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Gli ascolti di gennaio 2023.

articolo di Roberto Bonfanti

 -  Smaltite feste, vacanze e cenoni, si torna alla vita di sempre nel mondo di sempre e, aspettando di capire se questo 2023 ci riserverà il nuovo grigio giro di giostra che qualcuno sembra intimamente agognare oppure solo una sfilza di discussioni dottrinarie sul metodo che i giusti devono usare per pagare il caffè al bar, riprendiamo fin da subito la buona abitudine di parlare di qualche bel disco uscito da poco. 

Dopo essersi imposto nell'ultimo biennio come una delle voci più ostinate del dissenso, FarfaMan continua a tenere alta la sua bandiera barricadera anche con il nuovo EP intitolato “Naufraghi” . Canzoni che non fanno sconti a nessuno e che, attraverso un rap vecchia scuola spigoloso e senza compromessi, continuano a scagliare come pietre sull'ascoltatore le verità dell'artista e la sua visione caustica del mondo.

Il mondo musicale di Emit è qualcosa in cui bisogna calarsi con la giusta calma. “Vivo”, EP d'esordio dell'artista, si presenta infatti come un cocktail di canzoni dal gusto delicatissimo che scorrono su sonorità minimali venate di psichedelia per raccontare, con un approccio altrettanto essenziale, quadretti di vita, frammenti di malinconia e riflessioni umane che rivelano una sensibilità tutt'altro che indifferente.

Sono pochissime le informazioni che si riescono a trovare su I Fatti Di Cronaca. Eppure il loro nuovo EP “La tiste storia di Jack il pagliaccio”, come anche il precedente “Finché un giorno”, è una piacevole sorpresa: un vivace intreccio di storie intriganti e intelligenti raccontate in forma di fiaba e accompagnate da una chiave folk d'autore decisamente brillante e personale.

C'è un intreccio di melodie pulite e chitarre graffianti con un approccio che sembra venire dall'alba del nuovo millennio, alla base della musica dei Don Rodriguez. Il loro “10D10” è così un album in cui, attraverso canzoni apparentemente sbarazzine e sonorità indie-rock, la band riesce a raccontare storie umane per niente facili, fra ricordi personali e frammenti di cronaca.

Continua ad attraversare una fase parecchio prolifica, il modenese Ognibene e con il nuovo EP intitolato “Démodé” sceglie di dare spazio soprattutto al suo lato più giocoso. Brani variopinti in cui melodie immediate e sonorità indie-pop accompagnano riflessioni agrodolci e quadretti di vita quotidiana senza però dimenticare un piccolo spazio per la malinconia e gli aspetti più drammatici.

I Nuju sono ormai da tempo una certezza per chi ama quello che un tempo si chiamava combat-folk e anche con il nuovo album“Clessidra” confermano con forza la formula che è da sempre nel loro DNA: un viaggio musicale fatto di calore mediterraneo, rock, folk, balli scatenati e urla alla luna su cui si innestano impegno sociale, qualche lampo di ironia e tanta voglia di raccontare storie.

Roberto Bonfanti
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Gli ascolti di dicembre 2022 – seconda parte. di Robeto Bonfanti

Gli ascolti di dicembre 2022 – seconda parte.
articolo di Roberto Bonfanti

Natale è ormai a un passo e i negozi di dischi, virtuali o meno, sono pieni di cofanetti celebrativi, edizioni speciali e album live. Ma per fortuna c’è anche molto altro. Così, come promesso, come una sorta di tredicesima mensilità, ecco la seconda parte dei consigli musicali di questo mese.

Ha studiato con cura la lezione dei maestri della canzone d’autore, Le Rose E Il Deserto, ma ha saputo lavare i propri panni con un sound attuale in cui la chitarra acustica sposa con garbo un minimalismo sintetico mai invadente. Il risultato è “Cocci sparsi”: un album delicatissimo, pervaso da un senso di costante malinconia, in cui le parole sono sempre al centro della scena ricamando storie e lampi poetici.

Ha sempre amato le ombre, Lory Muratti, e da sempre prova un gusto particolare nel mischiare diverse forme espressive. “Torno per dirvi tutto”, nuovo album dell’artista accompagnato anche da un omonimo romanzo, è un disco elegante e oscuro. Otto canzoni inquiete, evocative, notturne in cui il piano narrativo e quello introspettivo diventano un unicum visionario fra new-wave, sperimentazione e canzone d’autore.

È un’anima in eterno fermento quella di Enrico Bosio e “Umbratile”, il suo ultimo lavoro solista, si presenta come un album in cui storie minime raccontate con garbo e schiettezza si innestano su un rock d’autore prevalentemente acustico capace però di aprirsi anche a momenti acidi o abbandonarsi completamente a quell’ombra di malinconia che è da sempre scolpita nelle corde vocali dell’artista genovese.

Una voce graffiante, chitarre rock dal sapore anni ‘90, atmosfere ombrose e canzoni dirette che scorrono fra riflessioni intime e slanci poetici: sono questi gli ingredienti di “Brucia”, ep d’esordio di Comecarbone. Un progetto che affonda le radici nel rock d’autore più classico, fra ritornelli potenzialmente radiofonici, una scrittura sincera e una grande cura per la produzione e i dettagli.

Quattro inediti e sei rielaborazioni ad alta intensità di brani già noti: questo è “Meno per meno” di Niccolò Fabi. Un album in cui il cantautore romano si abbandona senza freni al suo lato più ricercato e introspettivo, con canzoni intime rivestite da arrangiamenti in cui gli archi sposano l’elettronica più raffinata costruendo un percorso che invita alla riflessione e al fuggire dalla frenesia dei nostri giorni.

