Gli ascolti di aprile 2022, blog di Rock Targato Italia
Gli ascolti di aprile 2022.
articolo di Roberto Bonfanti
Ultimamente mi pongo spesso una domanda: c’è differenza fra un artista e una reginetta di bellezza? Per esempio, parlare di pace, di questi tempi, credo sia fondamentale per chiunque. Ma mi aspetto che un artista sappia farlo in modo concreto, con la giusta profondità di pensiero e con il coraggio di puntare con fermezza il dito prima di tutto contro le responsabilità e le scelte scellerate di chi detiene il potere a casa nostra. Da qualche tempo invece vedo solo semplificazioni. Vedo il desiderio di esporsi il meno possibile o di farlo solo in modo innocuo assecondando la narrativa che va per la maggiore, chissà poi se per reale poca voglia di approfondire o se per il timore che contestando qualcosa si finisca con l’essere etichettati come “filo-questo” o “no-quello” e si rischi così di uscire dalla programmazione di qualche evento. Vedo persino artisti che si trasformano in cani da guardia del potere contestando chi lo contesta. E questo mi mette una certa tristezza.
Con un pizzico di nostalgia per i tempi in cui l’artista aveva il preciso dovere di non essere accondiscendente verso il potere, torniamo anche in questo aprile a parlare di musica.
Pier Adduce, che non si può che ammirare per la dedizione con cui da oltre vent’anni porta avanti il suo percorso con i Guignol, ha deciso di regalarsi un doppio esordio: quello come scrittore con il romanzo “Epifania in via Campania” e quello come cantautore con un album da solista intitolato “La bottiglia blu”. Le nove canzoni del disco ci presentano un autore in ottima forma, capace di raccontare in modo incisivo storie introspettive e spesso amare incastonandole fra sonorità asciutte e atmosfere blues notturne che le arricchiscono di ulteriore fascino. Probabilmente uno dei tasselli migliori del suo ormai lungo percorso.
Ci sono certo illustri precedenti, sul fatto che un cantautore possa affidarsi a una band prog per l’arrangiamento dei propri brani, e l’incontro fra Marco Ongaro e i Logos all’interno del nuovo album dell’artista veronese è la conferma di come l’alchimia possa dare esiti positivi. “Solitari” si può infatti considerare un esempio riuscito di moderno pop d’autore intelligente. Canzoni che si prestano a diversi livelli di lettura alternando poesia e ironia senza mai rinunciare a un’immediatezza valorizzata ancora di più dagli arrangiamenti tanto compatti e diretti quanto ricchi di sfumature.
Diego Cignitti lo ricordiamo finalista di Rock Targato Italia già sei anni fa, ma usava un altro nome rispetto al suo attuale progetto musicale e aveva un approccio completamente diverso da oggi. “Morte e pianto rituale”, album d’esordio di questa nuova fase del suo percorso a nome Cigno, appare come un susseguirsi di incubi timburtoniani. Atmosfere irrequiete e arrangiamenti tanto nervosi quanto stratificati rivestono canzoni totalmente destrutturate, caustiche e imprevedibili. Un disco ricco di idee che sfugge a ogni catalogazione.
Arrivano alla seconda prova discografica, i La Rosta, band fondata da Massimo “Ice” Ghiacci (bassista dei Modena City Ramblers, qui impegnato alla voce) e Marco Ambrosi (già chitarrista di diversi progetti, fra cui i Nuju, e fresco anche di esordio letterario con il romanzo “Vincere perdendo”) a cui si è aggiunto Andrea Rovacchi. Visto il background dei fondatori, le coordinate attorno a cui si muove “Hotel Colonial” sono inevitabilmente quelle del folk d’autore, ma la scrittura della band dimostra di sapersi aprire anche a un’immediatezza che quasi strizza l’occhio al pop, a qualche brezza di vento mediterraneo o a qualche sfuriata punk acustica andando a comporre un collage ben strutturato e decisamente piacevole.
Pubblicare un disco nei giorni del proprio novantesimo compleanno: sembra incredibile ma, con “E la voce va”, Detto Ferrante Anguissola è riuscito a farlo. E la cosa sorprendente è che l’album non suona affatto come “il lavoro di un novantenne” ma come l’opera di un artista capace di mettere in fila nove canzoni dalle melodie pulitissime e dalle sonorità prevalentemente acustiche in cui si mischiano sensibilità, ironia, malinconia e voglia di non smettere di raccontare storie e sviscerare riflessioni. Un lavoro da cantautore autentico che sa intrecciare con grande naturalezza parole e melodie.
Roberto Bonfanti
[scrittore e artista]
www.robertobonfanti.com