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Mario Luzzatto Fegiz al M.E.I.

Comunicazione dal blog di Rock Targato Italia

Sabato 5 ottobre  al M.E.I

c/o Stand Master Music Palazzo delle Esposizioni

alle ore 15,00

Mario Luzzatto Fegiz

Una presentazione spettacolare da non perdere.

Segue firmacopie.

 

Fegiz con 2 libri e un minishow al Mei di Faenza Sabato 5 ottobre alle 15.00 (e non alle 17) come precedentemente annunciato.

MEI a Faenza MEETING DELLE ETICHETTE INDIPENDENTI Palazzo Delle Esposizioni

Corso Mazzini 92 FAENZA

MARIO LUZZATTO FEGIZ presenta i suoi 2 libri: "TROPPE ZETA NEL COGNOME" (edito da Hoepli e "IO ODIO I TALENT SHOW" (edito da GVE). 

Una presentazione spettacolare da non perdere. Segue firmacopie. I libri saranno disponibili presso lo stand MASTER MUSIC durante i 3 giorni del MEI, e, sabato alle 15 nel luogo della presentazione.

“Cosa si nasconde dietro uno scoop? Come nasce una canzone? Come si fa a incontrare Mina senza farsi cacciare?“ Questo ed altro nello show case di Fegiz

 

FRANCO SAININI – FRANCESCO CAPRINI

Divinazione Milano S.r.l.

Ufficio Stampa, Radio, Tv, Web & Social Network

Via Andrea Palladio n. 16 - 20135 Milano

Tel. 393 2124576 - 3925970778

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Che cosa intendiamo oggi per "razza"? ...

Che cosa intendiamo oggi per "razza"?
Quanto siamo simili e quanto siamo diversi?



Chi siamo e come siamo arrivati fin qui
Alcune impressionanti innovazioni tecnologiche permettono oggi di analizzare il dna antico, facendoci comprendere, soprattutto grazie ai contributi di David Reich, che la genomica è uno strumento importante per conoscere le popolazioni passate. Reich spiega con chiarezza ed eleganza senza pari come il genoma umano contenga in sé la storia della nostra specie. Mostra inoltre come la rivoluzione del genoma e il DNA antico stiano trasformando la comprensione della genealogia degli esseri umani moderni e come gli studi sul DNA portino alla luce la storia remota della diseguaglianza, della diversità tra le differenti popolazioni, tra i sessi e tra i vari individui entro una popolazione. Il suo saggio smentisce l’idea che non ci sarebbero significative differenze biologiche tra le popolazioni umane, e al tempo stesso utilizza la prova definitiva fornita dalla genomica per dimostrare che molto probabilmente le differenze esistenti non si conformano agli stereotipi comuni.

L'autore
David Reich, professore di Genetica presso la Medical School di Harvard, è uno dei pionieri a livello planetario dell’analisi del DNA umano antico. Nel 2015 Nature l’ha inserito tra le dieci persone più influenti nel panorama delle scienze per il suo contributo alla trasformazione dell’analisi del DNA antico “da ricerca di nicchia a processo su scala industriale”.

BLOG ROCKTARGATOITALIA.IT

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"BREAK THE WALL"

"BREAK THE WALL"

AL VIA AD OTTOBRE LA RESIDENZA ARTISTICA

DESTINATA A GIOVANI PRODUCERS E BAND PRESSO IL CIRCOLO ARCI BELLEZZA

 

Parte al Circolo Arci Bellezza di Milano "BREAK THE WALL-Percorsi musicali per l'inclusione". Lo storico circolo culturale milanese si e' aggiudicato il bando "SIAE PER CHI CREA" e a partire dal 19 ottobre 2019 diventa residenza artistica gratuita destinata a una decina di giovani producer musicali, con e senza disabilità, e ad almeno sei gruppi con quattro/cinque musicisti, di cui uno con disabilità o con la possibilità di includerlo nella band.

Il progetto intende affermare il valore della musica come vettore fondamentale nei processi di inclusione e coesione sociale attraverso la sua capacità intrinseca di far emergere e dialogare le potenzialità e le abilità inespresse di ogni essere umano, soprattutto di quelli con maggiori problematicità come possono essere le persone con fragilità

L'età degli artisti, che provengono dall'area della città di Milano e da alcune realtà della regione Lombardia, varierà dai 16 ai 34 anni.

Durante la residenza verranno organizzate, a titolo totalmente gratuito, attività di formazione ed aggiornamento sulla produzione musicale e la composizione, sulla gestione tecnica del palco e degli spettacoli attraverso sessioni dedicate al lavoro con strumenti musicali e supporti tecnologici digitali.

