- Scritto da Francesco Caprini
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IL SILENZIO. articolo di Paolo Pelizza

IL SILENZIO.
Viviamo strani tempi. In un periodo così breve, abbiamo perso alcuni geni della musica. Quel Taylor Hawkins che con il suo collega David dei Foo Fighters, andava a perdere i pomeriggi nel negozio di strumenti musicali accanto al loro studio e che usciva di lì sempre a mani vuote ma pagava conti per migliaia di dollari … Stava lì a giocare, chiacchierare e suonare con i ragazzini e poi faceva loro qualche regalo. Neanche il tempo di superare il cordoglio e perdiamo Ricky Gardiner, una delle due chitarre di Low (insieme a Carlos Alomar), il primo album della trilogia berlinese di Bowie che cambia il paradigma della musica elettronica, della società ed è la prima picconata al Muro. Infine, ci ha lasciato anche Vangelis, autore di indimenticabili capolavori come il tema di Momenti di Gloria e la colonna sonora di Blade Runner. Ormai da un paio di decenni ci stiamo rassegnando a proseguire la nostra esistenza senza molti dei nostri compagni di viaggio. Non so voi ma io mi sento sempre più solo e spaventato. Un po’ per quello che, per il mio sentire, questi grandi musicisti mi hanno dato, un po’ perché non vedo più un impegno, una coscienza critica negli artisti nuovi. Avevo scritto il primo pezzo di questa rubrica sui Grandi Vecchi, ormai molti anni fa, ora i maestri sono pochi, ancora meno i nuovi artisti che hanno il coraggio di esporsi. E’ un nuovo mondo con nuove tendenze: Demon Albarn l’ha chiamata la selfie music in una sua intervista oramai datata dove lamentava la scarsa responsabilità e coscienza sociale dei suoi colleghi artisti. Oggi si canta, si scrive, si blatera di facezie … Troppo pericoloso opporre a queste il dissenso e/o una coscienza critica. E’ l’era del silenzio. Zitti e buoni, dobbiamo accettare il fatto che Orwell era stato ottimista, che la distopia non era una proiezione fantastica ma una premonizione precisa. Dobbiamo tacere perché la critica ci pone immediatamente come idioti, terrapiattisti, coglioni, ecc. ecc.
Intellettuali di altissimo livello, anche qui in Italia dove ci vantiamo delle nostre libertà, sono stati dileggiati (quando non demonizzati) perché hanno osato eccepire. Studenti che hanno protestato sulla morte di uno di loro durante la geniale trovata della cosiddetta “alternanza scuola-lavoro” sono stati prima massaggiati dai manganelli delle forze dell’ordine e poi perseguiti dall’antiterrorismo. A me in persona, per controllare il green pass in un bar, è capitato di assistere ad una retata in grande stile della Polizia… credevo che nel locale ci fosse un pericoloso latitante. Viviamo strani tempi, dicevo. Albert Bourla (CEO di Pfizer) al World Economic Forum di Davos ipotizza quanto sarebbe figo far ingerire a tutti un pillolone con dentro un chip per ottenere un’umanità obbediente. Se anche stesse scherzando (e così non è) dovrebbe avere contezza che in due anni, mentre lui fatturava fantastiliardi (ora il suo CFOR dice che i dividendi agli azionisti saranno sempre più a rischio man mano che si saprà la verità sul loro prodotto e sui trial; lo mette nero su bianco nella trimestrale comunicazione agli stakeholders ufficialmente e poi si dimette … praticamente si dimettono quasi contemporaneamente lui e il direttore finanziario di Moderna, suo omologo) gli umani sono stati sottoposti prima a terrorismo sanitario, ad arresti domiciliari e a trattamento sanitario obbligatorio, senza che un giudice imparziale li avesse giudicati colpevoli di alcunché.
Stranamente, dopo quello che abbiamo vissuto, nessuno ha aperto un dibattito su emergenze-limiti della libertà. Una riflessione su fino a dove ci si può spingere, ragionevolmente. Questo perché l’esperimento è riuscito e indietro non si tornerà mai.
Ora c’è la guerra. Zitti o niente condizionatore. D’estate fa caldo a Milano, sappiatelo. Mi raccomando non uscite dalla logica occidente-Nembo Kid-buono versus Russia-Lex Lutor-cattivo. Se lo fate, automaticamente siete filo-Putin (sui tiranni e su Putin in particolare sapete cosa penso e non mi dilungo), dei fascisti, dei negazionisti, dei guerrafondai, dei malati di mente e dovete essere denazificati/curati anche voi.
Zitti, ho detto! Perché riaprire un dibattito sulla libertà di espressione? Voltaire è morto da secoli… Poi è uno stronzo sopravvalutato: ma perché devi poter dire quello che vuoi anche se non siamo d’accordo? Io decido quale sia la verità e voi tutti zitti. Altri punti di vista, No, grazie! La logica hegeliana, ora, si ferma alla tesi, antitesi e sintesi sono state abrogate perché inutili. Non vi serve essere liberi se vi mettiamo a disposizione gli specialisti della verità: ascoltate e obbedite. Se li beccate a dire stupidaggini, a contraddirsi, a snocciolare dati falsi o obsoleti, obbedite lo stesso. Voi non avete le competenze per dire la vostra. Non siete “skillati” per essere liberi. Quindi dobbiamo potervi controllare e condizionare, se no il mondo va a rotoli. Lo facciamo per il vostro bene, ovviamente. Poi, cosa ve ne fate di libertà e diritti? Conta la salute e poter fare il pieno a due euro al litro!
Sapete cosa trovo incredibile? L’Occidente del pensiero unico, delle libertà e dei diritti sopiti quando non negati, l’Occidente della criminalizzazione del dissenso si permette di dare lezioni… Di moralizzare ed esportare, di propugnare quei valori che calpesta e dileggia continuamente opponendoli ai vari autarchi e dittatori che, alla stessa stregua, soffocano il dissenso esattamente come fanno loro, solo con strumenti diversi (non sempre, tra l’altro).
Vi chiedo scusa… parlavamo del silenzio e io ho fatto baccano.
di Paolo Pelizza
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