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"BILANCIA" Il nuovo singolo dei GAZE OF LISA

Disponibile dal 30 marzo in radio e nei digital store

"BILANCIA"

Il nuovo singolo dei GAZE OF LISA

Pubblicato dall’etichetta Terzo Millennio Records

Dal 30 marzo sarà disponibile in radio e in tutti i digital store il singolo “Bilancia” dei Gaze of Lisa. Anticipando l’uscita del loro primo album “Sinonimi Contrari”, la band propone un brano che si discosta leggermente dallo stile del resto del disco avvicinandosi a sonorità più “pop”.

“Non tutto è estremo, esistono anche le vie di mezzo”, questa è la filosofia che i Gaze of Lisa scelgono di adottare, sostenendo che una persona non debba necessariamente abbracciare in toto un solo “colore”.

Le idee il modo di fare e di vivere possono essere un connubio di tante cose, un “equilibrio” tra aspetti diversi.

“Bilancia” è un brano contro le omologazioni che si propone di raccontare la “triste” sorte di chi non riesce a riconoscersi all’interno di un unico gruppo di appartenenza e a vivere, quindi, nella cosiddetta zona grigia.

«Non è concepito che se ascolti i CCCP tu non sia comunista»

Biografia

I Gaze of Lisa sono una band originaria di Matera nata nel 2016 e composta da Pierdomenico Niglio (batteria, voce ed elettronica), Carmelo Fascella (chitarra, voce, live coding) e Damiano Niglio (basso, cori e sintetizzatore).

Il loro sound, assimilabile al genere Indie elettronico, è caratterizzato dall’unione di questa sonorità e il rock.

Nel 2018 esce l’Ep “Hidden”, autoprodotto, in lingua inglese e stilisticamente influenzato dalle sonorità del Synth Pop, dell’Alternative Rock e del Funky riuscendo ad ottenere ottime recensioni su giornali e riviste come Traks, Musica Zero, La Gazzetta del Mezzogiorno e Rock Garage. Per la promozione dell’Ep la band si esibisce in eventi e locali tra Basilicata e Puglia.

Nel 2019 si esibiscono al festival “Matera - Suoni del futuro remoto”, organizzato dal collettivo Onyx Jazz Club. Nel 2021 è prevista l’uscita del primo album intitolato “Sinonimi Contrari”.

Nel web

Facebook: https://www.facebook.com/gazeoflisa

Instagram: https://www.instagram.com/gazeoflisa/

YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCRJv3WdWjhbQB_ZM-sKldYQ/videos

Spotify: https://spoti.fi/3qjFYRo

 

ELEONORA CORSO – GIULIA VILLANI

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L’importanza della memoria e di chiamarsi Mario.

“ … che noi qui, solennemente si prometta

Che questi morti non sono morti invano

Che questa nazione, guidata da Dio,

Abbia una rinascita di libertà;

E che l’idea di un governo del popolo,

Dal popolo,

Per il popolo non abbia a scomparire nel nulla.”

  1. Lincoln, dal discorso di Gettysburg, 19 novembre 1863

Scusatemi per l’assenza prolungata. Potrei addurre delle scuse: il lavoro, gli impegni, etc.

Non lo farò.

La verità è che, in questo periodo, ho provato, con alterne fortune, a dribblare le questioni di questo periodo. Gli unici motivi di distrazione gradevole dalla vita che tutti noi stiamo vivendo sono stati: le foto del pastore tedesco Maya sulla neve (è la meravigliosa creatura dell’immagine di questo pezzo) di una mia amica ed ex compagna delle scuole superiori e il cofanetto di Paolo Fresu di recentissima uscita.

Su Maya torneremo dopo. Paolo Fresu, per festeggiare le sue sessanta primavere, ci regala uno splendido lavoro tra classica, jazz e rock. Non meramente antologico, contiene due nuovi album e la ristampa dell’imperdibile Heartland (i cultori del jazz conoscono le difficoltà a reperirlo). Il cofanetto contiene anche un omaggio straordinario e partecipato al grande David Bowie. Il dubbio è se si consumeranno prima i cd o le mie orecchie … Ricordo, anche il documentario, interessante (e molto divertente) realizzato dal regista Roberto Minini Merot sul nostro grande jazzista.

