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Patrizia De Rossi: Maneskin Italian rock 2.0

Una storia di entusiasmo, passione e ribellione.

MÅNESKIN 

Di Patrizia De Rossi

Casa editrice: DIARKOS

La sfolgorante storia di Damiano, Victoria, Thomas ed Ethan, da giovani e talentuosi musicisti come tanti a gruppo rock italiano più conosciuto e amato al mondo, tornati sotto i riflettori di XFactor come ospiti d’onore a soli quattro anni dal loro esordio, sullo stesso palco, nel 2017.

Protagonisti indiscussi della scena musicale di ultima generazione, capaci di offrire al pubblico esibizioni spettacolari, in questo libro il racconto della loro eccezionale carriera e dei loro incredibili successi, con le voci di chi li ha conosciuti sui banchi di scuola o nei concerti improvvisati il sabato pomeriggio a via del Corso, a Roma, quando ancora non erano le superstar che oggi conosciamo. 

PATRIZIA DE ROSSI è nata a Roma, dove vive e lavora come giornalista, autrice e conduttrice di programmi radiofonici. Per Diarkos ha pubblicato Luciano Ligabue. Re Start (2020), in occasione dei trent'anni di carriera dell'artista emiliano, Patti SmithLe leggende della Lazio e  Bruce Springsteen (2021). In precedenza ha scritto Certe notti sogno Elvis(1995), Quante cose che non sai di me. Le sette anime di Ligabue (2011), Gianna Nannini. Fiore di Ninfea (2012) e Bruce Springsteen e le donne. She’s the one (2014). Dal 2006 è direttore responsabile di «Hitmania Magazine», periodico di musica, spettacolo e culture giovanili.

 

 

Blog: Rock Targato Italia

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Libertà & rock’n’roll - Intervista ai Circus Punk, vincitori di Rock Targato Italia 2021 articolo di Roberto Bonfanti

Circus Punk sono i vincitori dell’ultima edizione di Rock Targato Italia e la loro musica è una scarica enorme di puro e veracissimo rock’n’roll. Abbiamo voluto saperne di più su di loro, così è nata una lunga e interessante chiacchierata virtuale con Arianna, voce e chitarra del duo, che ci ha fatto scoprire con nostro grande piacere che l’approccio rock per loro non è assolutamente solo una posa.

Partiamo con una piccola presentazione? Chi sono i Circus Punk? Come sono nati?

I Circus Punk sono un duo rock nato dall'intesa tra Antonio Squillante (batteria) e Arianna Muttoni (chitarra, voce). I due si conoscono al Rock'n Roll di Rho nel corso di una jam session e fin da subito riscontrano una grande sintonia. Decidono così di suonare insieme e dopo svariate situazioni live in cui si presentano come cover band con una bassista in formazione oppure come duo blues acustico, decidono di affittare un piccolo box insonorizzato dalle parti di Seregno e iniziare a scrivere pezzi originali.

Come avete vissuto, sia musicalmente che umanamente, il delirio degli ultimi due anni?

Rispondendo in ordine: per quanto riguarda la musica, questa pausa brusca e forzata dall'attività concertistica ci ha costretti a cambiare i piani e anche la prospettiva, con risvolti molto positivi visto che il nostro primo EP “Fuori Tutto” è il frutto di quei mesi trascorsi chiusi in casa (e in sala prove). Anzi, oserei forse dire che, sempre dietro la scusa che non si poteva fare pressoché nulla se non andare a comprare le sigarette, abbiamo avuto modo di lasciare andare la creatività senza troppi limiti di tempo, suonare parecchio, e di studiare anche. Personalmente mi alzavo la mattina presto, bevevo il caffè e studiavo scale e accordi con la chitarra fino a mezzogiorno. Mai fatto nella vita. Una goduria.

Umanamente, beh, come detto sopra, dateci una chitarra, due tamburi e un po' di vino e possiamo affrontare tutte le pandemie del mondo. E stare a casa non è poi così male, a volte. Poi c'è la parte meno divertente: quella in cui vedi con i tuoi occhi una società andare a rotoli e tutte le persone che la compongono farsi riempire il cervello di cazzate e obbedire ai sacri ordini come una mandria di pecore. Le conseguenze di questo “delirio degli ultimi due anni” sono amare e le pagheremo per diverso tempo. Ho visto persone dare di matto, altre piangere per bancarotta, senza contare il fatto che sono riscontrati moltissimi suicidi, e ho l'amaro in bocca perché c'è qualcuno in tutto ciò -qualcuno che potrebbe risolvere la situazione schioccando le dita- che siede con le gambe sotto al tavolo e rimane invisibile. E mentre là fuori la gente perde il senno e si sbrana a vicenda, mentre là fuori la gente muore, questo diventa sempre più grasso. Stiamo andando via via verso una società sempre meno a misura d'uomo, con tutte le conseguenze del caso. Potrebbe mai l'uomo perdere l'umanità? Che genere di individuo sarebbe? E che tipo di realtà si verrebbe a creare? Ho come la sensazione che ci siamo molto vicini. Per questo bisognerebbe svegliare le pecore e fare qualcosa: una rivoluzione, per esempio. Oramai non va più di moda e non sappiamo nemmeno cosa sia, una Rivoluzione. Sarebbe il momento giusto, no?