I docenti saranno professionisti con comprovata esperienza in ambito musicale e formativo:

  • Umberto Palazzo (Direttore artistico della residenza e docente responsabile della residenza per producer): musicista, compositore, produttore e dj, esperto di ogni tecnologia di produzione, dai registratori a nastro alle attuali DAW;
  • Cesare Marocco (Docente/tutor della residenza per producer): musicista, compositore, produttore, dj e arrangiatore;
  • Dario Tornaghi (Docente responsabile della residenza per band): musicista, compositore e produttore.

A conclusione del programma "Break the wall" è prevista la realizzazione di tre giornate di festival presso le strutture e gli spazi del circolo Arci Bellezza in occasione delle quali verranno presentate le nuove produzioni musicali di producers e band che hanno partecipato alla residenza artistica e un tour di quattro-cinque date che vedrà protagonisti producers e band presso alcune importanti realtà di Milano e della Lombardia.

La selezione dei candidati si svolgerà dal 14 al 16 ottobre 2019.

La residenza artistica per i producers si svolgerà interamente presso il Circolo Arci Bellezza mentre per le band più di due terzi del residenziale si svolgerà presso lo Studio XLR di S. Donato Milanese mentre la parte conclusiva sempre presso i locali del circolo Arci Bellezza.

Le tre giornate di festival saranno il 16, 17 e 18 aprile 2020.

Il tour in Lombardia, invece, si svolgerà tra maggio e giugno 2020.

A questo link,maggiori informazioni sulle candidature > http://bit.ly/Break_the_Wall

 

Contatti:

Arci Bellezza

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blog www.rocktargatoitalia.eu

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BON IVER - COMPENDIO DI UN PROFETA DELLA MUSICA CONTEMPORANEA

Cari Visionari, ricevo da un giovane che mi legge e (spesso) mi suggerisce dei contemporanei da ascoltare questo articolo e sono felice di ospitare questo suo pezzo nella mia Rubrica.

Questa la Visione di Andrea!

BON IVER - COMPENDIO DI UN PROFETA DELLA MUSICA CONTEMPORANEA

Chi o cosa fa di un’artista un vero artista? Domande enormi su concetti le cui risposte molto spesso risultano banali e la società attuale può svilirne il significato. Penso che un vero artista sia colui che sa scavare dentro di sé, la propria sofferenza - senza di essa l’arte potrebbe non esistere - e riemergerne con una propria voce, chiara e tangibile. Ma soprattutto, una volta che quella voce è stata acquisita e fatta propria, distruggerla e costruirne una nuova innovandosi costantemente. Rimanendo ancora sé stessi.

Questo sono i Bon Iver: innovazione e contemporaneità. Ne ha fatta di strada Justin Vernon dal lontano 2007 quando, separatosi dalla sua compagna e affetto da mononucleosi, si ritira nella baita innevata di suo padre in Wisconsin dove partorisce quel capolavoro folk fino ad ora inarrivabile che è For Emma Forever Ago. Un esordio dove il candore è capace di sciogliere gli inverni più rigidi. Giornate scandite da legna accettata, cacciagione mattutina e litri di birra. Il ritorno all’essenzialità, l’abbraccio e la cura della propria anima partoriscono un lavoro trascendentale. Da lì il successo inaspettato e planetario, che lo consacra come nuovo Messia del cantautorato americano. Ma non ha mai voluto il successo come lo intendiamo noi, gli è capitato quasi per caso. Canzoni frutto del dolore e del non essere quello che tutti vorremmo essere a un certo punto della nostra vita lo hanno catapultato sulla scena internazionale.

Ma non era più lì. Nel 2011, diventata una vera e propria band, Justin Vernon pubblica l’autocelebrativo Bon Iver, Bon Iver; un album corale e ricco di sonorità che spazia dal folk al post-rock a ballads di ispirazione marcatamente anni ’80, che non sfigurerebbero in un disco di Peter Gabriel. Holocene, uno dei singoli trascinanti del disco, ha dentro di sé il ritornello/strofa simbolo di quello che è ora e di cui si vuole liberare:

And once I knew I was not magnificent

Lo canta con disarmante bellezza, in un crescendo emotivo. No, io non sono un Profeta, non sono un Messia, ma semplicemente Justin. Umano e quindi imperfetto. Il disco fa incetta di premi tra cui due Grammy, lanciando definitivamente i Bon Iver tra i grandi della scena mondiale.

