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Intervista GINTSUGI,
Chi sono i protagonisti della compilation
ROCK TARGATO ITALIA #28?
GINTSUGI con il brano "Blind"
Ascolta su Spotify: https://spoti.fi/3JzWx5h
Disponibile in tutti web stores
GINTSUGI “Blind”
Minimalismo sonoro, atmosfere crepuscolari, una teatralità irrequieta e un fascino da fiaba gotica tanto ipnotica quanto imprevedibile. Un progetto che punta il proprio sguardo decisamente oltre confine.
(Roberto Bonfanti, artista, scrittore)
INTERVISTA
- Come nasce un vostro brano? Che importanza hanno le parole all'interno della vostra musica? E di cosa parlano le vostre canzoni?
Dipende. A volte da un motivo che emerge spontaneamente, a volte dopo tanto lavoro, sperimentando, ma è molto più raro... I brani che preferisco nascono dai sogni, dove trovo figure che mi cantano dei motivi tutti pronti; oppure nel momento tra veglia e sonno, poco prima di addormentarsi. In maniera intuitiva quindi. Però spesso questi momenti sono preceduti da tanto lavoro, e poi emergono come per magia. Le parole sono importantissime nella mia musica, sono almeno il 50 per cento del brano. Cerco di sintetizzare delle immagini, e prendo ispirazione dalla poesia. Prendo tempo per cercare le parole giuste, quelle che aprono l'interpretazione a diversi significati. Mi sembrerebbe proprio un peccato buttare delle parole casuali su una melodia. Mi piacerebbe poi poter dire, di questi tempi dove lo slogan la fa da padrone, che le mie canzoni parlano di ciò di cui non si può discutere. Ma poi devi andare a leggere i testi, immergerti, e non hai tempo. Quindi facciamo che parlano dei punti di rottura, delle faglie della vita di ogni persona, che puoi condannare oppure trasformare, magari in una fiaba.
- Quali sono gli artisti che più stimate nella scena italiana contemporanea?
Non ascolto molta musica italiana contemporanea. Mi piace l'atmosfera di un altro tempo di Andrea Laszlo De Simone. Altrimenti, io sono una che si affeziona, e poi mi riesce difficile fare spazio per cose nuove, a meno che non mi colpiscano emotivamente in modo diretto, il che è raro. Quindi continuo ad ascoltare i CCCP CSI e i Bluvertigo, lo ammetto!
- Raccontateci un aneddoto particolarmente significativo sul vostro percorso musicale.
Incontrare Victor Van Vugt e produrre con lui l'EP. Ha prodotto Murder Ballads di Nick Cave e tanti altri gruppi alternativi, e dopo averci parlato, la mia intuizione mi diceva che potevamo funzionare insieme. Gli ho scritto, mi ha risposto, ha ascoltato le demo 122 volte ed ha accettato di produrle. Abbiamo parlato tanto al telefono e via email, poi registrato a Berlino. Lavorare insieme è stata un'esperienza surreale, con alti e bassi, mi ha trasformato. Al di là dell'ottimo e raro lavoro di produzione e di mix che ha fatto, è stato anche salutare collaborare, nel senso che ora idealizzo molto meno, ho un approccio molto più semplice nell'incontro.
È stato anche molto interessante girare il videoclip con Luca Pastore, che ho scelto perché aveva diretto molti video dei Subsonica. Sono una figlia degli anni 90, di quel periodo d'oro della musica alternativa, e lì sono i miei riferimenti ed i miei interessi.
- Guardandovi attorno, al di là della musica, qual è la vostra visione dell'Italia di oggi?
Vivo un po’ in Italia, un po’ in Francia; quindi, non ne vedo la realtà ogni giorno. La mia visione dell'Italia - e del mondo - in questo momento comunque è molto caotica, molto polarizzata, e non sono affatto ottimista nei confronti delle istituzioni, né in tendenze che vedono tutto bianco da un lato e tutto nero dall'altro. Non mi convince ciò che manca di sfumature, di dubbi, ciò che deve essere sintetizzabile in uno slogan. Il punto importante per me è andare al di là delle ideologie e creare delle solidarietà, perché credo che ce ne sarà molto bisogno.
- Sogni, ambizioni o progetti per il vostro futuro?
Vorrei finire il mio primo album entro il 2022 e sviluppare la mia musica in live con uno spettacolo che metta in valore l'aspetto scenico e teatrale della musica - e finalmente fare concerti. Nei sogni: trovare una collaborazione che si intrecci con il mio lavoro creativo più a monte – per ora faccio molto da sola e le collaborazioni intervengono molto più tardi. E poi le sparo veramente grosse, ma i sogni sono sogni, un feat con i Placebo e uno con Pj Harvey. Sogno Brian Molko almeno due volte l'anno, mi canta delle canzoni e mi resta solo scriverle di mattina. Ho sentito dire che a volte è insonne, magari è perché è impegnato a fare concerti nella mia testa.