Venite dalla famosa Brianza velenosa. Che rapporto avete con la vostra terra d'origine?

Per la verità ci definiamo brianzoli importati. Lo diciamo per ridere ma in effetti è la verità: Anto ha origini salernitane e venete, io bergamasche e venete. Difatti non siamo entusiasmati dalla vita brianzola così frenetica e caotica: questa cosa di dover entrare necessariamente all'interno di un processo produttivo ed essere sempre belli, puliti e profumati va un po' a stonare con la nostra attitudine punk fino al midollo. Diciamo che si sopravvive. Si trova una soluzione, sempre. C'è da dire che vivere in Brianza ha anche i suoi vantaggi: tra Milano e dintorni si riscontrano milioni di influenze diverse, stili diversi, etnie, serate musicali di qualunque genere in qualunque angolo. Almeno, intendiamoci, pandemia a parte. Soprattutto Milano è una città in fermento che sicuramente ha tanto da offrire per due musicisti affamati di vita underground. È giusto spezzare una lancia a favore della movida e di tutte le attività musicali e non che una città come Milano ha da offrire. La medaglia ha sempre due facce. In realtà mi piacerebbe vivere in un posto sperduto nella natura, lontano dalla frenesia, ma credo che in fin dei conti un po' di caos mi mancherebbe.

Le vostre radici musicali affondano evidentemente negli anni '70 e nei '90: come vedete il mondo della musica contemporanea?

Credo che dire “musica contemporanea” oggigiorno voglia dire tutto e niente. Ci sono tonnellate di musica sparsa in giro per il mondo, bisognerebbe vivere cento volte per conoscerla tutta. Sicuramente prediligo la musica underground a quella diciamo mainstream, non per una questione di partito preso ma più per un fatto di cuore. Ci sono artisti contemporanei sconosciuti ai più che regalano perle, mentre spesso e volentieri gli artisti che fanno grandi numeri subiscono l'impronta di un business spudorato, con conseguenze sul prodotto artistico stesso, e ciò porta inevitabilmente sul mercato una serie di prodotti tutti perfetti e tutti uguali. Credo molto nella libertà di espressione, concetto molto confusionario nell'epoca che stiamo vivendo... nel senso che, sì, siamo tutti liberi di dire quello che pensiamo (su Facebook, ad esempio, vergognoso) ma siamo allo stesso tempo limitati nei contenuti. E limitare i contenuti per un discorso di vendite è come trasformare l'arte in una macelleria.

Il rock è morto?

Che scherzi? Assolutamente no. Non finché c'è qualcuno a questo mondo che crede nella libertà, e non in dogmi e regole che soprattutto ora come non mai stanno moltiplicandosi, che si spinge oltre ai limiti, che non ha paura di alzare la voce per farsi sentire, e non ha paura di passare per pazzo, stronzo, casinista, masochista, scellerato e chi più ne ha... Il rock è morto? Non finché ci saranno pecore nere in giro per la città. Due sono garantite.

Siete un duo ma riuscite ad avere l'impatto di una band ben più numerosa. Essere solo in due credete sia più un limite o una risorsa?

Il punto non è essere in due, tre, cinque o sessanta: la cosa più importante è il feeling, umano e musicale, che si crea tra persone che suonano insieme. L'alchimia dal punto di vista musicale è fondamentale perché è da quella connessione speciale che si crea tra le persone che inizia la ricerca di quella formula per far funzionare tutto il discorso musicale. Certamente il fatto di essere in due comporta una ricerca musicale (a livello di suoni come di arrangiamento) diversa da quella che può avere un'orchestra, e di conseguenza “risultati” anche diversi. Il fine resta però lo stesso: stupire, colpire, trasmettere un messaggio, creare qualcosa che unisca le persone.

Che importanza hanno le parole all'interno della vostra musica? E di cosa parlano le vostre canzoni?

