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017 - Cuffie o Casse Nearfield

017 - Cuffie o Casse Nearfield

017 - Cuffie o Casse Nearfield

di Antonio Chimienti 

Articolo tecnico, ma utile anche a non musicisti.

Differenze di finalità ed approccio all’ascolto con le cuffie a differenza delle casse acustiche.

E’ necessaria una precisazione; sia nella famiglia delle cuffie che in quella delle casse esistono molti e troppi modelli con specifiche assai diverse fra loro per poter dire che questo articolo possa comprenderle tutte. Quindi farò riferimento in particolare a quelle cuffie e a quelle casse che solitamente vengono utilizzate come riferimento universale nell’ascolto del mix e pertanto della musica confezionata nella sua totalità.

I modelli di riferimento per quello che riguarda le casse acustiche sono: Yamaha ns10 (e successive), ADAM ( solo alcuni modelli) , Neumann, Tannoy ( vecchi modelli cono concentrico), Dynaudio (solo alcuni modelli) , Monkey Banana(Hip Hop/ Rap).

I modelli di riferimento per quello che riguarda le cuffie sono: Sony 7506, Sennheiser serie HD, AKG serie K.

Naturalmente ci saranno molti altri modelli che qualcuno di voi vorrà preferire, ma la mia esperienza si basa su questi modelli e questi sono quelli che vi posso garantire.

Inoltre in ambito cuffie ci sono ulteriori sotto specifiche per quello che riguarda la loro tipologia come per esempio l’essere chiuse o aperte o interne all’orecchio A queste differenze strutturali va sommata anche la loro impedenza(sensibilità), misurata in Ohm, che varia tra un modello di cuffia ed un altro complicando ancora di più le notevoli differenze di potenziale valutazione del loro ascolto. Ecco perché vi ho citato quei modelli in particolare.

Sia le casse che le cuffie vanno pilotate da un amplificatore che ovviamente incide sulla valutazione finale, ma mentre per le casse il problema è minore ( perché ormai sono tutte amplificate internamente nel migliore di modi dal costruttore) per le cuffie il problema persiste ed è spesso legato proprio alla impedenza espressa in Ohm a cui prima ho accennato. Comunque i modelli che ho citato sono , proprio per tutta la serie di ragioni su espresse, quelli che più di altri possono ricoprire il ruolo di riferimento della loro specie.

Ora entriamo nell’argomento: che differenze ci sono dal punto di vista pratico?

Le cuffie come sì può intuire non subiscono l’influenza dell’ambiente, le casse certamente sì.

Le cuffie sono poco ingombranti, più economiche e molto costanti ( una volta effettuato un periodo di “riscaldamento “ iniziale appena comprate).

Le cuffie hanno un ascolto costantemente uguale , indi per cui una volta che il nostro orecchio sì è abituato non ci saranno sorprese nella valutazione nel tempo del nostro ascolto.

Nel “lato oscuro” delle cuffie troviamo la loro incapacità a ricoprire tutto lo spettro armonico con eguale efficienza. Troveremo cuffie molto dettagliate per l’ascolto delle basse frequenze, ma che perdono dettaglio in alto, oppure il contrario, oppure dettagliate nelle medio ed alte. Non che , come abbiamo visto in altri articoli, le casse siano in grado di rappresentare tutto lo spettro armonico con grande successo, ma nelle cuffie questo limite risulta molto più rigido, severo, notabile, senza effetto osmotico.

Inoltre sempre nel “lato oscuro” troviamo l’affaticabilità di ascolto e in alcuni casi perdita dell’udito.

Le casse sono, rispetto alle cuffie , morbide sotto ogni aspetto. La divaricazione dei settori armonici risulta molto più naturale e pari limite nel dettagliare le parti dello spettro armonico secondo lo schema che prima ho descritto. Nelle casse tutto sembra molto più naturale e morbido.

Le casse offrono una personalizzazione della stereofonia perché le puoi spostare.

Ed in teoria le puoi anche facilmente equalizzare (cioè customizzare la risposta in frequenza) cosa che per altro si può fare anche con le cuffie, ma qui vale ancora quello che ho detto prima e cioè che risulterà difficile per via della loro rigidità.

Inoltre le casse, a differenza delle cuffie, al cambiamento di volume non perdono molto in coerenza percettiva del suono. Voglio dire che se il bilanciamento del suono ( la somma generale di quello che stiamo ascoltando, tono e esplosività dinamica) è per noi una certa cosa a volume 7… scendendo a volume 3 la nostra percezione generale non cambierà.

