"Brucialo" è il terzo singolo in uscita della band rock romana Capitale: dopo "Inverno" e "23 giugno", tornano con un pezzo di protesta, contro un mondo che rende l'uomo sempre più vittima della società dei consumi. Il fuoco diventa quindi una speranza, uno strumento di liberazione, per riprendere in mano il proprio destino.
Abbiamo deciso di intervistare la band per capire meglio la loro prospettiva, anche rispetto al panorama musicale attuale.
Chi sono i Capitale? Qual è la vostra miglior definizione?
I Capitale nascono dalla nostra esigenza di suonare, per il gusto di farlo e per provare a dire ancora qualcosa attraverso il Rock. Un genere che esiste da mezzo secolo, e che continua ad esistere cambiando e rinnovandosi di continuo.
Noi in questo ambito diciamo la nostra suonando questo genere come ci piace e come ci viene.
Come vi siete conosciuti?
Noi 5 ci conosciamo, chi più chi meno, da una quindicina d’anni. Tutti suonavamo in varie band del panorama rock/punk/alternative di Roma e le strade di alcuni di noi si sono intrecciate tante volte nel passato.
Ad inizio 2020 abbiamo provato a scrivere qualche pezzo insieme, di getto, e ne è uscito fuori un disco che abbiamo pensato subito di registrare e pubblicare, senza troppi indugi.
Quali sono i vostri artisti di riferimento?
Indipendentemente dai nostri gusti personali, come band nella scena italiana i nostri riferimenti potrebbero essere i Ministri, Zen Circus, Teatro degli Orrori o Giorgio Canali per citarne alcuni, se dovessimo guardare al panorama internazionale abbiamo gusti molto disparati, ma a tutti quanti piacciono i Foo Fighters, Biffy Clyro, Idles e Muse ad esempio.
La vostra band nasce nel 2020, un anno particolarmente difficile soprattutto per il mondo della musica: com’è stato avviare un nuovo progetto in questo clima difficile?
Io ribalterei il discorso, probabilmente quest’anno così particolare e difficile è stato lo stimolo a cominciare qualcosa di bello, qualcosa che ci facesse sentire vivi.
L’idea di partire con un nuovo progetto ci frullava nella testa da un po’, ma solo ad inizio 2020 abbiamo trovato gli stimoli giusti per iniziare concretamente il progetto “Capitale”.
Il 13 febbraio avete partecipato al Verona Digital Music Fest, in streaming su Twitch. Vi era già capitato di esibirvi in questa modalità? Cosa ne pensate dei concerti online?
Per il progetto “Capitale” in effetti è stato proprio il debutto ufficiale ed è anche stata la prima volta per tutti a suonare chiusi da soli in uno studio senza pubblico. É stato una strana boccata d’aria fresca.
I concerti online non sono il massimo, e credo che il rock dia il peggio di sé in questo setting, ma al momento sono necessari. Sono necessari perché tutti abbiamo bisogno di andare avanti e di spingerci verso la fine di quest’incubo.
Abbiamo bisogno della musica, dell’arte, dello spettacolo e di tutte quelle cose che danno un senso alla vita.
Come vedete il panorama del rock italiano attuale?
Al momento lo vediamo abbastanza sofferente, non ci si può nascondere dietro un dito. È sofferente perché altri generi vanno molto di più, ma soprattutto perché il rock vive sui palchi, con gli amplificatori accesi e le frequenze basse che ti fanno tremare le ossa.
Al momento abbiamo scelta? No, quindi andiamo avanti ed aspettiamo tempi migliori per tornare a suonare e vivere questa musica come si deve!
In “Brucialo”, uscito il 12 febbraio, denunciate un mondo in cui l’uomo non è più protagonista ma comparsa: com’è possibile liberarsi da questa condizione di passività?
Nella nostra vita siamo sommersi di bisogni indotti, sono la chiave su cui si basa la vita dell’uomo medio nel 2020, in cui, come giustamente dicevi, non siamo più protagonisti ma comparse.
Probabilmente per uscire da questo meccanismo bisogna maturare un po’ di consapevolezza ed avere la forza di ragionare sui nostri bisogni, su quello che per noi è necessario e non su quello che sembra necessario.
Purtroppo in un momento in cui la socialità, la cultura e molte attività sono paralizzate, sfuggire diventa ancora più difficile ma è necessario rompere lo schema del nasci-produci-consuma-muori che rischia di risucchiarci come sabbie mobili.
In primavera uscirà il vostro album di debutto: volete darci qualche anticipazione?
Sarà un album molto sincero e diretto, senza troppi fronzoli e scritto senza farsi troppe domande in qualche mese. É il nostro album dei ricordi del 2020, anche perché tra scrittura, registrazione e lavorazioni varie, sicuramente rappresenta i momenti più belli che abbiamo passato insieme lo scorso anno.
Speriamo solo di poterlo suonare in giro il prima possibile, insieme a qualche pezzo nuovo che è già pronto ai box.
BIOGRAFIA
I Capitale sono Daniele Brian Autore (Vanilla Sky), Michele Grieco, Filippo Grossi, Leonardo Leonori e Antonio Falconi.
La band nasce agli inizi del 2020 da un'idea nata qualche anno prima. Un'idea creata, masticata, immaginata e quasi lasciata in un cassetto. Ma, come spesso accade nella vita, a volte le cose succedono.
Capitale è una finestra affacciata sulla vita di una città rumorosa, viva, a volte feroce ma spesso sincera. Una città solcata da tante vite che si intrecciano e si guardano negli occhi, da sagome stanche che lasciano poco più di un'ombra sul marciapiede.
Capitale è un racconto senza trama, una storia vista attraverso degli occhi qualsiasi, una storia presente e sincera.
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Blog: Rocktargatoitalia
Di: Nadia Mistri