Come ho detto, le fortune sono state alterne. Non sono completamente riuscito ad isolarmi dalle riaperture richiuse, dalle varianti del virus che sono molte di più di quelle dell’Autodromo di Monza, da crisi di Governo aperte da complici consapevoli e risolte con il solito uomo della Grande Finanza, del fatto che mentre il virus qui muta e diventa più cattivo, negli USA sembra stia indebolendosi, e, anche, che negli USA il Covid ha fatto più morti di due guerre mondiali e quella del Vietnam … su quest’ultima notizia sono trasalito. Per quanto non ho motivo per credere che l’addizione sia errata, cosa c’entra? Vuole essere una notizia?

In mezzo a questo periodo, ci sono stati due importanti Giorni della Memoria. Non tornerò su quei temi, tuttavia volevo anche io stimolare la memoria di tutti noi.

Cominciamo con le pandemie. Nel biennio 1918/1920 sono morte cinquanta milioni di persone. Se proprio volete fare dei parallelismi, non sforzatevi di fare gli acrobati, fateli mele con mele e pere con pere, come diceva mia nonna. Poi è chiaro che anche una sola vita umana persa è una tragedia, non una statistica.

Sempre a proposito di memoria, visti gli “Osanna” al nostro nuovo Presidente del Consiglio, ricordo i momenti maggiormente significativi vissuti dall’umanità quando la Finanza ha avuto maggior rilievo.

In primis, gli Anni trenta del Novecento (potrei cominciare dallo sterminio dei Templari o prima, ma l’articolo durerebbe come la Treccani), quando il crash della Borsa di New York ha messo in ginocchio l’economia dei Paesi più industrializzati. Ho ricordato il capolavoro di Steinbeck: Furore. Il racconto di come dei sereni e pacifici agricoltori vennero privati del sostentamento dalle banche che gli hanno pignorato le fattorie già provate da una serie di tempeste di sabbia che avevano rovinato i raccolti.

La decisone, dopo il crollo del Muro, che i mercati si sarebbero regolati da sé. Impostazione che ha dato vita ad una globalizzazione del capitalismo che rende a volte sudditi, a volte schiavi i popoli di Africa e Asia (quantomeno alcuni, altri sono diventati protagonisti del grande capitale). Eppure, potenzialmente, il globalismo poteva essere un vantaggio per tutti … Come sappiamo la strada per gli Inferi è lastricata di buone intenzioni.

Più vicina a noi nel tempo, la Grecia. Un Paese ormai completamente sussidiario che ha patito la mancanza di insegnanti nelle scuole, di medici e farmaci negli ospedali, dove si è esercitata una macelleria sociale impegnata e di livello. Cosa perpetrata, non nel silenzio ma con la complicità attiva dell’Unione Europea.

Parliamo del nostro default, quando gran parte del nostro tessuto produttivo e sociale è stato messo alla frusta (parte rilevante non è sopravvissuta) da un governo “tecnico” che aveva lo scopo di salvarci. Anche qui, capeggiato da un uomo della finanza.

Arriviamo ad oggi. Una crisi di governo esogena (chi pensa che sia stata l’iniziativa solitaria del leader di un partitello commette un errore marchiano) e 200 miliardi e rotti da spendere. Si può pensare che i peones che gli italiani hanno democraticamente eletto possano gestirli? No. Allora, a maggior garanzia della finanza mondiale si mette un illustrissimo banchiere. Per carità, non voglio giudicare prima di aver capito cosa farà. Voglio concedere a lui come a tutti gli altri il beneficio del dubbio.

I dubbi, però, sono molteplici. Le svolte, ad esempio.

La svolta green, in particolare. L’ecologista dell’ultima ora dei capitalisti nostrani è estremamente divertente. E’ l’ultima frontiera per fare operazioni di leva finanziaria prima che il sistema che è virtuale e che di reale ha solo la sofferenza di famiglie, imprese e popoli, schianti. Per carità, meglio su quello che sul cemento e le armi … scusatemi, come al solito sbaglio, cemento ed armi procederanno come se non ci fosse un domani, lo stesso.

Altro motivo di sorriso è la definizione del nostro nuovo governo: governo di unità nazionale. Davvero? A me, più che unità sembra accozzaglia, più che forze politiche responsabili mi sembra un’ammucchiata. E, parlando di ammucchiate, temo che godranno tutti tranne che noi.

Ma forse, sono ancora una volta, in errore. Forse, non bisogna essere uomini della grande finanza per salvare l’Italia (e/o il mondo), basta chiamarsi Mario.