Valuteremo meglio le alte frequenze ( e questa del mixare a basso volume è una tecnica FONDAMENTALE per ogni tecnico) perchè con l’affievolimento delle basse frequenza (dovute all’abbassamento di volume) esse verranno messe in evidenza mentre con le cuffie questo non sarà mai possibile.

Questo perché con le cuffie , potete notarlo da voi stessi, al cambiamento di volume cambia anche il tono e l’equilibrio degli strumenti. Le cuffie in questo ambito sono molto pericolose. Non cambiano solo gli equilibri, cambia proprio il suono! Un esempio: se ho appena prodotto un suono di basso sintetico in cuffia , ascoltando ad un certo volume, partendo ipotizziamo dal suono di cassa che stavo ascoltando e poi dopo 15 minuti di ascolto abbasso il volume per qualsiasi motivo… quello che dirò sarà che non mi piace più.

Nel “lato oscuro” delle casse troviamo ovviamente l’ambiente.

L’ambiente che inquina la veridicità del nostro ascolto, per cui ascoltando quello che abbiamo fatto in un altro posto per esempio in macchina non ritroveremo le stesse cose che avevamo registrato e poi l’inquinamento dei rumori circostanti( dalla ventola del computer al rumore della strada che certamente con le cuffie non si manifesterebbe.

La stereofonia nelle casse è un altro problema perché la nostra posizione mobile di ascolto rispetto alle casse inibisce il nostro controllo oggettivo.

Per quest'ultimo motivo la programmazione dei riverberi o delay, soprattutto sé di ambiente cioè non caratterizzanti di un suono o di uno strumento andrebbero sempre realizzati in cuffia.

Ci si pensa poco , ma con le casse vi è un altro problema molto subdolo che è la fase. Le due casse posizionate nell’ambiente possono creare piccole ed invisibili cancellazioni di fase su poche e distinte frequenze o al contrario battimenti ( somme ripercussive della stessa frequenza con sé stessa con il risultato di un aumento di volume solo per la stessa e di quelle simpaticamente risonanti).

Tiriamo le somme e per farlo separiamo tre distinti momenti: la produzione e il missaggio e l’ascolto.

Per la produzione le casse sono da preferire certamente per quasi tutte le frequenze ad esclusione del primo strumento utilizzato nelle basse frequenze. Sé ed esempio decido di utilizzare una cassa ed un basso predominanti nell’arrangiamento consiglio di procedere con la produzione del primo fra i due strumenti ( cassa o basso) in cuffia. Poi posso scegliere di produrre anche il secondo suono in cuffia ( sempre facendo attenzione a non variare il volume in cuffia). Poi proseguirò con le casse.

Per il missaggio devo utilizzare casse e cuffie. Con le casse ad alto volume controllo i toni degli strumenti. Ad alto volume sto tirando come degli elastici il suono per vedere sé non è per caso distorto/ stridente/ brutto/ invadente. Lo proverò  anche in combutta con altri suoni sempre per verificare che non ci siano bruttezze. Poi utilizzerò ancora le casse, ma a volume bassissimo e magari anche casse piccolissime per simulare le radioline allo scopo di valutare il bilanciamento degli strumenti, il mix vero e proprio. Controllerò che a volume bassissimo si sentano tutti gli strumenti che ho utilizzato nel missaggio. Ricorrerò anche all’ascolto in mono che mi aiuterà ancora di più per questo scopo.

Nel mezzo utilizzerò le cuffie per ogni sorta di evento di controllo: il settaggio di decadimento del riverbero, il panpottaggio stereofonico di ogni strumento, la effettiva non presenza di elementi non previsti ( doppie note , sembra incredibile ma se ne scoprono sempre in cuffia).

Le cuffie saranno utili anche per capire quanta dinamica effettivamente possiede il mix perché con le casse ed il loro volume è facile pensare che ce ne sia abbastanza , ma non è così molto spesso. Le cuffie regalano questo beneficio.

Per quello che riguarda l’ascolto: dopo esserci seduti comodi su una poltrona o sdraiati su un’amaca a cosa staremo pensando di ricorrere per tuffarci nell’ascolto del nostro pezzo di musica preferito? Ecco ci siamo risposti da soli!

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