Philosophize your figure

What I have and haven't held

You called and I came, stayed tall through it all

Fall and fixture just the same thing

Nel 2016, cinque anni dopo il disco omonimo, Justin Vernon pubblica 22, A MIllion il suo album più audace e sperimentale. A detta di chi scrive questo è l’album della svolta, il punto di non ritorno, nonché il loro capolavoro avanguardista come lo era stato Kid A diciotto anni fa per i Radiohead.

La voce di Justin Vernon rimane il perno, il fulcro da cui tutto deriva. Sono i Bon Iver, ma allo stesso tempo non lo sono più. La sua voce è filtrata da vocoder- il suo ingegnere del suono Chris Messina costruisce un prototipo che esalta il suo baritono/falsetto - glitchata, frammentata e ricomposta. I titoli delle canzoni talmente criptiche che anche un professore universitario di semiotica avrebbe difficoltà a comprendere: 22 (OVER SOON), 33 “GOD”, 29# Strafford APTS e 8 (circle) sono pezzi di rara bellezza. Destrutturando di nuovo sé stessi per creare un qualcosa di nuovo, i Bon Iver sono arrivati a un punto di non ritorno nella loro storia discografica.

Nel frattempo il progetto prosegue e si allarga, creando collaborazioni con chiunque il ragazzone proveniente da Eau Claire, Wisconsin si sentisse stimolato e ispirato: nomi che vanno da Kanye West (suo grande estimatore), Eminem, James Blake e molti altri. Ha creato i Volcano Choir, i Big Red Machine e la piattaforma PEOPLE, una community dove lui e i suoi colleghi musicisti possono condividere materiale inedito e collaborare a nuove produzioni.

Ho avuto la fortuna di assistere alla loro unica data lo scorso 17 Luglio al Castello Scaligero di Villafranca. La band mancava in Italia da sette anni e di strada ne è stata percorsa. Location suggestiva come poche al mondo, ha accolto diecimila persone dentro le sue mura medievali per un evento sold out da mesi. Puntuali alle 21:15, in pieno tramonto, il gruppo entra in scena. Il set up è essenziale, funzionante al mood che il concerto sta per creare, con uno schermo in fondo al palco a proiettare i video e luci con teste remotate sul palco. Si inizia con Perth, e meglio non si potrebbe iniziare. Vernon arpeggia la Gibson, trasportandoci nel suo mondo, con le due batterie che partono con il loro incedere marziale. Grande canzone post-rock. Vernon e soci dividono lo spettacolo in due atti, si ritirano nelle quinte per una ventina di minuti per poi riapparire solo lui con la acustica: è il momento di Skinny Love, una delle canzoni più coverizzate negli ultimi anni, cantata con l’abbacinate emotività che la caratterizza. Rientrano tutti, e la seconda parte della performance sarà un crescendo sempre maggiore, riuscendo nella non facile impresa di suonare tutto il meglio dei loro tre dischi. Mi giro attorno e tutto il pubblico attorno a me proveniente da mezza Europa è silenzioso e attento, coinvolto con catarsi al misticismo di ciò che stanno vedendo e sentendo. A fine esibizione tutti in visibilio, e Justin Vernon sentitamente ringrazia commosso. Concerto perfetto.

Meno di due settimane e a sorpresa i Bon Iver pubblicano il loro quarto album sulle piattaforme digitali e non il 30 Agosto (che rimane la data delle copie fisiche). A quest’opera i collaboratori si sprecano, da James Blake a Aaron Dessner dei The National, da Moses Sumney a Bruce Hornsby dei The Grateful Dead. Il gruppo si è allargato, e oltre alle collaborazioni esterne si può dire che i Bon Iver non sono più una band ma un vero e proprio collettivo. Questo quarto disco, “i,i” è il suo nome, non si allontana di molto dalle sonorità del suo predecessore, ma accorpa in modo fluido e linfatico tutte le sonorità che il gruppo ha ricercato in questi anni -folk, elettronica, post-rock, r’n’b e soul - facendolo diventare quindi il loro disco più completo e armonioso.

In una recente intervista, Justin Vernon ha dichiarato che “i,i” chiude un metaforico ciclo artistico in cui ogni disco è associato alle stagioni, partendo dall’inverno di For Emma Forever Ago e arrivando all’autunno di quest’ultimo. Una fine quindi, e probabilmente un nuovo disco. Non si sa se dopo quest’ultimo lavoro e il tour che segue il progetto Bon Iver finirà, ciò che però sappiamo è che la musica di Justin e soci è luce salvifica, raggi di purezza capaci di perforare qualsiasi nube si presenti nel mondo e nella nostra vita quotidiana. E sì, ne abbiamo davvero tanto bisogno.

di Andrea Giacchetta

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