- Scritto da Francesco Caprini
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Una volta la musica allietava. Si realizzava e svaniva.

Antonio Chimienti - Rock Targato Italia
milano 19/10/2019
Una volta la musica allietava. Si realizzava e svaniva. nel senso che non essendoci registrazioni, poteva solo essere ascoltata ed un attimo dopo non esisteva più. L'esperienza era di tipo istantaneo. Era perciò , fortunatamente priva di ogni condizionamento legato al giudizio postumo derivante da confronti, meriti dei singoli ecc.ecc. esclusivamente emozionante ed evocativa.
Non c'era lo stress derivante dall'accostamento oggettivo, come oggi accade all'ennesima potenza nel senso che allora al massimo era soggettivo ( legato magari all'ascolto che si era fatto in precedenza di qualcosa di simile , suonato da qualcun altro in un qualche altro posto non lontanissimo da lì, di due o più esecuzioni aventi in comune un genere che li accomunasse.
Negli anni passati questo fenomeno del confronto aveva cominciato ad essere presente , ma ancora circoscritto alla possibilità di confrontare una registrazione , ad esempio Americana con una Francese, ma insomma il confronto era estremamente elitario e sempre caratterizzato da una grandissima qualità oggettiva, poichè a poter registrare ed imprimere della musica su un disco erano solo realmente persone che prima di registrare erano state riconosciute nella propria città o paese o nazione come in assoluto i più grandi talenti in circolazione. La gavetta era crudele e i principi di selezione erano assolutamente meritocratici. Chi produceva ci metteva la propria faccia e di conseguenza non poteva arrischiarsi a mettercela troppo spesso.
Oggi il confronto è diventato iper-spietato. Il 90 percento dei talenti del 1700 che hanno trascorso la loro vita suonando oggi non lo potrebbero fare.
Si perchè se ieri. in Germania tu facevi 100 spettacoli in teatro con la tua musica ed eri un genio in quel paese, ed un altro collega faceva lo stesso spettacolo in Messico con una musica simile... entrambi potevano farlo. Ma oggi uno dei due perderebbe il proprio pubblico a favore dell'altro, anzi che dico…. 99 artisti perdono il loro pubblico a favore di uno solo.
E sì oggi quando fai ascoltare un tuo pezzo il confronto non è mica fatto con quelli della tua città.... no no è fatto con il “Michael Jackson” della situazione, lo fai anche tu , involontariamente.
E' giusto? E' sbagliato? Poco importa perchè questa comunque è la realtà.
Come dovremmo ragionare noi in quanto Gruppo/Artista/altro considerando quindi tutto questo?
lo vedremo nel prossimo Articolo
Scoprirai nei miei seminari:
- la musica che valore ha realmente nella vita?
- l’ego , una parolaccia?
- perchè lui e non io?
- la musica è davvero quello che voglio fare?
- la musica come ambiente in cui non è detto che io debba per forza solo suonarci
- la musica : una dimensione collettiva
- la musica esiste da sempre ...perchè?
- business e media uccidono l'arte?
- non suono come suonavo e non mi vesto come mi vestivo
e molti altri punti che potrai svelare presto seguendo il mio prossimo seminario.