Le parole hanno un'importanza fondamentale poiché sono il veicolo più diretto per trasmettere un messaggio. Sono importanti almeno tanto quanto la parte musicale. I nostri pezzi parlano di quotidianità fondamentalmente. Parlano di quello che viviamo tutti i giorni, di quello che vorremmo cambiare, di un mondo freddo e inospitale fatto di piazze deserte e persone automatizzate, parlano di amore e follia, di quella fame di vivere che viene continuamente schiacciata da contingenze esterne e che si tramuta in un grido pazzo, libero.

Sono da poco usciti il vostro primo singolo e il vostro EP d’esordio. Volete parlarci un po' di questi due progetti?

“Salutami i tuoi”, il singolo, è stato il primo pezzo che abbiamo scritto. Ci abbiamo messo un bel po' prima di finirlo. Si può dire essere il punto di partenza dei Circus Punk. Da quel momento siamo entrati nel vivo della scrittura e quindi nella ricerca di quella famosa formula di cui parlavo prima. E uno dopo l'altro abbiamo scritto una decina di pezzi, tra i quali abbiamo scelto i più significativi per noi ed ecco “Fuori Tutto”, il primo lavoro ufficiale dei Circus. Siamo contentissimi e non vediamo l'ora di poterlo suonare ovunque non appena la situazione storica momentanea ci darà un po' di tregua.

Sogni, ambizioni o propositi per il 2022? E per il futuro della band?

Questo 2022 si apre con l'uscita del nostro primo lavoro in studio! Credo si prospetti un anno frizzante. Più che tutto vogliamo portare la nostra musica in giro, quindi fare più show possibili. E ovviamente continuare a scrivere pezzi e cercare la musica. E beh, dopo un EP di cinque pezzi si potrebbe parlare di registrare un album....

Roberto Bonfanti
www.robertobonfanti.com

blog www.rocktargatoitalia.it

 

 

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espoarte: mostra legàmi

VIA ALLA MOSTRA LEGÀMI 

FIRENZE | STROZZINA DI PALAZZO STROZZI | 16 – 19 DICEMBRE 2021

I 24 artisti finalisti del Concorso EneganArt a Palazzo Strozzi

Un progetto di portata nazionale, giunto alla sua sesta edizione, rivolto a tutti gli artisti e finalizzato a promuovere i migliori talenti italiani. Si tratta del Concorso Nazionale di Arte Attuale EneganArt che quest’anno avrà come tema e titolo della mostra Legàmi. Il progetto è promosso e sostenuto da Enegan Spa, azienda leader nel settore della fornitura di luce, gas e telecomunicazioni. La mostra sarà ospitata nelle sale della Strozzina di Palazzo Strozzi, a Firenze, dal 16 al 19 dicembre e visitabile gratuitamente tutti i giorni dalle 10:00 alle 20:00 (ad eccezione del 16 dicembre, quando l’apertura sarà alle 15:00).

Il significato del tema Legàmi nasce con l’obiettivo di analizzare e valorizzare il contesto circostante, portando gli artisti ed il pubblico ad una riflessione legata all’attualità che li circonda. In un momento di pandemia siamo costretti a difenderci da un virus con l’arma più efficace: il distanziamento sociale e la riduzione, al minimo, di rapporti sociali ed interpersonali, quei legami che stiamo perdendo e dimenticando e che sono praticamente azzerati. Ma, allo stesso tempo, la pandemia ci ha fatto riscoprire legami che, in alcuni momenti, erano scontati o persi: quelli con la famiglia, con le persone più care e con l’ambiente che ci circonda. Su questi concetti gli artisti si sono concentrati per proporre le loro suggestioni e le loro emozioni.

Il Concorso è rivolto a tutti gli artisti pittori, fotografi, scultori – professionisti e non – provenienti da qualsiasi paese del mondo, maggiorenni e residenti in Italia. Dopo i numeri importanti delle prime cinque edizioni, nel 2021 si è raggiunta la cifra di oltre 1.300 artisti iscritti.

Durante la cerimonia di inaugurazione, che si terrà il pomeriggio di sabato 18 dicembre, verranno decretati i 4 vincitori che si aggiudicheranno un premio in denaro, compreso il premio Save the Planet (per un totale di 10.000 euro), oltre alla pubblicazione sul Catalogo d’Arte. Le opere vincitrici entreranno a far parte della Collezione EneganArt. Per questa edizione la Giuria sarà composta da Arturo Galansino, Direttore Generale Fondazione Palazzo Strozzi e Presidente di Giuria; Antonio De Crescenzo, Fondazione CR Firenze; Giandomenico Semeraro, Storico dell’arte contemporanea e docente Accademia di Belle Arti di Firenze; Patrizia Cammeo, Fondatore Gruppo UFO, architettura radicale; Giovanni Pucci, Amministratore delegato e socio co-fondatore Enegan Spa; Elena Stoppioni, Presidente Save The Planet Aps e Gabriele Chianese, Art Advisor.

