Gli ascolti di febbraio 2022. articolo di Roberto Bonfanti
"Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi” diceva uno dei personaggi de “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa. Nell’Italia di oggi sembra che si sia arrivati invece a una totale inversione di tendenza: non cambia niente perché tutto possa cambiare in peggio. Ci si trincera dietro a una facciata di immobilismo mentre tutto corre all’impazzata verso il baratro. Ma, come sempre, noi siamo qui solo per parlare di musica, dunque ecco quattro belle novità discografiche da ascoltare in queste settimane.
Fa un piacere enorme, a ormai sette anni dall’ultima prova discografica dei suoi Valentina Dorme, vedere Mario Pigozzo Favero proporsi con un progetto solista. “Mi commuovo, se vuoi” è un album stracolmo di quel fascino decadente e di quell’approccio poetico che chi ha amato la band trevigiana conosce bene. Certo, cambiano le sonorità, si lasciano da parte il fragore e le distorsioni per abbandonarsi a qualcosa di più intimo e sfaccettato, ma il cuore di tutto resta la scrittura tremendamente evocativa e letteraria dell’artista veneto con il suo universo popolato da vite in disfacimento, malinconie alcoliche e cupo romanticismo.
Come si può facilmente intuire dal titolo (“Storie d’amore con pioggia e altri racconti di rovesci e temporali”), è la pioggia il filo conduttore del nuovo album di Murubutu: un disco che suona leggermente meno cupo e più immediato rispetto alle ultime prove dell’artista emiliano ma che s’incastra perfettamente nel suo lungo percorso incentrato sull’unione fra rap e letteratura. Quindici brani in cui la pioggia fa da sfondo ad altrettanti intriganti racconti ambientati in tempi e mondi lontanissimi fra loro, con quella scrittura precisa e cinematografica a cui Murubutu ci ha ormai abituati.
Abbiamo già conosciuto i Circus Punk come vincitori dell’ultima edizione di Rock Targato Italia, ma fa piacere trovare nel loro EP d’esordio una bella conferma di quanto già avevano mostrato nel corso del concorso. Con “Fuori tutto” il duo brianzolo dimostra ancora una volta di essere una rock band nel senso più viscerale del termine, sfoderando cinque canzoni fulminanti in cui si mischiano rock’n’roll, schegge di blues elettrico, sfuriate punk e uno sguardo ironico e tagliente sul mondo.
Hanno una personalità particolare, i Barabba, e il loro EP d’esordio intitolato “Primo tempo” è una di quelle cose che affascinano ma che si fa molta fatica a definire. Un disco che scorre lento, fra atmosfere notturne e sonorità che spaziano fra la new-wave, l’urban e un certo tipo di elettronica dalle tinte ombrose ad accompagnare parole disincantate scandite con uno stile a cavallo fra rap e canto sommesso. Un lavoro moderno che sembra la colonna sonora perfetta per accompagnare un giro notturno fra le strade di una metropoli deserta.
Roberto Bonfanti
[scrittore e artista]
www.robertobonfanti.com