Gli ascolti di dicembre 2022 – seconda parte.
articolo di Roberto Bonfanti

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Gli ascolti di dicembre 2022 – prima parte. articolo di Roberto Bonfanti

Gli ascolti di dicembre 2022 – prima parte. articolo di Roberto Bonfanti

Dicembre. Il freddo si fa pungente e molti iniziano a fare i conti con le bollette dagli importi portati deliberatamente sempre più fuori controllo. Tutto sembra raddoppiare e al tempo stesso la società sembra spaccarsi sempre più in due. Così, in questo mese di dicembre, anche l’appuntamento con questa rubrica dedicata ai consigli musicali raddoppia. Questa è la prima parte.

“Fantastiche visione” appare come la sublimazione di tutto ciò che conosciamo di Luca Gemma, del suo talento di cantautore pop raffinato e della sua scrittura riflessiva capace di suonare brillante e delicata al tempo stesso. Un album confezionato con una cura d’altri tempi, fatto di canzoni pop d’autore dall’approccio personale pervase da una vena di psichedelia che ne amplifica la delicatezza e il retrogusto malinconico.

Sembra provare un gusto particolare nel risultare disturbante e nel regalarci uno sguardo cinico e tagliente sulla società contemporanea, Battista. Il suo “La fame nera” è un album atipico fatto di elettronica distorta, rock alternativo a bassa fedeltà, desiderio di confondere le carte e soprattutto esigenza di mettere a nudo senza pietà e senza retorica gli aspetti più torbidi di noi esseri umani degli anni venti di questo secolo.

Con “L’età del disordine” Petrina si cimenta per la prima volta con un album in italiano e lo fa in modo estremamente personale mischiando la canzone d’autore con il pop più sghembo e anticonvenzionale. Brani imprevedibili, spesso bizzarri che amano sporcarsi con ritmiche e atmosfere diverse fra loro e sposano una scrittura capace di miscelare in un cocktail intrigante momenti surreali e riflessioni intime.

È la freschezza la caratteristica più evidente di “Pianeti” dei Bob Balera. Una freschezza che pervade ogni aspetto, da una scrittura che racconta storie quotidiane districandosi fra disincanto e leggerezza fino ai suoni in cui un approccio chitarristico che richiama l’indie-rock di inizio millennio e la new-wave s’intreccia con elementi pop e sfumature elettroniche creando un mix sbarazzino e al tempo stesso graffiante.

Roberto Bonfanti
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Gli ascolti di novembre 2022

articolo di Roberto Bonfanti

Districarsi nella selva delle uscite discografiche autunnali è un lavoro non da poco: un’impresa seconda forse solo alla ricerca di un grammo di verità minimamente rilevante fra le pagine di un qualsiasi giornale italiano, quanto a impegno richiesto. Anche se per fortuna con i dischi abbiamo molte più possibilità di ottenere qualche soddisfazione. Proviamo dunque anche in questo novembre più che mai confuso a proporre qualche ascolto interessante.

Manuel Agnelli esordisce come solista con “Ama il prossimo tuo come te stesso”: un album viscerale fatto di canzoni irregolari che non tradiscono l’immaginario artistico dei migliori Afterhours. Un disco pieno di inquietudini che, mischiando approccio rock abrasivo, toni enfatici, sguardo dolente e verve da cantautore oscuro, ci restituisce, dopo un lungo silenzio discografico, un artista in ottima forma.

È un disco rock d’autore nel senso più puro del termine, “Gli occhi aperti non vedono tutto” dei Màdrega. Un album fatto di brani che sanno di fumo, di asfalto e di whisky che scaricano sull’ascoltatore tonnellate di pensieri, fra momenti intimi di solitudine e uno sguardo caustico sul mondo circostante. Un lavoro diretto e notturno che sa toccare le giuste corde mettendo al centro della scena la sostanza e le canzoni.

C’è una poetica delicatissima e fragile alla base della musica di Roberto Casanovi. Un mondo fatto di atmosfere rarefatte e pochi suoni dilatati sui quali il cantautore lombardo sussurra piccole malinconie, lampi di poesia quotidiana e perle di intimismo andando a comporre, con il nuovo “Gli occhi di una preda”, un lavoro tanto intenso quanto solitario da gustare con la doverosa calma prendendosi una pausa da ogni cosa.

Deve amare giocare con l’elettronica in ogni sua sfumatura e costruire intrecci di pensieri intimi e riflessioni sulla vita, il ligure Theft Giacomo Grasso. Nasce così il suo EP d’esordio intitolato “Rivalsa”: cinque canzoni dalle sonorità spigolose che spesso si muovono ipnotiche come filastrocche casalinghe distorte che saltellano fra beat elettronici, echi anni ’80 e ’90 a bassa fedeltà e castelli di pensieri in costante fermento.

Suona come un viaggio che congiunge Napoli con l’Islanda passando per Bristol, il nuovo album di Meg. “Vesuvia” si presenta infatti come un disco in cui basi elettroniche dalle atmosfere ipnotiche che spaziano fra trip-hop e synth pop si impastano con la particolare voce dell’ex 99 Posse andando a comporre un cocktail sonoro urbano intrigante e moderno in cui momenti ballabili sanno fondersi con un pop più riflessivo.

Sono le parole, le melodie e il pianoforte, il cuore di “Piano piano” di Jack Anselmi: un ep di cinque brani (fra cui una cover) in cui l’artista milanese accarezza con garbo la canzone d’autore più classica, con il gusto di spaziare fra momenti più intimi e altri giocosi, fra aperture swing e parentesi di pura malinconia, rivestendo poi il tutto con arrangiamenti raffinati al centro dei quali spiccano sempre i tasti bianchi e neri.

Roberto Bonfanti
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