Assoluta novità di questa edizione sarà invece il Museo virtuale. Navigando all’interno del sito ufficiale www.eneganart.it, sarà possibile muoversi in un ambiente realizzato interamente in 3D per consultare le opere di questa edizione, e scoprire i padiglioni delle mostre precedenti, vivendo così un’esperienza unica. Questa iniziativa rappresenta una novità assoluta per EneganArt, che in questo modo permetterà agli utenti di poter consultare, in modo avveniristico, di tutte le opere vincitrici delle varie edizioni.

Ileana Mayol, ideatrice e coordinatrice del progetto, dichiara: “Dopo uno stop forzato a causa della pandemia ci siamo rimessi in gioco con un tema che facesse riflettere sulla situazione emotiva attuale. Il progetto EneganArt continua a crescere con soddisfazione permettendoci di dare visibilità a tanti artisti e ad oggi si può collocare tra le iniziative più importanti in Italia nel settore dell’arte”.

Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi dichiara: “Siamo lieti di essere parte di questo progetto e di ospitare negli spazi della Strozzina il progetto EneganArt. Il tema di questa edizione crea una riflessione attuale sulla contemporaneità: la connessione e gli spazi di condivisione tra le persone. Palazzo Strozzi si pone quindi come luogo ideale per una mostra che vuol dare spazio a nuove voci, di artisti in grado di fornire nuove visioni e prospettive”.

Per tutte le info è possibile consultare il sito www.eneganart.it.

 

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Tutta casa, letto e chiesa di Dario Fo e Franca Rame

Uno spettacolo che ha fatto la storia, in scena al Teatro Out Off con la regia di Lorenzo Loris e la straordinaria interpretazione di Monica Bonomi.

Lo spettacolo è comico e grottesco perché noi donne sono duemila anni che andiamo piangendo e questa volta ridiamo insieme e ci ridiamo anche dietro. Franca Rame

Tre donne esilaranti, diverse e toccanti raccontano la propria quotidianità troppo spesso costellata di violenze e soprusi. Un testo del 1977 che continua a mantenere intatta la sua portata sociale e la sua forza comica.

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TRE MONOLOGHI - TRE DONNE
Lo spettacolo è composto da tre monologhi distinti per tre donne esilaranti e diverse.
Il primo intitolato Una donna sola è dominato dall’estro spiritoso di una casalinga che sembra disporre di tutto ciò che vuole all' interno del suo nucleo familiare, ad eccezione della cosa più importante: il rispetto della propria dignità femminile.
La secondo monologo, Abbiamo tutte la stessa storia, è la raffigurazione di un rapporto sessuale fra un uomo e una donna. C’è anche una favola che attraversando i topos narrativi più noti (il lupo, la strega ecc.) mette a confronto una brava bambina e la sua bambola parlante che si esprime in modo scurrile. Queste due figure sono di fatto la stessa persona. La mite bambina è la parte che subisce e la bambola quella che invece si ribella. Infine l'ultimo brano, fulminante, agghiacciante e risolutivo che servendosi di una lingua antica del Cinquecento, è ripreso dalla Medea di Euripide.

#NONSCAPPARE
Al termine dello spettacolo “Non scappare”: tre incontri di approfondimento.
La riflessione sulla donna e sul femminile è quantomai attuale. Il Teatro Out Off ha pensato a tre incontri sui temi dello spettacolo “Casa”, “Letto” e “Chiesa” per approfondire con figure di rilievo il ruolo della donna nella società, come è cambiato in questi anni e quali sono le politiche e le misure che si possono mettere in atto. Tre brevi momenti, al termine dello spettacolo, intitolati “Non scappare” in un ironico esortativo a fermarsi e approfondire, a non girare subito pagina su un altro argomento. Senza la velleità di essere esaustivi, vogliono gettare un seme che possa diventare una riflessione autonoma.

Gli incontri saranno:
CASA - giovedì 23 settembre
LETTO - giovedì 30 settembre
CHIESA - giovedì 7 ottobre

 

Teatro Out Off  

via Mac Mahon 16 

20155 Milano 

tel. 02.34532140 

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