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Una volta la musica allietava. Si realizzava e svaniva.

Antonio Chimienti - Rock Targato Italia

milano 19/10/2019

Una volta la musica allietava. Si realizzava e svaniva. nel senso che non essendoci registrazioni, poteva solo essere ascoltata ed un attimo dopo non esisteva più. L'esperienza era di tipo istantaneo. Era perciò , fortunatamente priva di ogni condizionamento legato al giudizio postumo derivante da confronti, meriti dei singoli ecc.ecc. esclusivamente emozionante ed evocativa.

Non c'era lo stress derivante dall'accostamento oggettivo, come oggi accade all'ennesima potenza nel senso che allora al massimo era soggettivo ( legato magari all'ascolto che si era fatto in precedenza di qualcosa di simile , suonato da qualcun altro in un qualche altro posto non lontanissimo da lì,  di due o più esecuzioni aventi in comune un genere che li accomunasse.

Negli anni passati questo fenomeno del confronto aveva cominciato ad essere presente , ma ancora circoscritto alla possibilità di confrontare una registrazione , ad esempio Americana con una Francese, ma insomma il confronto era estremamente elitario e sempre caratterizzato da una grandissima qualità oggettiva, poichè a poter registrare ed imprimere della musica su un disco erano solo realmente persone che prima di registrare erano state riconosciute nella propria città o paese o nazione come in assoluto i più grandi talenti in circolazione. La gavetta era crudele e i principi di selezione erano assolutamente meritocratici. Chi produceva ci metteva la propria faccia e di conseguenza non poteva arrischiarsi a mettercela troppo spesso.

Oggi il confronto è diventato iper-spietato. Il 90 percento dei talenti del 1700 che hanno trascorso la loro vita suonando oggi non lo potrebbero fare.

Si perchè se ieri. in Germania tu facevi 100 spettacoli in teatro con la tua musica ed  eri un genio in quel paese, ed un altro collega faceva lo stesso spettacolo in Messico con una musica simile... entrambi potevano farlo. Ma oggi uno dei due perderebbe il proprio pubblico a favore dell'altro, anzi che dico…. 99 artisti perdono il loro pubblico a favore di uno solo.

E sì oggi quando fai ascoltare un tuo pezzo il confronto non è mica fatto con quelli della tua città.... no no è fatto con il “Michael Jackson” della situazione, lo fai anche tu , involontariamente.

E' giusto? E' sbagliato? Poco importa perchè questa comunque è la realtà. 

Come dovremmo ragionare noi in quanto Gruppo/Artista/altro considerando quindi tutto questo?

lo vedremo nel prossimo Articolo

Scoprirai nei miei seminari:

- la musica che valore ha realmente nella vita?

- l’ego , una parolaccia?

- perchè lui e non io?

- la musica è davvero quello che voglio fare?

- la musica come ambiente in cui non è detto che io debba per forza solo suonarci

- la musica : una dimensione collettiva

- la musica esiste da sempre ...perchè?

- business e media uccidono l'arte?

- non suono come suonavo e non mi vesto come mi vestivo

 

e molti altri punti che potrai svelare presto seguendo il mio prossimo seminario.

blog rocktargatoitalia.it

 

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I colori dell’autunno 2019

 

Playlist

 

“I COLORI DELL’AUTUNNO 2019“ 

 

La musica indipendente, by Rock Targato Italia 

 

SPOTIFY:

 

https://spoti.fi/2OBAPES 

 

Realizzata da:

 

Divinazione Milano e Roberto Bonfanti (scrittore/artista)

Anche in questo autunno, Rock Targato Italia  prova a scattare una piccola istantanea di ciò che si sta muovendo in questi mesi nell’universo della musica italiana al di fuori delle mode, delle presunte hit e dei facili entusiasmi per i grandi numeri. Ecco dunque “I colori dell’autunno 2019”: una nuova raccolta di canzoni che porta avanti la tradizione ormai consolidata delle playlist “stagionali” marchiate Rock Targato Italia. Per tenere sempre le orecchie aperte su ciò che ci suona attorno anche mentre le foglie cadono e le mode crollano.

Mauro Pelosi – Acqua sintetica

Il clamoroso inaspettato ritorno, dopo ben 40 anni di silenzio, di un artista autentico.

Tv Lumière – Canzone bianca

Un affascinante soffio di malinconia notturna in chiave post-rock d’autore

Effenberg   – Altre cose degli abissi

Sonorità sintetiche, indolenza pop, atmosfere evocative e scrittura riflessiva.

Frigo – Via dei Bardi

La dimostrazione che si può anche fare indie-pop in modo intelligente e poetico.

Ginevra Di Marco & Cristina Donà – Un passo alla volta

L’unione affascinante di due delle voci femminili più importanti della musica italiana.

Paola Russo – Etienne Montgolfierre

Pop tanto immediato quanto elegante, fra gli anni ’80 e il prossimo decennio.

Andrea Cassese – La minoranza

Minimalismo musicale in chiave riflessiva. La rinascita del new acoustic movement.

Giancarlo Frigieri – Lungomare

Un incrocio poetico di storie di riviera fuori stagione nella più classica ballata rock.

Phomea – Solo aria

Rock d’autore, nervi scoperti e voglia viscerale di scavarsi dentro.

Gianulca Gill – Come in un disco di Franco Battiato

Il titolo dice già tutto. Pop d’autore raffinato e intelligente.

Giovanni Succi – Meglio di niente

Un personaggio emblematico della musica alternativa italiana con il suo stile unico.

I rumori di via Silvio Pellico – Sala prove

Gli anni ’90 non muoiono mai. Approccio lo-fi, inquietudine rock e sperimentazione.

Megàle – Stato di quiete

Grandissima personalità, trame vocali ricercate ed elettronica minimale inquieta.

Levia Gravia – Sarebbe facile

A volte basta poco: pochi strumenti, gli occhi aperti e tanta voglia di raccontarsi.

Levante – Bravi tutti voi

Una delle voci più amate e personali del panorama pop attuale.                                                 

Andrea Cassetta – Ipocriti di merda

Rabbia punk, chitarre taglienti e voglia di urlare in faccia al mondo la propria verità.

Il terzo istante – Dissolversi

Psichedelìa, alternative-rock, gusto melodico ed eleganza.

Daniele Brusaschetto – Fanculo mondo

Da un maestro del pop più destrutturato, una parentesi catartica fra rock e metal.

 

Roberto Bonfanti

 

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