Altre informazioni: Gintsugi è in prima parte del duo Mansfield.Tya alla sala da concerto Belle Electrique (Grenoble) il 10 marzo; in concerto il 7 giugno all'Amperage (Grenoble); il primo album è in preparazione con il label veneto Beautiful Losers Records.
La compilation è pubblicata dall’etichetta discografica Terzo Millennio Records
Tracklist:
CIRCUS PUNK “Messico”
(Lombardia)
Sono in due ma fanno casino per cinque, macinando riff graffianti con la strafottenza di chi vive su un palco ed è cresciuto a birra e rock’n’roll. Divertenti e sfacciati, sono i vincitori dell’ultima edizione di Rock Targato Italia.
DESHEDUS “Lady Butterfly”
(Lazio)
Da una band dall’anima prog, una canzone imprevedibile e liberatoria capace di unire l’approccio chitarristico del rock a un senso di malinconica leggerezza dal retrogusto pop.
GAZE OF LISA “Divinamente”
(Basilicata)
Un brano trascinante da ballare in una discoteca rock anni ’90. Fra le ombre danzanti degli anni ’80 e l’approccio alternativo del decennio successivo.
GINTSUGI “Blind”
(Piemonte)
Minimalismo sonoro, atmosfere crepuscolari, una teatralità irrequieta e un fascino da fiaba gotica tanto ipnotica quanto imprevedibile. Un progetto che punta il proprio sguardo decisamente oltre confine.
LEMURI, IL VISIONARIO “La Strada degli Spiriti”
(Lazio)
La dimostrazione che si può essere pop in modo immediato e radiofonico senza rinunciare all’eleganza, alla cura per i dettagli e alla costruzione di un progetto interessante anche dal punto di vista concettuale.
MAGRITTE “Lyme”
(Valle d’Aosta)
Ci sono stati gli anni ’90 del pop alternativo, delle distorsioni che incontrano la melodia, delle tensioni emotive e dei testi introspettivi. Per fortuna ogni tanto qualcuno rievoca quello spirito e quei suoni.
AYMARA “L’alfiere”
(Lombardia)
Si riparte dalle origini: da un riff polveroso, una chitarra tagliente, una sezione ritmica massiccia e una voce dall’estensione non indifferente. Genuinamente rock nel senso più autentico e anni ’70 del termine.
MIRCO SALERNI “Scivolerai Leggera”
(Abruzzo)
Un ritornello diretto da cantare in coro in modo quasi liberatorio, una melodia pulita, una storia da raccontare e un approccio pop-rock radiofonico dal sapore molto anni ’90: a volte non serve altro.
GIACOMO GRASSO “49 Falene”
(Liguria)
Un mantra elettronico a bassa fedeltà stracolmo di ombre e di inquietudini, che rivela una riflessione dolorosa e spiazzante sul significato più intimo e controverso della libertà.
ROBERTO SARNO “Anima grida”
(Toscana)
Fra atmosfere liquide, arrangiamenti curati incentrati su un’elettronica composta e un testo meditativo scandito con aria assorta: così si compone una via elegante verso un’idea introspettiva di pop d’autore.
CAPATOSTA “’A capa mia”
(Campania)
L’approccio delle posse e dei centri sociali degli anni ’90 rivive in un caleidoscopio di rock, blues e approccio combat. Tantissima energia, eclettismo e una voglia irrefrenabile di mischiare le carte e non stare fermi.
LA FORMA DELLE NUVOLE “Congiunti”
(Lombardia)
Il fascino della semplicità. Due chitarre acustiche, una melodia pulita, un approccio piacevolmente surreale che richiama l’indie “da cameretta” di inizio millennio e il bisogno di dire qualcosa con leggerezza e ironia.
LOGAN LAUGELLI “Genere drammatico”
(Lombardia)
Rock d’autore in chiave minimalista. Una chitarra elettrica scandisce con toni tanto intimi quanto drammatici una serie di amare riflessioni personali frutto di uno sguardo tagliente sul mondo e su di sé.
ANDREADIECI “Marylove”
(Lombardia)
Una canzone d’amore sognante come una ninnananna, leggera come i ricordi più dolci dell’adolescenza e fresca come un temporale che rompe la calura di una giornata estiva.
I MAMA “Giassai”
(Lombardia)
Un linguaggio musicale fresco capace di miscelare con estrema immediatezza tradizione e modernità. Con un occhio al pop, uno alla canzone d’autore, uno allo swing e uno alle nuove tendenze.
APNEA “Il giorno di ieri”
(Marche)
Il rock d’autore più introspettivo che non rinuncia però all’immediatezza e a una vena di incrollabile romanticismo. Una canzone liberatoria da cantare in coro.
Francesco Caprini
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