Torno a Maya, di cui vi regalo una immagine che rubo a Milena (la mia amica di cui sopra) sperando che se non un piccolo senso di serenità, possa regalavi un momento di riflessione: per essere felici non basta poco?

di Paolo Pelizza

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Musica Jazz è in edicola!

Musica Jazz di gennaio è in edicola!

THE STANDARDS TRIO

Partenza alla grande con la cover story di gennaio su Keith Jarrett, Gary Peacock e Jack DeJohnette: The Standards Trio!

Dossier e intervista su Jan Garbarek.
Ripercorriamo la lunga carriera del sassofonista norvegese attraverso i suoi numerosissimi dischi e le tante collaborazioni, con l’aggiunta di una rara intervista che ci ha inaspettatamente voluto concedere!

QUESTO MESE, IN ALLEGATO:

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NYLON: Appello e una canzone per SPAZIOMUSICA di Pavia –

I Nylon lanciano una canzone di protesta a favore di un locale storico, che come molti luoghi della musica oggi chiude per colpa questioni meramente burocratiche.

I NYLON  gruppo musicale pavese è in prima linea nel difendere l’esistenza di SPAZIOMUSICA storico locale di Pavia  e chiedere, a gran voce, a chi di competenza un Spazio per Spazio. I Nylon denunciano lo stato in cui versa il mondo dello spettacolo e lo fanno intelligentemente con uno strumento culturale, quello a loro più consono, della canzone. Il brano “Una casa per Spazio”  un emozionante e poetico invito, è un appello affinché   si trovi la ragione e la strada per realizzare la “Casa” indispensabile per Pavia, per la cultura urbana, la musica e l’arte nella società italiana

In un secondo video (https://youtu.be/xCBpCsp9hPY), le voci di chi ha vissuto Spaziomusica dagli esordi ai suoi ultimi giorni spiegano cos'è sempre stato “Spazio”: un punto di riferimento che ha inserito Pavia nell'atlante musicale italiano come tappa obbligata per musicisti internazionali e nostrani. Intervengono: Paolo Pieretto: proprietario di Spaziomusica - Daniela Bonanni: storica fondatrice del locale nel 1986 con il compagno di vita Bruno Morani e Filippo Milani: voce dei Nylon. Regia: il Maestro e Margherita - www.ilmaestroemargherita.com

L’ APPELLO per SPAZIOMUSICA di Pavia, promosso dal gruppo musicale NYLON, deve farci riflettere tutti sulle condizioni a cui devono far fronte i lavoratori dello spettacolo da una parte, privati dal proprio lavoro, e i cittadini, derubati dalla cultura musicale e da importanti esperienze umane dall’altra.

Non possiamo stare immobili, inermi e veder negare alle generazioni future, alla contemporaneità e a tutti coloro che si ritrovano a socializzare, di vivere emozioni e condividere esperienze culturali inalienabili indispensabili per la storia individuale e di quella collettiva per la città, per la regione: Per il mondo, per noi.

Segni del tempo e delle disgrazie pandemiche ma non solo. C’è anche l’ignoranza da parte della burocrazia, che asfalta con inqualificabile facilità e incoscienza delle radici fondamentali del vivere sociale come lo  SPAZIOMUSICA, dove hanno preso vita musica, arte, incontri e rassegne di rilevanza internazionali e che ci AUGURIAMO continuerà a produrre arte e cultura nell’associazionismo multimediale.

Vogliamo pensare che questo abuso sia solo uno dei troppi errori di chi, nascondendosi nel proprio SÉ, non vuole assumersi responsabilità per trovare la giusta dimensione e la giusta risposta, affinché Spazio e Pavia abbiano quella casa dove si stava veramente bene.

Ci auguriamo, invece, che si decida presto con coraggio e determinazione di ridare alla gente, alle persone, agli artisti, poeti e musicisti, uno SPAZIO PER STARE BENE

Nell’attesa di positive risposte, domandiamo a gran voce partecipazione e solidarietà di chiunque sia sensibile a musica, arte e cultura affinché al nostro territorio non venga strappata una struttura fondamentale, condannandoci ad una lenta, ma inesorabile morte civile, intellettuale, umana.

Divinazione Milano, Rock Targato Italia, Associazione Culturale Milano in Musica sostengono l’impegno dei NYLON e sono vicini a Daniela Bonanni (Fondatrice di SpazioMusica) e Paolo Pieretto (Gestore SpazioMusica)

 

NADIA MISTRI - GIOVANNI TAMBURINO 

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