie e dolori. Lì c’è il suo straordinario talento. In quel suo modo così immediato e potente di raccontare tutto un universo interiore, nel portarci in un attimo dentro il mondo di felicità perdute o irraggiungibili di Sergio. Come ho detto, non ho letto la prima edizione del romanzo, ma il Bonfanti di questa stesura è uno scrittore in grande spolvero. Ho solo un piccolo neo da imputargli … Quanto dovremo ancora aspettare per un nuovo romanzo? Dopo Alice (che sempre qui ho recensito) stiamo aspettando troppo, caro Roberto.

Come dirlo, diversamente… Hai voluto la bicicletta?

di Paolo Pelizza

© 2021 Rock targato Italia

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